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A8N5: È tutto molto strano

Recensioni

Quali album vale assolutamente la pena ascoltare, e quali assolutamente no, nelle recensioni musicali del mese.

MARK STEWART

CON DUE DECA

DEATH GRIPS

ELECTRIC WIZARD

Il giovane anarcopunk in me sta strillando MALEDETTI VENDUTI, PERCHÈ CAZZO AVETE FIRMATO PER UNA MAJOR?!! Anche sforzandomi di essere tollerante, non riesco proprio a capire l’utilità, per un gruppo che era già sulla bocca di tutti da autoprodotto, di andarsi a mettere nelle mani di chi ti fa aspettare fuori dall’ufficio perché la priorità ce l’hanno i capricci di Avril Lavigne. Avete dimenticato gli anni Novanta? Non avete letto The Problem wIth Music di Steve Albini? IMBECILLI. Questi tra un paio d’anni vi mandano a spasso e che cazzo fate? Vi va bene che il disco è praticamente al livello del primo, se no vi toccava il vomito. Fatta eccezione per “Get Got” che fa proprio cacare, e infatti è tipo il singolo.

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PAPA GUEDE

Fortunatamente questo mese tutti i recensori di hip-hop “normale” sono stati troppo pigri, troppo fatti o troppo impegnati a fare altro per piazzare una recensione, quindi sono libero di scrivere che El-P piscia in faccia a tutta la roba da coatti che s’ascoltano loro. El Producto è tornato bello incazzato, meno giocherellone e più paroloso che mai. Niente Trent Reznor o collaborazioni trendy, stavolta: solo beat belligeranti, esplosioni e synth obesi. Non gli tornano i conti col mondo e ci tiene a farlo sapere, in un pezzo dice pure “niggaz”, così, per spiazzare tutti. I droni sopra Brooklyn ci sono passati davvero, me lo ha confermato un amico.

SLAVOJ ŽKRILLEX

Mexican Summer

Shannon Funchess, vediamo, chi mi ricorda? Non lo so, però l’altro giorno ho visto una vecchia pubblicità della Citroën con Grace Jones nel deserto che usciva da una struttura a forma di sua faccia alla guida di questa Citroën, poi cantava. Quanto è alta Grace Jones? Un metro e settantaquattro.

TACCHI ALTI

MARK STEWART

The Politics of Envy

Future Noise

Sulle idee e l’attitudine di Mark Stewart, quel bastardo di Joe Strummer ci si è costruito la carriera (e il suono dei Clash) dal ’79 in poi. Ora, fortunatamente, lo stronzo è terra da concime, mentre Mark ha radunato in un solo album una parata di anziani in gran forma (da Penny Rimbaud a Lee Perry) e qualche nuova leva, tutti ansiosi di dare fuoco alle banche e ballarci davanti. La boccia ce l’ho, la benza pure. Qualcuno ha da accendere?

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KING MOB

KING FELIX

Spring

Liberation Technologies

Laurel Halo, come mezzo mondo ormai, sta in fissa con la techno vecchia scuola. Non c’è ex-noiser che riesca a non farsi scappare una cassa dritta sotto l’arpeggiatore acido-lo-fi. Ok, Laurel è nata vicino Detroit, probabilmente ha una sorella più grande che nei Novanta andava a sentire Carl Craig, e il disco è molto bello e intrippante. Ci vorrà comunque ben poco perché sta roba inizi a rimbalzarmi sulle palle gonfie peggio della kraut disco dell’anno scorso.

KREATIV IN DER BIDÉ

XANDER HARRIS / DYLAN ETTINGER

The Driver / Tipoff

Moon Glyph

L'attacco dice da subito BALLARE. E noi obbediamo. Harris si pone come un nuovo Snap!: basi electrohouse che ti trasformano in un pellicano, suoni gonfi come bubboni. Segue Ettinger nel lato B, con un synthpop minimale scuro e voce che ciarla passeggiando per la Los Angeles di Blade Runner. Unica, terrificante, pecca è la durata risibile dei due brani, cosa che affossa di duecento metri il piacere dell'ascolto. E che cazzo, fatelo un extended brutti pulciari!

OSSICINO BARONE

ACTRESS

R.i.p.

Honest Jon's records

Tanto fa cagare live quanto è bravo nelle produzioni: R.i.p. è per la gente presa male, ma anzichè essere pesante riesce quasi a tirarti su. Onestamente non c'è motivo per cui debba convincerti: è Actress, fa techno, sa fare il suo lavoro e se non ti piacciono le sue atmosfere poco importa, tanto alla fine un po' di cassa ce la mette sempre.

