FYI.

This story is over 5 years old.

News

La Germania è tornata a essere il paese più odiato d'Europa?

Dalla stampa ai social network, una delle conseguenze della situazione in Grecia è una nuova ondata di sentimento anti-tedesco. Ma cosa ne pensano i tedeschi? Ne ho parlato col giornalista Alexander Görlach.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Angela Merkel, François Hollande e Alexis Tsipras all'Eurosummit del 13 luglio 2015. Via

.

Tra i risultati più tangibili dei negoziati a Bruxelles dello scorso fine settimana, in cui si è arrivati a un passo dall'uscita della Grecia dall'Euro, c'è sicuramente l'ondata di risentimento che si è sollevata contro la Germania, ritenuta la principale responsabile di un accordo umiliante che, a detta di molti, non farà altro che aggravare la crisi greca e ridurre il paese a una specie di protettorato.

Pubblicità

I giornali di mezzo mondo, infatti, si sono scagliati contro l'estrema intransigenza con cui Angela Merkel e il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble hanno condotto le trattative, accusandoli di aver ricattato Atene. Alcuni funzionari europei hanno addirittura parlato di "waterboarding mentale" e di uno Tsipras letteralmente "crocifisso" durante l'Eurosummit.

Ma è sui social network che il sentimento anti-tedesco è dilagato come non mai. L'hashtag #ThisIsACoup—"Questo è un colpo di stato"—è stato nei trending topic per qualche giorno. Come ha ricostruito il Guardian, l'hashtag è nato a Barcellona e si è diffuso molto velocemente in tutto il mondo, anche grazie a un articolo di Paul Krugman in cui l'economista ha scritto che l'hashtag è sostanzialmente giusto, perché i negoziati non sono altro che "una pura vendetta" nei confronti della Grecia, che ora non ha "alcuna speranza di risollevarsi."

Anche l'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha descritto l'Eurosummit come "il culmine di un colpo di Stato," paragonandolo al golpe dei colonnelli. "Nel 1967," ha scritto Varoufakis, "le potenze straniere usarono i carri armati per porre fine alla democrazia greca. Nel 2015 hanno usato le banche."

Insomma, mai come questi giorni una parte dell'opinione pubblica europea è convinta che la Germania stia distruggendo l'unità europea—e qui i parallelismi storici si sprecano. Il punto è che una simile posizione non viene solamente dagli ambienti euroscettici, ma anche dall'editorialista del Financial Times Wolfgang Munchau, il quale sostiene che la Germania e i creditori della Grecia abbiano praticamente distrutto l'Eurozona.

Pubblicità

Social media backlash against — ST Foreign Desk (@STForeignDesk)July 13, 2015

Ma cosa ne pensano i tedeschi di questo crescente sentimento anti-tedesco? Sono consapevoli di essere tornati a essere, in un certo senso, lo spauracchio d'Europa? Per cercare di capirlo, l'ho chiesto direttamente a uno di loro—ossia l'autore e opinionista Alexander Görlach, direttore del magazine tedesco The European.

VICE: Se si dà un'occhiata ai giornali e ai social network, c'è parecchia rabbia nei confronti della Germania. Il tutto, inoltre, arriva dopo anni in cui Angela Merkel viene ritratta con i baffetti di Hitler, e in cui si parla di "Quarto Reich." Come la vivono i tedeschi?
Alexander Görlach: La maggior parte dei tedeschi è convinta che questo trattamento non sia giusto. Non è solo la Germania ad aver assunto una posizione forte nei confronti della Grecia: l'hanno fatto anche altri paesi—ad esempio l'Estonia, la Slovenia, i paesi dell'Est, la Spagna e l'Irlanda.

Fondamentalmente hanno detto che loro le riforme le hanno fatte, e che ora tocca ai greci farle. Gli altri 18 paesi dell'Eurozona non sono la causa di quello che è successo alla Grecia, ma sono la parte della soluzione. In più, vedere immagini di Schäuble che pende da un albero non è propriamente edificante.

La percezione generale è che comunque la Germania abbia molte colpe—basta pensare a tutta la storia dell'hashtag #ThisIsACoup su Twitter.
Nell'affrontare la crisi, si potrà sempre discutere se l'austerità sia o meno la strada migliore. Ma non è colpa dei tedeschi—o degli italiani, o degli spagnoli—se l'economia greca non funziona. Inoltre, si deve anche considerare il fatto che la Grecia è l'unico paese in Europa dove l'austerità e le riforme non hanno funzionato.

Pubblicità

Scaricare le responsabilità su altri non aiuterà. La Grecia non ha ancora le basi per far andare a dovere l'economia. E se questo non cambierà, la Grecia non si rimetterà in piedi—sia con l'Euro che con la Dracma.

