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Cultura

Come il porno ha cambiato per sempre l'Italia

Gli anni Settanta hanno sancito l'esplosione del porno come fenomeno culturale in Italia; da allora, la pornografia ha influenzato profondamente la controcultura e i movimenti libertari. Ne abbiamo parlato con Carmine Amoroso, regista di Porno e...
Niccolò Carradori
Florence, IT

Solitamente l'immaginario classico che si ha del porno italiano—prima dell'avvento dell'epoca contemporanea in cui l'industria è perlopiù andata perduta, il circuito è diventato una specie di reality con le partecipazioni di Sara Tommasi e Nando Colelli, e l'unica vera star in attività è Valentina Nappi—è quello che risale alla seconda metà degli anni Ottanta e che ha iniziato a spegnersi nella prima metà dei Duemila.

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Un periodo in cui pornostar come Moana Pozzi, Rocco Siffredi, Selen (ma anche lumi leggermente minori come Roberto Malone) dominavano il circuito dei video in modo incontrastato. All'epoca, però, il porno italiano era già un'industria.

Prima di quella fase sistematica e patinata, infatti, c'è stato un periodo caratterizzato da un'atmosfera totalmente diversa, che ha sancito l'esplosione del porno come fenomeno culturale in Italia e in cui la pornografia si legava in modo inscindibile con la controcultura e i movimenti libertari.

Negli ultimi quattro anni il regista Carmine Amoroso ha lavorato su un documentario autoprodotto per raccontare la storia della rivoluzione controculturale del porno italiano attraverso chi l'ha animata—Lasse Braun, Riccardo Schicchi, Ilona Staller e Giuliana Gamba. Da questo lavoro è nato Porno e Libertà,che lo scorso 30 gennaio, al Festival Internazionale di Cinema di Rotterdam, è stato proiettato ufficialmente per la prima volta. Nonostante la mancanza di finanziatori e il rifiuto da parte di molti festival, il film verrà presentato anche in Italia fra maggio e giugno.

Ho contattato Carmine Amoroso, e insieme abbiamo parlato della genesi del porno popolare italiano, dell'impatto politico che ha avuto sul nostro paese, e di come si è evoluto fino a diventare quello che è oggi.

Tutte le immagini per gentile concessione di Carmine Amoroso.

VICE: Partiamo un attimo dalla genesi di questo progetto: come e perché hai deciso di girare Porno e Libertà?
Carmine Amoroso: Tutto è partito dall'incontro con Schicchi, alla prima di un mio film nel 2011. Io avevo di lui un'immagine abbastanza televisiva, non precisa: mentre poi ho scoperto un uomo di grandissima cultura e spessore. Da lì è partita, almeno inizialmente, l'idea di fare un documentario esclusivamente su di lui. Poi però la malattia debilitante ha reso impossibile questa idea e quindi ho deciso di espandere il progetto e concentrarmi sull'impatto che tutto il mondo del porno ha avuto sulla controcultura e la politica italiana a partire dagli anni Settanta fino all'inizio degli Ottanta.

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Ho scelto questo periodo storico perché quelli sono gli anni prettamente politici del porno: il momento di massima spinta ed impatto in un momento in cui la Chiesa cattolica era fortissima. Nel documentario è inclusa un'intervista ad Helena Velena che spiega bene come fosse rivoluzionaria la possibilità, quasi per la prima volta, di poter vedere organi sessuali appartenenti ad altre persone. Un cambio epocale.

Lasse Braun, il regista che ha cambiato il mondo del porno italiano.

Come ha avuto inizio questa rivoluzione? E per mano di quali artisti?
Il documentario parte da questo personaggio letteralmente incredibile che è Lasse Braun: uno dei primi, se non addirittura il primo regista a creare quella che possiamo definire la "pornografia popolarizzata" e l'ha fatta esplodere. Imparò attraverso un manuale come si giravano dei film, totalmente da autodidatta, e li sviluppava in casa perché altrimenti lo avrebbero arrestato. Si inventò un "meccanismo" di vendita innovativo: utilizzava i fermo posta e le riviste. É stato il primo a presentare un film porno al festival di Cannes… Siamo partiti da lui e dal presupposto che in quel momento la pornografia era totalmente vietata: una cosa illegale non solo nell'immaginario che ne abbiamo adesso, ma anche nelle accezioni che oramai non consideriamo più neanche pornografia, come le foto di nudo. Erano anni di grande fermento civile: il dibattito sul divorzio, sulla sessualità ecc ecc. Braun è stato il primo ad iniziare questa battaglia politica attraverso il porno; è stato il corrispettivo europeo di Larry Flint.