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GHETTO CON GLI STIVALI

LUST FOR YOUTH
Growing Seeds
Avant!

LITTLE EMO IN SUICIDELAND .

UFOMAMMUT

Oro: Opus Primum

Neurot Recordings/i>

Diciamolo: hanno rotto tre quarti persino a chi certi suoni li adora manco fossero Gesù. Ogni ascolto ormai è la replica dell'ascolto precedente, con tutte le brave dinamiche, il trip mentale, l'estasi nella lentezza e bla bla bla. Noia. Sarà mica il caso di rintanarsi tra le braccia di Malleus? Almeno lì c'è più dinamismo. Ok, ho decisamente bisogno di droghe migliori.

BELLA BARTOCCO

DARKTHRONE

Sempiternal Past: the Darkthrone Demos

Peaceville

Se in Norvegia tutti i pub utilizzassero questa ristampa come fondo per i boccali, se ne venderebbero molte copie. Se invece io provassi a mettere un fondo per boccali nello stereo o nell’autoradio credo si bloccherebbe tutto, il cartone non mi risulta leggibile delle testine ottiche. Forse, se provassi a fare leggere questi simpatici dischetti colorati a un grammofono potrei sentire qualcosa, qualche scricchiolio, sicuramente qualcosa di più interessante ed utile di Sempiternal Past.

BRICO CENTER

HOLY

s/t!

Hell, Yes

Mi ci voleva proprio: un gruppo viuleeenz-core italiano misto di tutte le tendenze del genere. Pesante, oscuro e banale come la merda, nel senso che il mischione finisce per trasformarli nel gruppo hardcore più generico possibile. Li promuovo perché la scena italiana ha bisogno di una pesante iniezione di macello, onde evitare che nascano altri gruppi clone dei Fine Before You Came.

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SATANASSO CHIAPPE

SAINT VITUS

Lillie: F-65

Season of Mist

Quanto sono belli i vecchi? Quelle enciclopedie viventi che trovi soli come randagi malati a pranzo in trattoria a riempirsi la barba di molliche, non quegli zozzi attempati che bazzicano il baretto e hanno le labbra deformate da bicchieri di bianco e Borghetti. I Saint Vitus sono un po’ come questi ultimi ma, viste le prospettive, hanno preferito tornare a fare doom, quello vero, che ti seppellisce sotto tonnellate di granito, piuttosto che seminare bava davanti alle scuole.

GIUSVA FÅNCÜLO

MARILYN MANSON

Born Villain

Cooking Vinyl and Hell

Avevo deciso di recensire l’album di Manson applicando il verbo “sucare” sia alle nuove tracce sia alla storia della costola che MM si è fatto asportare a tal fine. Poi a una festa un ragazzo bellissimo che ne sapeva un sacco di psicologia mi ha detto che a dare un pukey a un disco gli fai più pubblicità che a dargli lo smiley. Io a dire il vero pensavo che era una cazzata ma gli ho detto sì sì perché somigliava tantissimo al figlio gnocco di Mick Jagger e Jerry Hall. Forse non avrei dovuto mentirgli, mentire è sbagliato. Pazienza. Verba volant, pukey manet.

MARIAH CURRY

Legalise Drugs and Murder

Rise Above

Gli Electric Wizard del post-Dopethrone non hanno perso un’occasione che fosse una per rendere il loro suono sempre più anni Settanta. Per un gruppo doom, questo vuol dire sostanzialmente che hanno cercato di rendere il loro suono sempre più melodico, innocuo e noioso. Una specie di carriera alla Boris ma senza manco le copertine fighette, o almeno le fascette in giapponese intorno al jewel case. La copertina di questo 7” è un rip di Masters of Reality. Immagino dovremmo apprezzare l’ironia. Vaffanculo.

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NINO ZILLA

Out to Die

Indie Recordings

In Norvegia c’hanno il salmone, la renna e Carl Michael Eide, che è meglio dei primi due ma non lo mangi, perché per mangiarlo lo devi ammazzare, e non lo ammazzi manco se lo butti tutto fatto dal quarto piano, ché poi si rialza e ti fa dei dischi che sono l’equivalente di una dieta d’un mese a Peroni da 66,6 e ti sale sui palchi del mondo in stampelle a far sfigurare Satana in persona.

