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Poltronette

Ragazzi, ho appena finito GTA New Mexico

Breaking Bad è finito, e ha in comune con GTA molto più di quanto si pensi. Non soltanto perché uno dei protagonisti del nuovo gioco produce metanfetamine, perché gli edifici sono bassi, o perché in entrambi i casi il Male si dimostra più intelligente...

Nell'ultimo Grand Theft Auto, quello a cui state giocando tutti in questo momento e quindi chissà perché perdo tempo a descriverlo, a un certo punto uno dei personaggi secondari dice a uno dei personaggi principali una cosa buffa. I due sono in automobile, si stanno recando dal punto A al punto B della missione, e Lamar (il personaggio secondario) dice a Franklin (il personaggio principale) che X è una brava persona, ed è un peccato che presto o tardi dovranno liberarsene. Franklin non capisce, chiede "In che senso". Lamar gli dice che si fa così: fai dei lavoretti per una persona, inizi a farti strada, e alla fine arriverà qualcun altro più importante che ti chiederà di sbarazzarti della persona e tu andrai a lavorare per lui, e così via. Franklin dice, "Ma va', questa non è la mia vita."

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(Parafraso, perché questa che stiamo vivendo è la settimana di pace eterna prima della Grande Proliferazione: siccome non tutti, ancora, hanno finito di giocare a GTA V, i video in circolazione sono relativamente pochi, e la pagina di Wikipedia dedicata al gioco è quasi una terra desolata, messa a confronto con ciò che diventerà entro una settimana.)

La reazione di Franklin fa ridere proprio perché è una consapevole presa in giro di tutta la serie di GTA, che si è sempre basata—quasi al punto della monotonia—sul divorare il pesce piccolo fino a diventare il pesce più gigantesco di tutto l'acquario.

OCCHIO CHE QUI SOTTO CI SONO GLI SPOILER.

Ma veniamo al punto. Tempo di girarsi, di chiudersi la mascella a forza e dire Attenzione spoiler… e Breaking Bad è finito. O meglio, manca pochissimo. Sembra ieri, quella vaga parentesi di serendipità durante la quale Hank faceva una cacca lunga un anno.

Breaking Bad è finito, e ha in comune con GTA molto più di quanto si pensi. Non soltanto perché uno dei protagonisti del nuovo gioco produce metanfetamine, perché gli edifici sono bassi, o perché gli estimatori di entrambe le serie hanno già modellato un Heisenberg giocabile. Non soltanto perché il production design ironico è in svariati casi più che simile a quello di GTA. E non soltanto perché in entrambi i casi il Male si dimostra più intelligente del Personaggio Non Giocante che è il Bene.

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Il fatto è che, da sempre, Walter White è un personaggio di GTA. Con in più, dalla sua, la vita vera. Dalla prima stagione in poi, Walter White ha sconfitto un boss dopo l'altro, appropriandosi delle manie di ognuno di loro (lo dicono persone più attente al dettaglio di me) e guadagnando prestigio nel suo campo d'azione.
Ha ucciso Krazy 8, si è sbarazzato di Tuco, ha fatto esplodere mezza faccia a Gus Fring con la collaborazione di un nemico comune. È stato costretto dagli eventi a liberarsi di alcuni amici. Ha comprato la proprietà di Bogdan Wolynetz (l'autolavaggio) per riciclare denaro sporco. Ha un avvocato con le uscite brillanti. Fosse Tommy Vercetti, avrebbe condotto gli affari dalla villa del compianto Fring. Ma Walter White non è Tommy Vercetti, vive in un quadrilocale di Albuquerque, i suoi soldi li ha seppelliti nel deserto, e ha una famiglia da mantenere.

Che è forse la differenza fondamentale tra GTA e Breaking Bad, o meglio, la quinta stagione di Breaking Bad. Che la serie fosse eccellente da tutti i punti di vista (comprese PERSINO le sue esasperanti riprese in time-lapse) era pressoché lampante da cinquantaquattro episodi ma, negli ultimi sette episodi della stagione di chiusura, l'intera troupe della serie si è premurata di guadagnare tutto il respiro possibile tra i dialoghi, gli archi narrativi, perdio, persino lo spazio fisico tra i personaggi. Ogni scena si sviluppa in sequenzone da cinque minuti l'una, con conversazioni che si raggomitolano nelle intercapedini di altre conversazioni lasciate sospese; la complessità della scrittura di quest'ultimo tour de force di Breaking Bad lo avvicina a un dramma di Ibsen che fa sembrare il parossismo gangsteristico delle stagioni precedenti una puntata di Qui squadra mobile.

Walter White è riuscito spesso a seminare le stelline di sospetto, di tanto in tanto ha anche probabilmente usato i trucchi per rimanere in vita. Ma i calci che ha preso sono riemersi tutti, nello stesso momento, lasciando quel guscio d'uomo che sembra essere giunto alla fine de Il viaggio della vita di Thomas Cole, se in cielo, nello stadio della giovinezza, anziché i castelli ci fosse dipinta LA MORTE VIOLENTA.

Godetevi il finale di stagione, forse il finale delle nostre vite per quelle che erano prima di domenica notte. O di lunedì sera. O di metà novembre.

Nel post precedente: Pacific Rim: "I Robot falli grandi come me"