FYI.

This story is over 5 years old.

News

Dopo Bruxelles, la strategia social di Salvini ha raggiunto un nuovo livello

Al momento degli attacchi di ieri Matteo Salvini si trovava a Bruxelles, e ha deciso di dar via ad un vero e proprio reportage fotografico di propaganda su Facebook, portando la sua strategia comunicativa su un altro livello.
Niccolò Carradori
Florence, IT

Dopo gli attacchi di ieri a Bruxelles, l'amperometro delle reazioni politiche sui social network è di nuovo andato in tilt. Nell'insieme di dichiarazioni, indignazione e cordoglio, però, c'è stato un politico italiano che si è messo particolarmente in luce: Matteo Salvini. Meno di 24 ore dopo, la sua attività social in diretta da Bruxelles—dove si trovava, e dove si è dovuto trattenere in seguito al blocco dell'aeroporto colpito dall'esplosione—è già diventata un caso, con migliaia di condivisioni, commenti e meme a tema.

Pubblicità

Anche prima di questo suo reportage, bisogna riconoscere che la strategia comunicativa di Salvini, almeno da quando è segretario della Lega, era piuttosto sostenuta—per utilizzare un eufemismo—nei toni e nella reiterazione dei concetti. Ma soprattutto nei tempi: la sua capacità di reazione è impressionante, e ogni occasione possibile viene sfruttata per fare propaganda. Salvini posta foto, meme e video in continuazione, e il suo stile di comunicazione, che negli ultimi anni non è mai cambiato, lo ha reso uno dei politici più riconoscibili nell'ambito dei social media. Basti pensare ad esempio all'hashtag #Ruspa.

Ieri, però, si è fatto decisamente prendere la mano: poco prima della prima esplosione in aeroporto—come spiegato da lui stesso su Facebook—si stava recando lì per prendere un volo, e bloccato dalla polizia ha trascorso il resto della giornata in giro per Bruxelles, a documentare i suoi spostamenti attraverso numerosissime foto e dirette da varie parti della città.

Dopo aver mostrato i soldati belgi che piantonavano l'esterno del Parlamento blindato, e aver postato qualche immagine che condannava l'"ennesima dichiarazione di guerra" che l'Europa ha ricevuto, il segretario della Lega ha deciso di improvvisarsi giornalista immersivo ed è uscito dai confini della struttura del Parlamento per commentare gli sviluppi delle notizie.

Salvini si è fatto fotografare di fronte a un'entrata della metropolitana sbarrata, ha documentato le schiere di ambulanze che stazionavano di fronte al Palazzo Reale, le piazze deserte e controllate dai militari, e la stazione centrale di Bruxelles: il tutto intervallato da qualche diretta video su Facebook in cui illustrava lo stato di allarme che tutta l'Europa dovrebbe captare, il "cuore di Bruxelles che sanguina", e riflettendo sulla strada a cui sta portando il "buonismo" nei confronti degli immigrati.

Pubblicità

Nel primo video si concentra sula questione principale della sua giornata di reportage da Bruxelles, illustrata in tutte le varianti e inquadrature possibili: "Non vorrei che l'Europa stesse raccogliendo quello che ha seminato, a furia di dialogare ed integrare persone che non hanno nessuna voglia di essere accolte e di integrarsi. Raccogliamo per i nostri figli il seme della paura. Non è questo il futuro che io vedo per l'Europa, tanto meno per l'Italia."

Ovviamente questa iniziativa ha attirato fortemente l'attenzione dei media, e nella sola serata di ieri Salvini è stato ospite di ben tre trasmissioni diverse (su Rete Quattro, Rai Tre e Rai Uno), che gli hanno sì permesso di ribadire le sue convinzioni, ma hanno anche sollevato moltissime critiche di sciacallaggio politico.

Queste ultime non sono mancate nemmeno sulla sua stessa pagina Facebook, dove in molti si riferivano alla mancanza di tatto nel martellare una questione tragica per farsi un giro elettorale-turistico nel dolore. "[…] Ma non ti fai schifo da solo a fare propaganda anche con le disgrazie altrui? Non potevi fare almeno un giorno di silenzio come segno di lutto? Sei un piccolo uomo che fomenta gli ignoranti per i suoi tornaconti," scrive per esempio una commentatrice sotto questa foto.

In serata, il flusso ininterrotto di contenuti social di Salvini ha prodotto anche la classica reazione chimica dell'internet: la creazione di innumerevoli meme tratti dalle immagini che lui stesso aveva scattato sotto l'hashtag #Salviniovunque.

Pubblicità

Il punto è che stavolta, nonostante i contenuti che ha proposto siano più o meno quelli che porta avanti in modo quasi sistematico dagli attentati di Parigi, Salvini ha effettivamente—e volutamente?— esagerato: i suoi post sono sembrati troppo "famelici" di cavalcare l'ondata di attenzione morbosa anche a chi solitamente prolifica su questo tipo di retorica.

Il rischio intrinseco di questo atteggiamento, ovviamente, era quello di non risultare più credibile per nessuno: ancora più ridicolo per coloro che già vedevano con ironia i suoi post, considerandoli sicumere populiste, e stucchevoli persino per chi condivide le sue idee. Ma dando un'occhiata alla statistiche della sua pagina Facebook si può notare in modo inequivocabile come questa "strategia dell'escalation" gli abbia fruttato un sacco di seguaci in più. Dimostrando che Salvini ci è riuscito un'altra volta.

Segui Niccolò su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: