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Ho cercato di rendere famoso il mio culo su Instagram

Ogni volta che sul mio profilo Instagram posto una foto del mio sedere, ricevo più like di qualsiasi altra foto. Ho cercato di approfittare di questo aspetto per fare soldi, ma non è andata come previsto.

Ogni volta che sul mio profilo Instagram posto una foto del mio sedere, ricevo più like di qualsiasi altra foto. Nei commenti gli sconosciuti mi lasciano emoji di pesche e mi chiedono di menzionarli e di fargli pubblicità. Non è qualcosa di sorprendente, è proprio parte della natura dell'esibizionismo su Internet. Ma la cosa che mi stupisce è il fatto che ci siano persone—e molte—che si eccitano e sono subito pronte a reagire se una sconosciuta pubblica una foto del suo sedere.

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Vado molto fiera del mio sedere. Quando il sedere ha cominciato a superare le tette nella classifica delle parti del corpo femminili che è socialmente accettabile mostrare, io ho festeggiato. Ecco una moda alla quale potevo partecipare con convinzione. Al contrario delle mie tette, il mio sedere può riempire diverse mani, e ha una consistenza simile a quei materassi in memory foam. Considerato che su Instagram è molto facile attirare l'attenzione anche senza farlo apposta, ero curiosa di vedere se sarei riuscita a rendere famoso il mio sedere.

Ovviamente, il primo passo era aprire un profilo dedicato esclusivamente al mio sedere, con l'unico scopo di ottenere più follower. Ci sono un sacco di profili che postano solo foto di sederi in perizoma, e alcuni hanno migliaia di follower. Non pensavo che sarebbe stato difficile. Ma alla fine, tramite questo esperimento ho scoperto un sacco di cose sul sedere e su come usare Instagram—in termini di regole, gestione della propria immagine e costruzione di una community.

Non esiste l'hashtag #ass
Quando ho aperto il mio profilo, ho cercato di trovargli un nome intelligente. @Ass_Worship, @My_Ass, e @Worship_My_Ass erano già presi. Così ho scelto @My_Ass_My_Ass, che era un po' squallido ma era il meglio che potessi trovare in quel mercato affollato. Ogni mattina, mentre mi vestivo, mi facevo una foto al sedere riflesso nello specchio della mia camera o in quello del bagno e la postavo su quel profilo. Poi ho passato un po' di tempo a cercare altri profili che avessero "ass" o "booty" nel nome.

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Quando ho cercato l'hashtag #ass, non ho trovato niente. Questo perché, su Instagram, gli hashtag contenenti termini che possono essere usati per offendere o insultare gli utenti vengono bloccati. Un PR di Instagram (che mi ha chiesto di rimanere anonimo) mi ha scritto in un messaggio che: "Uno dei modi che usiamo per determinare se un hashtag va bloccato è controllare se è spesso associato a foto o video che violano le nostre condizioni." In altre parole, #ass ha tutto il potenziale per portare attenzioni non richieste e potenzialmente spiacevoli per chi lo utilizza.

Tre giorni dopo aver creato @My_Ass_My_Ass, quando ho provato a entrare ho ricevuto un messaggio che mi diceva che il mio profilo violava le condizioni d'uso. L'ho trovato strano, visto che in tutte le foto pubblicate ero sempre in mutande o con i leggings. Ho scritto una mail a un portavoce di Instagram per chiedere una spiegazione e, per sicurezza, ho aperto un altro profilo chiamandolo @thisasshere.

Il giorno dopo aver contattato Instagram, ho ricevuto una breve email di scuse in cui mi si diceva che il mio profilo era stato chiuso per errore. Ho chiesto perché ma non ho ricevuto ulteriori spiegazioni. Comunque sia, avevo del lavoro da sbrigare. (Dopo un'altra mail in cui chiedevo spiegazioni, mi è stato risposto dicendo che ogni tanto capita di fare errori di questo tipo, dato che ricevono centinaia di migliaia di segnalazioni a settimana.)