GIUSEPPE VENTRELLA

In tutta onestà, io di musica non ne capisco granché e quando ho letto King Tuff mi aspettavo un gruppo di pelosi. Stoner, possibilmente pieni di motociclette e di fidanzate che guidano le motociclette. I King Tuff sono piuttosto pelosi (uno soprattutto), ma hanno realizzato un disco di bubblegum pop con gli assoloni stoner. Sembra di ascoltare i Troggs. Sembra di ascoltare i Fruit Bats. Sembra di ascoltare dei ragazzini con la paralisi cerebrale. Questo, amici, è il vero rock'n'roll. Secondo me non vengono nemmeno dalla costa ovest.

MARGHERITA SHOP-N-BUY

BEACH HOUSE

Bloom

Sub Pop.

Ciao sono la giacca di Victoria Legrand, no non sono la giacca con gli strass, non sono la giacca etnica e nemmeno la giacca con i pallini, sono un’altra giacca, probabilmente non mi avete mai visto con lei, infatti sono amareggiata perché non mi indossa mai.

G. H.

AA.VV.

Con due Deca

Rockit

Un album di cover indierock degli 883 che negli episodi migliori è insufficiente (Colapesce, Dargen d’Amico) e si completa di rendition che passano da triste (I Camillas, Egokid) a sbagliatissimo (I Cani, Carpacho) a insultante (Casa del Mirto, Amari), poi c’è una cover di “Weekend” fatta da Maria Antonietta. A conti fatti, l’unico che non ne esce con la reputazione a fettine è Max Pezzali: solo De Andrè è stato omaggiato in maniera così squallida.

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ROY MOHAMMAD WOOD

FATHER JOHN MISTY
Fear Fun
Sub Popt

Sembra di essere tornati a qualche anno fa quando si annunciava un disco come figo e la gente ci credeva davvero: Father John Misty, nuovo progetto di un ex Fleet Foxes, è bello perchè lui ci crede e finisci per crederci anche tu. Storie vere di gente vera, blues folk e tutti quegli anthem del genere che te lo farebbero probabilmente evitare, invece ti piacerà un sacco, colpa della persuasione.

MOTHER JANE RIMASTY

HERE WE GO MAGIC

A Different Ship

Secretly Canadian

Normalmente i gruppi con nomi così del cazzo non li prendo nemmeno in considerazione, ma gli Here we go magic hanno sempre avuto un potenziale da doppelganger dei Radiohead che in qualche modo li ha resi affascinanti. Peccato abbiano deciso di fare un secondo disco più rilassato e solare, perchè farsi produrre da Nigel Godrich era la mossa giusta per spodestarli, ma alla fine si sono rivelati la brutta copia di se stessi.

TOUR EIFFEL 65

TEEN DAZE

All of Us, Together

Lefse

A 14 anni andavo al planetario insieme alla mia amica del cuore, leggevamo i manga delle CLAMP e cantavamo “Too Long” dei Daft Punk, tutta. Stavamo nella sua cameretta a parlare di ragazzi e a giocare col suo bassotto. A 15 anni lei è diventata una cazzo di menosa e io ho passato i successivi due anni a giocare a Tomb Raider. Temo cosa dovrò fare per i prossimi due anni se i Teen Daze iniziassero a menarsela, per adesso vorrei regalargli un poster di Chobits.

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CARD CAPTOR SATURA .

BEST COAST

The only Place

Mexican Summer

Che carini, i Best Coast. Vorrei fortemente che mi stessero sul cazzo, ma alla fine vincono sempre loro. Sono come una fidanzata manipolatrice. In verità, però, vorrei parlare della copertina con l'orso. Infatti, per il loro nuovo album, i Best Coast hanno scelto una copertina in cui un orso abbraccia la cartina della California. Quest'orso non appare affatto minaccioso e/o feroce, bensì propenso a tenerezze nei confronti di un intero Stato. Non sembra neanche deboluccio come invece sono i Best Coast di tanto in tanto, ma vabe’.

YURI CAKEY

AFTERHOURS

Padania

Germi / Artist First

Un titolo furbo non è sufficiente per redimere una colata di merda grande come il Gange ma storicamente rilevante, posso già confermarlo, quanto una replica di Señora su Lady Channel. Manuel Agnelli, stoico, nel primo brano riesce a lanciarsi in dei trilli alla Diamanda Galàs senza schiattare dalla vergogna. La libertà di stampa? Una stronzata. I giornalisti che hanno recensito positivamente Padania dovrebbero sparire misteriosamente dopo brevi processi sommari.