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Braun secondo me è stato un personaggio incredibile anche nel mondo della controcultura stessa: ha capito che uno dei pochi metodi di assorbimento che consente il sistema è quello della mercificazione, e rendendo il porno un "prodotto" ha fatto sì che la legalizzazione fosse inevitabile. Perché alla fine il sistema ti riassorbe comunque: se penso al movimento Hippie, ad esempio, e a quello che ne è rimasto, mi vengono in mente solo le pubblicità di Calvin Klein con i modelli dai capelli lunghi e i jeans strappati. Tu cosa ne pensi?
Certo: ed è stato poi, ovviamente, seguito da Schicchi. Schicchi è il primo che porta il porno in televisione, che crea il fenomeno mediatico di Cicciolina, e poi quello di Moana… La loro grandezza era quella di aver capito come rendere popolare la pornografia e come sfruttare questa popolarità. Prima di Braun la pornografia era una cosa per ricchi: per persone che potevano permettersi il costo dei filmati clandestini che giravano.

Come erano i film porno degli anni Settanta?
Erano molto legati all'ironia e alla leggerezza: non esistevano ancora le "pornostar". Tutto era più libero, piacevole e naturale: era inserito in un contesto sociale di liberazione. Era molto legato alla natura, dal punto di vista estetico. Una parte del documentario è incentrata, ad esempio, sulla figura di Giuliana Gamba, la prima regista donna a girare porno in Italia: lei fa capire in modo chiaro quale fosse il sentimento di libertà che muoveva tutto.

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Body Love, di Lass Braun.

Qual è stata la prima vera icona del porno italiano? Braun è stato senza ombra di dubbio un innovatore, ma non è così conosciuto…
Chiaramente la prima icona è stata Ilona Staller. Nel film ne parliamo molto: è stata una figura molto ben costruita da Schicchi, una sua idea, e presentava l'immaginario di Schicchi così come lui voleva. È l'emblema del porno italiano, anche nella sua complessità mediatica. Ma è stata anche la prima nel mondo, non dimentichiamolo: all'epoca nessuna pornstar andava in televisione, era qualcosa di inconcepibile. Cicciolina era l'esposizione della bellezza naturale del sesso.

Parliamo un attimo di Schicchi. Se Braun è il fondatore di questo mondo come si colloca la sua figura?
Schicchi è stato l'uomo che in un certo senso, da un certo punto in poi, ha "configurato" il mondo del porno. É stato veramente il Re del porno italiano: ha imposto il suo immaginario.

Nel documentario ci sono anche molte interviste a personaggi che non hanno fatto prettamente parte del mondo del porno, ma che si legano al filone di cosa il porno ha significato per la controcultura italiana. Da questo quadro quindi cosa esce: come ha fatto effettivamente il porno a diventare "un'arma" anche per la controcultura intellettuale?
Lo è diventata perché rappresentava la liberazione del corpo. Il corpo doveva essere "spogliato", anche dal punto di vista concettuale. Pensiamo ad esempio alle manifestazioni di Parco Lambro: decine e decine di persone nude in un parco pubblico. Il corpo rappresentava un elemento di forte rottura.

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Dal punto di vista della politica tradizionale, invece, cosa ha rappresentato?
Il porno si collocava in un ambito di sinistra anarchico-libertaria: non dimentichiamo il rapporto strettissimo con il partito radicale, un partito che in quegli anni ha avuto un grande ruolo nelle battaglie civili, e che poi ha portato all'elezione di Ilona Staller. C'è un intreccio diretto.

Esiste un film che più di tutti esemplifica la rivoluzione sessuale del porno?
Io ti risponderei Ultimo tango a Parigi, anche se non è un porno: perché esemplifica più di tutti la "rottura" e la contaminazione fra cinema e mondo del porno. Il cinema autoriale capisce l'importanza di poter "mostrare" quello che prima non era possibile. E da lì inizia una contaminazione reciproca. É stata anche questa la forza politica del porno.

Visto che l'industria del porno adesso è ad un punto morto, secondo te quando è iniziata questa decrescita?
Il porno italiano di cui parlo io, quel tipo di porno concettuale e politico, credo sia morto con Moana Pozzi. Quello è un momento di grande cambiamento. Però va capito che in realtà il porno non è solo una rappresentazione, è un linguaggio che si evolve. Il porno è sempre avanti: il fatto che non esista più un industria non significa che il porno è morto, significa che stiamo andando avanti e che i metodi di fruizione cambiano.

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