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È meglio non ripetersi
Il mio metodo era questo: pubblicare una foto del mio sedere riflesso in uno specchio e poi cercare altri profili simili al mio da seguire. Tra questi c'erano @itsjustbooty e @Model_booty, che per 5 dollari mi avrebbero potuto fare pubblicità. Ho notato che molti profili specificavano il sesso dell'amministratore ed erano collegati a profili di Kik e di Snapchat. Alcuni si pubblicizzavano come siti d'incontri per adulti. Altri postavano semplicemente foto di sederi.

Ho cominciato a mettere like e commentare più foto che potevo. Per risparmiare tempo, ho provato a lasciare sempre lo stesso commento—un'emoji—finché non ho ricevuto un messaggio che mi diceva che avevo lasciato troppe volte lo stesso commento.

"Ci risulta che tu abbia già pubblicato questo commento. Prova a pubblicarne uno nuovo. Limitiamo alcuni contenuti e alcune azioni per proteggere la nostra comunità. Se credi che abbiamo commesso un errore, scrivici."

Le linee guida di Instagram dicono che la loro intenzione è quella di "promuovere interazioni significative e autentiche."Per aiutarci a evitare lo spam, non raccogliere in modo artificiale "Mi piace", seguaci o condivisioni, non pubblicare commenti o contenuti ripetitivi e non contattare ripetutamente le persone per fini commerciali senza la loro autorizzazione.

Stava diventando frustrante. Dietro quel tentativo di rendere famoso il mio sedere non c'erano certo degli scopi commerciali (anche se ho sempre sognato di vederlo protagonista di un calendario), ma capivo che queste regole dovevano valere per tutti. Così ho contattato Matt Werner, che gestisce The Butt Blog, un profilo interamente dedicato ai sederi, per farmi dare qualche consiglio.

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Lo spam è benvenuto
The Butt Blog è nato un anno fa e ha oltre 800mila seguaci. All'inizio Werner ci si dedicava a tempo perso, ma adesso sta realizzando un sito collegato all'account e cercando modi per monetizzarlo.

Da quando gestisce l'account, Werner è riuscito a entrare in contatto con modelle e fotografi anche molto seguiti. Si menzionano e condividono a vicenda—una delle chiavi del successo su Instagram. Un altro metodo popolare è il cosiddetto SFS (spam for spam), che prevede che tu metta like a una serie di foto di un account, e il gestore di quell'account fa lo stesso cont e. A quanto pare, è così che nascono le "interazioni genuine e significative."

Quando gli ho chiesto se avrebbe potuto postare una mia foto, mi ha detto "certo," ma a una condizione—che pagassi. Altrimenti, pubblicizzare il mio povero account Instagram, che al momento ha solo 20 seguaci, sarebbe stato un rischio per la sua immagine.

"Se pubblico una foto di un profilo con 100 mila seguaci, agli occhi dei miei seguaci è legittimo," mi ha detto.

Il consiglio che mi ha dato è stato di trovare qualcuno disposto a farmi foto al sedere, possibilmente un fotografo professionista. O, se questo non fosse stato possibile, almeno scoprire quali sono i miei angoli migliori. E poi, più pelle si vede meglio è.

È passato un mese da quando ho aperto @thisasshere, e nel frattempo ho dovuto ridimensionare le mie ambizioni. Facendomi sempre lo stesso tipo di foto ho perso ogni genere di ispirazione. Inoltre, guardare un numero indefinito di foto di sederi tutti i giorni era estenuante e—a dirla tutta—anche un po' squallido. Là fuori la competizione è selvaggia e ci sono migliaia e migliaia di posteriori più assetati di attenzioni del mio. Forse un giorno anche il mio sedere riuscirà ad avere seguito, ma per ora ho deciso di ritirarlo dai giochi e di tenerlo lontano dalla fotocamera del mio iPhone. Almeno fino a quando non sarà ora di tirare fuori il costume.

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