Una manifestazione in sostegno del "sì" al referendum in piazza Syntagma, ad Atene. Foto di

Panagiotis Maidis

Credo che ormai il risentimento anti-tedesco sia andato decisamente oltre le valutazioni economiche. Sui social media, ad esempio, c'è chi ha accusato la Germania di "voler distruggere l'Europa ancora una volta." Credi che, dopo l'Eurosummit, la gente abbia inasprito la sua opinione sulla Germania?
Il risentimento anti-tedesco, almeno per me, è un termine molto forte. Sono appena stato in Spagna e in Inghilterra e non l'ho visto. Perché? Perché gli interessi principali della Germania sono in linea con quelli dei suoi partner: cioè che l'Unione Europea e l'Euro funzionino.

Oggi, ad esempio, ho letto un articolo su Russia Today (che è finanziato dal Cremlino) che se la prendeva con la Germania. Naturalmente, questa è propaganda. Un'Europa unita è una minaccia per la Russia, basti pensare alla situazione in Ucraina, e lo è anche—sotto un altro punto di vista—per gli Stati Uniti, che vogliono rimanere la prima potenza nel mondo occidentale.

Recentemente mi sono riletto un'intervista al professore Brendan Simms su Der Spiegel , in cui sostiene che in Europa esiste una certa forma di "germanofobia." Secondo te è così?
Essendo tedesco, spero proprio che non esista! A parte questo, credo che negli ultimi anni la Germania abbia dimostrato di fare gioco di squadra—naturalmente, non essendo Madre Teresa, tutela anche i suoi interessi—e abbia anche ripreso fiducia nella concertazione tra le nazioni. In più, molti tedeschi non vogliono che il paese intervenga negli affari internazionali.

Pubblicità

A ogni modo, attualmente nel parlamento tedesco non ci sono partiti nazionalisti, e i movimenti di destra di qualsiasi tipo sono guardati con sospetto. C'è anche una grande compassione nei confronti dei rifugiati nel Mediterraneo, così come verso i greci che persono le loro pensioni e vanno a letto con la pancia vuota. Insomma, la Germania non meriterebbe di essere vista con così tanta paura.

Il comitato di accoglienza di Angela Merkel ad Atene, nel 2012. Foto di Henry Langston.

Un recente sondaggio di Pew, tuttavia, dice che i tedeschi vedono i Greci come le persone meno affidabili e laboriose d'Europa. Quanto è realmente diffuso questo sentimento in Germania?
Negli ultimi quattro anni c'è stato questo tipo di discorso. Naturalmente gli stereotipi sui greci "pigri" e sfaticati sono portati avanti principalmente dalla stampa scandalistica e dai tabloid. Quindi sì, c'è questo tipo di sentimento in Germania, ma non è condiviso dalla maggioranza dei tedeschi.

Tuttavia, con il referendum greco, credo che la percezione negativa si sia per la prima volta diffusa in parti più ampie della società. Il motivo è semplice: c'erano molte aspettative sul fatto che i greci non credessero al loro governo e avrebbero votato "Sì" invece di "No."

Torniamo ai negoziati dello scorso weekend. La stampa straniera ha sottolineato che la "linea dura" di Merkel e Schäuble "ha sorpreso persino gli osservatori di lungo corso della politica europea." I partiti di opposizione tedeschi, dal canto loro, hanno pesantemente criticato la gestione dei negoziati. Cosa ne pensa l'opinione pubblica tedesca? C'è sostegno per l'operato del governo?
A causa di questa crisi, tutti i governi dell'Eurozona hanno speso un sacco di tempo e fatto molti sforzi per risolvere questo problema. Sarebbe profondamente ingiusto non riconoscere questa circostanza. Una soluzione doveva essere trovata. La Grecia stava finendo il tempo, e tutti al tavolo dei negoziati l'avevano capito.

Pubblicità

Giusto per la cronaca: non credo che ogni singola misura applicata in Grecia negli ultimi anni abbia funzionato a dovere. Col tempo, comunque, l'UE e il FMI vedranno cosa poteva essere fatto meglio. Nei sondaggi, comunque, il partito di Angela Merkel è nel suo punto più alto, e se si dovessero tenere le elezioni adesso probabilmente riuscirebbe a formare un governo da sola. Quindi, ecco, mi sembra che la popolazione sostenga le sue politiche.

Festeggiamenti per la vittoria del "no" ad Atene. Foto di Panagiotis Maidis

Proprio ieri, Wolfgang Schäuble ha detto che in Germania parecchie persone, anche all'interno del governo federale, sono convinte che la Grexit sia la soluzione migliore per la Grecia. Davvero c'è questa intenzione di sbattere la Grecia fuori dall'Euro e dall'Unione?
Questo è il punto centrale della nostra conversazione: la Merkel non è il "peggior nemico" della Grecia. Lei ha accettato di negoziare un nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia, e questo dimostra come lei creda nell'unione politica, con la moneta a fare da motore per l'integrazione.

