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Uno di questi potrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica

Con l'elezione del Presidente della Repubblica alle porte abbiamo deciso di analizzare i nomi dei possibili successori di Napolitano, tutte figure nuovissime, attive e rivoluzionarie.

Napolitano nel 2012, durante il suo primo mandato.

Foto via

Domani, 29 gennaio 2015, si terrà la prima votazione in Parlamento per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La psicosi collettiva ha trascinato da giorni i giornali in lande oniriche in cui sono stati indicati più di ventuno (21) possibili candidati alla successione di Napolitano, escludendo dalla competizione i soli Massimo D'Alema e Adolf Hitler.

Matteo Renzi ha annunciato che il PD voterà scheda bianca per i primi tre turni, riservandosi di proporre un unico nome forte durante l'ultimo turno di votazione (che è anche il più sicuro, visto che si abbassa il quorum a 505 voti). A quanto pare può contare su una maggioranza abbastanza compatta mentre Berlusconi, occhio arrossato e capo chino, è apparso molto meno schizzinoso. Le correnti minoritarie del PD e il Movimento 5 Stelle invece si scambiano mail amorose nel disinteresse generale, soffermandosi, pare, sul nome di Prodi.

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Tutto questo accade mentre dal Parlamento anche le tende si sentono in dovere di rassicurare l'elettorato sull'intento di eleggere una figura effettivamente nuova, un buon esempio di decenza istituzionale e, ove possibile, non prossima ai centocinque anni. Vediamo allora come questa sincera e disperata sete di novità si è perfettamente concretizzata in alcuni potenziali candidati emersi dalle trattative di questi giorni:

GIULIANO AMATO

Il secondo risultato su YouTube cercando "Giuliano Amato", nonché pratico esempio dell'amore del gentismo nei suoi confronti.

È il candidato forte, sulle liste un po' di tutti. Porta con sé la ventata di freschezza oceanica di un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nei primi due governi Craxi e di un ministro del Tesoro per il governo De Mita. Il veto sul suo nome viene da Lega e Movimento 5 Stelle, quindi si può sostanzialmente dire che vada bene a tutti. Amato però è nemico della gggente, che non dimenticò mai il prelievo forzoso dai conti correnti bancari del 1992—che infatti è sempre la prima cosa accostata al suo nome quando viene nominato. Un giorno Giuliano Amato sarà il primo uomo a partorire, ma continueremo a ricordarci di lui per il prelievo forzoso.

SERGIO MATTARELLA

Nonostante non si possa dire esattamente un volto popolare Mattarella ha tenuto banco fra i nomi per tutto il tempo, apparentemente insensibile alle salite e alle discese delle quotazioni altrui. D'altronde stupirebbe se la stabilità mancasse a qualcuno che ha partecipato a n governi Andreotti ed è stato uno dei principali traghettatori della Democrazia Cristiana nel più moderno Partito Popolare, fino a confluire poi in un altro sinodo di feroci idealisti, la Margherita. Il suo nome sembra risultare particolarmente gradito a destra e dovrebbe essere uno di quelli sondati da Renzi in questi giorni. Tuttavia si è saputo che Cacciari lo considera il suo candidato favorito e questo potrebbe aver compromesso purtroppo per sempre tutte le possibilità di vittoria di Mattarella.

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STEFANO RODOTÀ

I risultati delle "quirinarie" del Fatto Quotidiano. Grab via

Rodotà è il candidato di internet e della ggente, copre un segmento abbastanza ampio e trasversale che va da "guardare Striscia la Notizia" fino a "leggere libri di Margaret Mazzantini" e viene largamente presentato come l'outsider del popolo—popolo che comunque gli aveva preferito Milena Gabanelli e Gino Strada in prima battuta e che adesso sta inesorabilmente scivolando verso Magalli. In realtà, appare abbastanza probabile che continuerà a regnarsela unicamente nel Regno Immaginario dei lettori del Fatto Quotidiano, che comunque è un mondo molto buffo e stimolante.

