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Ottantun anni di carcere per marijuana

Li rischia un attivista del New Hampshire accusato di aver venduto 100 grammi d'erba.

Rich immortalato in un atto di disobbedienza civile.

Ecco quanto assurda è diventata la guerra alla droga negli Stati Uniti: in primo luogo, un attivista di Keene, nel New Hampshire, potrebbe scontare 81 anni di prigione per spaccio di marijuana; in secondo luogo, anche se ha ammesso di fronte a una telecamera di aver venduto circa 400 grammi di erba a un informatore dell’FBI, sta ancora combattendo la sua battaglia di fronte alla corte nella speranza di essere prosciolto da tutte le accuse.

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Il suo nome è Rich Paul e la sua traversia è iniziata lo scorso maggio, quando è stato arrestato per aver venduto erba e LSD (anche se lui sostiene si trattasse di un componente chimico legale, e non di LSD). Invece di venir accusato per il crimine, ha scritto una nota su Facebook a proposito dell’incidente ed è stato portato davanti a un agente dell’FBI di nome Philip Christiana, che lo ha minacciato di punirlo nel modo più severo possibile in caso si fosse rifiutato di diventare un loro informatore. Secondo Rich, Phil voleva che indossasse una microspia durante gli incontri dell'organizzazione politica locale a cui apparteneva, il Keene Activist Center, mentisse sul suo arresto e spingesse gli amici a commettere crimini. Rich ha rifiutato, scegliendo di divulgare la sua storia. In un video spiega che è stato preso dopo aver venduto diversi grammi d’erba a un informatore.

Ci sono diverse cose che non tornano nel processo, iniziato in questi giorni. (Potete seguirne gli aggiornamenti su questa pagina Facebook.) In primis, non è chiaro il motivo per cui l’FBI, o questo agente in particolare, fossero tanto interessati ai movimenti del Keene Activist Center. Anche se l’organizzazione è composta da attivisti “liberty-minded” (in altre parole, non grandi fan della polizia o delle altre forme di governo), si professa esplicitamente non violenta. Questo genere di formazioni libertarie/anarchiche/come-volete-chiamarle sono comuni nel New Hampshire—con gli esempi di Shire Society e Free State Project tra gli altri. Gli atti di disobbedienza civile guidati dai KAC o da altri attivisti non sono rari, e Rich stesso ha organizzato diverse manifestazioni nella piazza principale di Keene per protestare contro alcuni provvedimenti anti-droga.

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In un’email inviatami l'altro ieri, Rich spiega che la persecuzione nei suoi confronti ha preso una direzione estrema. “Le forze di polizia locale sono sempre state estremamente rispettose, cortesi e professionali. Alcuni di loro, non farò nomi, simpatizzano con molte delle nostre cause, anche se la maggior parte non giustifica la disobbedienza civile."

“L’FBI, tuttavia, si è ritrovato nell'indagine alla cieca, senza preoccuparsi di capire chi fosse il KAC e consultare il materiale che avevamo pubblicato prima di tentare di infiltrarsi… Capisco che potrebbero sorgere preoccupazioni per atti di violenza, ma se credono effettivamente ce ne sia la possibilità significa che non ci hanno capiti. La nostra retorica di non violenza si rispecchia nelle nostre azioni.”

Altro aspetto particolare della faccenda è che Rich ha avuto l’opportunità di evitare la battaglia legale, senza dover nemmeno andare in prigione—gli è stato offerto un patteggiamento che escludeva la permanenza in cella prima del processo. Eppure lui l’ha rifiutato, “sia per una questione di principio, sia perché non voglio essere un criminale; ciò interferirebbe con il mio diritto di portare armi."

In questo video della scorsa settimana Rich appare sereno: si accende uno spinello e parla della “speranza in un giorno in cui le persone non temeranno il governo, perché sarà il governo a temere le persone!” mentre indossa una t-shirt di Ron Paul (non sono parenti). Ma il suo attivismo ha radici serie e in un certo senso molto personali—mi ha raccontato che la sua ispirazione viene dall'ex fidanzata, Julie, morta di cancro nel 2002 all’età di 31 anni. Ai tempi lei non aveva usato la marijuana per scopi curativi perché era illegale, ma nel 2009 Rich ha iniziato a fumarla, avvertendo un miglioramento nella sua vita. “Ho iniziato a riprendermi dalla morte di Julie,” spiega. “Mi ha aiutato a riaprirmi alla vita. Un tale potere positivo deve essere reso disponibile. Ho ricominciato a frequentare altre donne per la prima volta in sette o otto anni. Mi sono innamorato di nuovo. Ho finalmente avuto la vita che volevo… e poi è crollato tutto.”

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Il fatto è che le idee di Rich per fermare il crollo non costituiscono valide argomentazioni legali. È praticamente dato per scontato che,  vendendo l’erba, Rich abbia infranto la (ingiusta) legge. La sua difesa spera che la giuria “annulli” il caso—in altre parole, dovrebbero arrivare alla conclusione che le norme da lui violate non dovrebbero proprio esistere  e che quindi non c’è ragione per mandarlo in galera. Non è un’idea poi così inverosimile. Anche se i giudici e i pubblici ministeri dell'intero Paese odiano l’idea di giurati decisi a modificare una norma, la cosa è tecnicamente legale, e una legge promulgata quest’anno permette alla difesa di informare i giurati della possibilità di raggiungere un verdetto di non colpevolezza in caso di obiezione alla legge. A settembre in New Hampshire un rastafariano di nome Doug Darrell è riuscito ad ottenere l'annullamento di accuse legate alla marijuana, quindi per Rich c’è una minima speranza. Nel frattempo, nella piazza principale di Keene sono già state avviate celebrazioni per il 420 in sua solidarietà.

“Qualcuno deve avere il coraggio di dire che è sbagliato, e penso quel qualcuno che potrei essere io,” mi ha detto Rich. “Mi sono assunto questo rischio, ora scopriremo se ho fatto bene a scommettere la mia vita.”

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