C'è chi ha sostenuto in Germania che una Grexit sarebbe stata una soluzione più "economica." Ma dal momento che l'Unione Europea è un'unione politica fondata su una serie di principi basilari, la Grecia dev'essere salvata. Investire altri 70 (o 86) miliardi di euro in Grecia è una scelta impegnativa, e da un lato credo che sia inappropriato incolpare gli altri 18 paesi dell'Eurozona di aver considerato altre opzioni.

Pubblicità

Naturalmente in questi giorni si è parlato moltissimo di Grexit. Tuttavia, ho notato che ogni tanto spunta fuori un altro neologismo—"Gerexit," ossia l'uscita della Germania dall'euro. Nel febbraio 2015, per fare un esempio, Foreign Policy aveva addirittura titolato: "È arrivato il momento di cacciare la Germania dall'Eurozona." È uno scenario di cui si parla in Germania?
No, è uno scenario completamente privo di senso e come tale non è minimamente preso in considerazione nel dibattito politico tedesco. La Germania è convintamente a favore dell'Euro, così come i suoi cittadini, e quindi un'uscita di certo non è sul tavolo delle opzioni. E poi, pensa solo a che conseguenze potrebbe avere una cosa del genere.

Manifestazione per il no al referendum, Atene. Foto di Panagiotis Maidis.

Commentatori come Paul Krugman sostengono che ormai il progetto europeo è praticamente fallito, e che la Germania e i creditori della Grecia sono i principali responsabili di questo fallimento.
Non credo proprio che sia così. Anzitutto, la politica economica e monetaria degli Stati Uniti è molto diversa da quella tedesca ed europea. Quando la crisi era più grave, il Presidente americano e i suoi Ministri dell'Economia avevano invitato i governi europei a stampare più moneta e a consumare di più, ma qui non è la cosa migliore da fare.

Penso che l'austerità non sia certamente gradevole, ma allo stesso tempo sono convinto che risparmiare e basta non ti salvi del tutto—bisogna fare anche i giusti investimenti. E credo che questo approccio abbia funzionato meglio in altri paesi rispetto a quanto successo in Grecia. Per questo, infatti, credo che la crisi greca sia un fatto particolarmente specifico di quel paese. Naturalmente anche l'Italia, la Spagna e l'Irlanda hanno subito pesanti tagli; ma i soldi sono stati spesi meglio, e ora ci sono migliori opportunità di crescita. La Grecia, invece, ha davvero troppi problemi da risolvere per "ripartire" come hanno fatto altri paesi.

Pubblicità

In più, per tornare sulla Germania, alla fine degli anni Novanta e l'inizio dei Duemila il paese ha dovuto approvare riforme durissime—riforme che hanno causato molte tensioni sociali nel paese—e ci abbiamo messo qualche anno a riprenderci. Questo per dire che, anche se oggi possiamo sembrare dei vincitori, nel futuro potrebbe non essere così: tra qualche anno potremmo essere noi quelli ad aver bisogno di aiuto. Credo quindi che sia anche per questo motivo che molti tedeschi ritengono che queste accuse contro la Germania siano ingiuste.

Protesta ad Atene contro il terzo memorandum, 14 luglio 2015. Foto di Panagiotis Maidis

.

Dal mio punto di vista, l'Europa sembra essere divisa tra chi vuole una Germania più "egemonica," e tra coloro che vedono la sua predominanza come una minaccia mortale. Ma la Germania stessa e i tedeschi come vedono il loro ruolo nell'Unione Europea?
Due anni fa il Primo Ministro polacco aveva chiesto alla Germania di esercitare più leadership in Europa, ma i tedeschi sono molto riluttanti a farlo. Ovviamente il mondo ora è diverso, e la Germania si è ritagliata un ruolo, come dire, meno "imperialista." Insomma, nel paese c'è un dibattito molto aperto su questo aspetto, ma una decisione non è ancora stata presa.

Certo, come in ogni altro paese ci sono gli estremisti di destra che dicono che la Germania è il miglior paese del mondo, ma non è quello che la maggioranza dei tedeschi pensa. Comunque, il nazionalismo è un problema in tutto il continente.

Le cose che in passato hanno ripetutamente distrutto il continente sono fondamentale due: il fanatismo religioso e nazionalista. Il progetto europeo, quindi, ha sempre avuto come fine ultimo il superamento degli stati nazionali e del predominio delle istituzioni religiose. Questo, per me, continua a rimanere l'obiettivo primario—la costruzione di un'unica entità per tutte le persone che vivono sul suolo europeo. E in un'Europa del genere non c'è spazio per nessun tipo di egemonia.

Segui Leonardo su Twitter