PIERO FASSINO

Piero Fassino fa cose. Foto

via Flickr

La carriera politica nazionale di Piero Fassino comincia nel 1983 con l'elezione alla Direzione Nazionale del PCI. Ha partecipato ai governi Prodi e Amato ed è fra i principali fautori del Partito Democratico come riuscitissima entità mainstream del centro sinistra. Pare che il suo nome sia fra quelli fatti circolare dagli ambienti renziani, ma che non incontri particolare favore in cerchia berlusconiana, che alla peggio avrebbe preferito di sicuro un non-politico e comunque non un uomo interno al PD. In ogni caso abbiamo a che fare con 1.92 metri di simpatia che negli anni ci hanno tenuto a far notare come fossero contro l'eutanasia o l'adozione per le coppie omosessuali. Piero Fassino, un uomo lanciato a tavoletta verso il futuro.

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ANNA FINOCCHIARO

Hahaha. No.

ROMANO PRODI

L'invidiabile qualità di Prodi è quella di attirarsi l'antipatia di chiunque graviti intorno al Nazareno, da destra o da sinistra, con la sola conformazione della sua faccia. Su di lui infatti ci sarebbero i veti più irremovibili di Berlusconi e del caro Matteo. Inoltre non è neanche chiarissimo se dopo la scorsa raggelante figura di merda Prodi sia disposto ad accettare nuovamente una eventuale candidatura. In compenso sarebbe il nome su cui si sta concentrando l'attenzione grillina e quella delle correnti residuali del Pd. D'altronde anche lui ha il curriculum fresco di bucato che Beppe raccomanda, con un ingresso in politica nel 1963 nelle file della—indovina!—Democrazia Cristiana e che comprende partecipazioni ai governi Andreotti nonché la presidenza dell'IRI su incarico di Spadolini.

FRANCO MARINI

Marini, ministro del lavoro del VII governo Andreotti, è un nome che circolava già nel 2013 ed è la nemesi di Rodotà e della ggente in quanto espressione purissima degli equilibri di potere interni alle camere. Negli ultimi giorni ha cominciato a perdere quota in favore del Ministro dell'Economia Padoan, apparentemente in maniera definitiva, poiché lo stesso Renzi sa che Marini avrebbe qualche speranza di guadagnare un po' in consenso popolare solo se alla corsa per le elezioni venissero iscritti contemporaneamente anche Chtullhu, Angela Merkel e il demonio. La verità è che se Marini riportasse a casa dall'India in braccio i nostri marò alla gente non importerebbe comunque nulla perché sempre Marini rimane.

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GUSTAVO ZAGREBELSKY

Se un video di Travaglio potesse accoppiarsi con una intervista di Barbara Spinelli Zagrebelsky sarebbe il candidato che ne verrebbe fuori. Giurista e Presidente della Corte Costituzionale, non è esattamente decisivo per la competizione, tanto che ora passeremo direttamente all'ultimo candidato.

VITTORIO FELTRI

Un interessantissimo video in tre parti, primo risultato più cliccato per "Vittorio Feltri" su YouTube.

Anche la turbo coppia della nuova destra Salvini - Meloni ha voluto dare il suo prezioso contributo e dopo essersi concentrati fortissimo sulle sorti del Paese hanno prevedibilmente scelto un nome prestigioso e condivisibile, quello di Vittorio Feltri. Su questa proposta mi limiterei a esortare tutti a immaginarsi una nazione davvero governata da Vittorio Feltri. Io personalmente vedo una landa desolata popolata solo da polvere e carri armati antiaborto mentre Feltri da grandi schermi onnipresenti annuncia la fine del conflitto con l'Eurasia, ma potrebbe essere un problema mio.

In sostanza, nonostante i numerosi proclami furiosi di cambiamento e di figura attiva e rivoluzionaria, la squadra di potenziali candidati che emerge dagli ultimi giorni sintetizza un profilo generale assolutamente conservatore, perennemente uguale a se stesso e interscambiabile con un qualsiasi suo emulo datato Prima Repubblica. Però è importante non perdere la speranza e soprattutto ricordarsi che per fortuna, qualsiasi cosa succeda, Berlinguer è morto e il PD non potrà candidarlo bruciandolo.

Thumbnail via Wikimedia Commons. Segui Laura su Twitter: @lautonini