JAQUELINE BOSSI-FINI

Una volta, anni fa, feci ascoltare i Jooklo Duo a un mio compagno di università che reagì tipo così: “Hahahaha ma che èee, aoooo? Nun se sona così er sassofonooo…” Mia risposta: “Continua ad ascoltare i Queen, stronzo.” Non so che fine abbia fatto. Andava in moto, magari ha avuto un incidente.

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ROSARIO CHIARCHIARO

PUMICE

Puny

Soft Abuse

Che bello mettere un disco e sentire un mongoloide che canta cose incomprensibili, tutto distorto e con diecimila cambi allucinanti. Sì ok, scomodiamo il solito Barrett ma anche no: meglio gli spastici delle case famiglia, i Reynols, le Shaggs roba così. Sporco e tirato, lunghissimo ma anche arioso come spruzzi di fosforo al tramonto. Compratelo in busta chiusa e rincoglionitevi con lui, che forse questa è la sua prova migliore.

BAOLO PROSIO

SIGUR RÒS

Valtari

EMI

Da gennaio a oggi ho perso il lavoro, mi è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza e, come se non bastasse, ho subito due interventi ai legamenti crociati dopo un incidente nel quale ho distrutto la mia vespa, ma è solo dopo aver ascoltato questo disco che ho cominciato a pensare che questo non sia un buon periodo per me.

LOUIS TOADVINE

Noialtri non è che ce l’abbiamo con Fennesz, O’Rourke e Pita. Sono loro che  vogliono le nostre palle. I termini e le condizioni di resa erano chiari: “Stante la possanza auricolare del nostro trio, siam decisi a far orrore e vanto de l’ascolto vostro. Vi si dimanda dunque lo porta monete, l’unico neurone e la coppia gonade, sic et simpliciter.” Non è ovviamente possibile accettare alcunché, tanto più che le palle son già rotte dall’ascolto di un milione di dischi noiosi e bolsi di “avanguardia”, suonati da gente che quando non sa più che inventarsi fa le ammucchiate. Chissà quante malattie veneree si sono pigiliati.

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ALTO CAVALLAAN

BRIAN JONESTOWN MASSACRE

Aufheben

A Records

Che matti. Che matti. Questi passano da riempitivi atmosferici di cinque minuti e mezzo a pezzoni densissimi in cui sbraitano, registrano le folle di appassionati del gioco del pallone, si divertono con niente, infilano interludi ambient e i Chumbawamba e i coretti accattivanti. In verità questa è la recensione di Who Killed Sgt. Peppers?. Il nuovo album è identico, ma valga da sprone perché li ascoltiate entrambi, se siete fan della “varietà” e della “vita”.

CAKEY PERRY

Avete ragione: è cosa buona e giusta urlare ai venti che il prog fa cagare in ogni più misera forma, influenza, assonanza e anche solo ricordo. Però Eraldo Bernocchi, Dan Swanö, Univers Zero, i Gong e altra gente così ci fanno quasi cambiare idea. E allora che il Re Cremisi ci porti tutti dove l'onanismo e la noia convivono felici, a braccetto con il metallo, Bill Laswell e le robine jazz. Ora potete limonare promiscui.

DIRK DARK DRAKE

Una palata sui denti fatta di puro noncenefregauncazzo, tanto che non ci sono i titoli e fra un po' manco la copertina (che sembra fatta da Battisti periodo C.S.A.R. quindi da un morto). Nonostante siano 345689mila pezzi da zero secondi l'uno, sono tutti vari e brillanti e questi stronzi di Atlanta sono talmente veri che non vogliono esistere.

CUCCIOLOTTO TENERONE

Paradossalmente, la più tosta della scena di San Francisco fa la musica più melodica. Carletta Sue Kay milita contro i codici di comunicazione hipster che invece vicini come i Royal Baths non si vergognano di continuare a sfruttare. In “Joy Division” canta di quanto si sia rotta il cazzo del compagno che ascoltava sempre i Crass, e adesso quei rottinculi Joy Division. Rifarsi a Suicide e Jesus & Mary Chain? Carletta morirebbe piuttosto che darsi a tali ovvietà. Meglio Colin Blunstone e Connie Converse.

MARINA POTRERO