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Perché il risultato sulle unioni civili non è "meglio che niente"

Se tutte le opinioni espresse finora non fossero bastate, questi video spiegano perfettamente perché dall'approvazione di questo ddl sia scaturito quasi unicamente malcontento.

Dopo tutta la trafila di discussioni, maxiemendamenti mancati, dietrofront, accordi e la finale approvazione, per la politica italiana è arrivato il momento di tirare le somme.

Per Renzi l'approvazione di quel che resta del ddl Cirinnà—nonostante commentando gli accordi ottenuti nella serata di mercoledì avesse detto "meglio un pezzo oggi che tutto domani"—sembra aver assunto i contorni di una vittoria epocale.

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L'accordo sulle unioni civili è un fatto storico per l'Italia. È davvero #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 febbraio 2016

Mentre per Angelino Alfano la vittoria epocale è proprio di quella frangia politica per cui parte del contenuto dell ddl originale avrebbe rappresentato un abominio.

Per motivi quasi al limite dell'opposto, gli unici a festeggiare veramente in questo momento sono solo i renziani e i membri di NCD, mentre la parte restante del paese aveva già cominciato la parata dell'indignazione immediatamente dopo l'annuncio dell'accordo di mercoledì sera.

Un'indignazione che proviene da parti variegate il cui grado di insoddisfazione spesso è antitetico: a ritenersi delusa infatti è sia parte del mondo cattolico, sia ovviamente la totalità di coloro che vedevano in questa legge (la proposta originale) la possibilità di compiere un vero passo avanti in fatto di diritti civili.

Ecco: è proprio per rispondere a quest'ultima parte che nelle ultime ore in tanti hanno usato l'espressione "meglio che niente." Con la fiducia al ddl Cirinnà qualcosa si sarebbe ottenuto, spiegano, a indicare che un piccolo passo nella direzione giusta è sempre meglio di non essersi mossi di un millimetro. Ma siamo convinti si possa parlare di piccolo passo? Il nostro parere è già stato espresso qui e in altri post dedicati al tema, ma da questa mattina su Facebook girano alcuni video in cui vari esponenti politici argomentano i motivi per i quali nessuno può dirsi contento del risultato che Renzi e Alfano hanno messo insieme.

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Il primo a sollevare la questione è stato proprio un membro del PD, Luigi Manconi, argomentando con tono razionale la sua decisione di astenersi dal voto di fiducia: "Un provvedimento che aveva come motivo ispiratore il principio di non discriminazione rischia di introdurre, con lo stralcio della norma sulle adozioni, un'illegittima disparità di trattamento. Non tanto e non solo tra coppie eterosessuali e coppie omosessuali, quanto tra figli adottandi di coppie eterosessuali e di coppie omosessuali."

Dopodiché è arrivato anche il turno di di Alberto Airola, portavoce del M5S al senato, che ha tenuto un discorso piuttosto duro: sia per rispondere alle accuse che nei giorni scorsi hanno colpito duramente il Movimento, sia per puntare il dito sulle manovre di Renzi e Alfano, che hanno stravolto una legge sulle unioni civili non dando mai la possibilità di esprimere "nemmeno un voto" e scaricando la colpa su altri (i grillini) con la scusa del rigetto del maxiemendamento.

Infine nelle ultime ore sta girando il video del discorso tenuto da Laura Bignami, una senatrice eletta con il M5S nel 2013, espulsa dalla stesso nel marzo del 2014 e infine fondatrice del gruppo misto Movimento X, che annunciando le sue dimissioni dal senato ha dichiarato: "volete solo vincere, vincere facile, vi manca il coraggio. In nessuna occasione vi siete concessi il lusso di rischiare. Rischiare un confronto davvero democratico rischiare di lasciare i senatori alle loro coscienze. […] Senza la stepchild e senza obbligo di fedeltà voi avete stuprato, voi avete ridotto queste famiglie a famiglie di serie non B ma H."

Il malcontento viene praticamente da ogni fazione—interno del PD, opposizione, gruppi misti, mondo cattolico—e con argomentazioni e toni diversi questi video riescono quasi tutti a spiegare, se ce ne fosse bisogno, come dall'approvazione di questo ddl sia scaturito quasi unicamente malcontento.

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