FYI.

This story is over 5 years old.

stili di gioco

Briatore non è il mio presidente

The Four Year Plan non è l'incredibile epopea di una squadra nobile che risale dai bassifondi, ma la commedia di un gruppo di uomini d'affari alle prese con una materia complessa come il calcio.

The Four Year Plan è il documentario sui quattro anni di Flavio Briatore come proprietario di parte del Queens Park Rangers. Nell'agosto del 2007, dopo anni di difficoltà economiche culminati in un debito di 18 milioni, il Qpr è sull'orlo della bancarotta quando viene acquistato (con i suoi debiti) da Briatore insieme al capo della Formula 1 Bernie Ecclestone, al politico/businessman spagnolo Alejandro Agag e al magnate dell'acciaio indiano Laksimi Niwas Mittal, che come parte dell'accordo infila il marito della figlia, Amit Bhatia, nel consiglio di amministrazione. L'obiettivo dichiarato da Briatore è quello di riportare il Qpr in Premier League nel giro di quattro anni.

Pubblicità

Come nel caso del play by play di qualche tempo fa su FC Barcelona Confidential, il documentario sul Barça del 2003 di Joan Laporta e Sandro Rosell, The Four Year Plan è utile per capire quanto poco sappiamo in realtà delle dinamiche interne del calcio e quanto poco sia una cosa che ci riguarda davvero in quanto tifosi. Per quanto possiate sentirvi parte della squadra che tifate, che magari tifava vostro padre e prima di lui vostro nonno, la verità è che i club di calcio hanno dei proprietari e che riguarda più loro che voi. Perché loro ci mettono i soldi. Tanti soldi. Forse noi possiamo rivalutare la nostra posizione di spettatori, che in fondo porta con sé il privilegio di non rischiare davvero nulla e goderci le storie per quelle che sono. Questa ad esempio non è l'incredibile epopea di una squadra nobile che risale dai bassifondi del calcio inglese, ma la commedia di un gruppo di uomini d'affari alle prese con una materia complessa come il calcio.

Quello che segue è un play by play illustrato da alcune diapositive tipo viaggio di nozze.

8.10 Questo è Flavio che parla male di non ho capito quale giocatore durante una partita delle riserve. Siamo nell'ottobre del 2008, un anno dopo il suo arrivo a Loftus Road. Un Loftus Road che cadeva quasi a pezzi, a cui hanno rifatto le tribune, ridipinto i piloni (Briatore ha anche licenziato la mascotte della squadra per motivi di superstizione: un gatto nero di nome Jude). Quello seduto a fianco a Flavio è Iain Dowie, l'allenatore. Tra pochi secondi Flavio gli chiederà: “Puoi dire agli altri giocatori di passare più palloni a Tommasi? Così capiamo se sta bene.” Dowie si alzerà e andrà in campo. Appena Dowie ha sceso un paio di gradini Briatore dice ad alta voce, in italiano: “Quel portiere lì è proprio una merda.” “Eh?” chiede Alejandro Agag che parla italiano ma non ha capito (in passato ha fatto soldi con i diritti della Formula 1 per la tv spagnola). “Hai visto il portiere?” chiede Briatore. Non sappiamo se Dowie ha chiesto ai suoi di passare la palla a Damiano Tommasi, ma in panchina sentiamo che confida a qualcuno, a bassa voce come se dalla tribuna potessero sentirlo: “Amit mi ha chiesto se ho qualche problema con Flavio. Ho detto di no, non c'è problema. Solo che non faccio tutto quello che vuole lui”.

Pubblicità

Che Dowie era messo male lo avevamo capito durante la trasferta di Birmingham (6.22) in cui Briatore era in tribuna e vicino a lui era seduto Amit Bhatia. Immaginate quindi un self made man italiano con gli occhialini azzurri e un rampollo della migliore borghesia indiana: Columbia School a Delhi, l'università negli Usa (Cornell) e il matrimonio con la figlia dell'imprenditore indiano con base a Londra Mittal (Person of The Year 2006 per il Financial Times). Amit ha un anno in più di me ed è stato eletto da poco Asian Business Young Entrepreneur dalla Asian Business Awards (marzo 2013), eppure all'epoca, aveva 28 anni, anche lui sembrava soffrire la personalità di Flavio come uno qualsiasi dei tizi di The Apprentice e come probabilmente farei io. A un certo punto Amit commenta un'azione di gioco dicendo: “Palla nostra, palla nostra.” “Sei ottimista,” lo punzecchia Flavio, e Amit si difende: “Sono nervoso, ci tengo talmente tanto a vincere questa partita.” Qualche azione dopo Briatore dice (e non è importante sapere riguardo a quale giocatore): “I want to fucking sell this idiot.” Alla fine perdono 1-0 e nel parcheggio Briatore se la prende con l'allenatore: “Non ha strategia.” Amit ripete come un pappagallo: “Sì, non ha strategia.”

Dopo appena quindici partite Briatore esonera Dowie. Al suo posto Gareth Ainsworth.

14.30 Quello sullo sfondo è Flavio, non è affatto contento di Ainsworth. Quello in primo piano con le mani tra le ginocchia invece è Gianni Paladini, direttore sportivo. Avevamo visto Paladini qualche scena prima, parlare in italiano al telefono con qualcuno di influente, chiedendogli di intercedere per la causa di Dowie: “Flavio vuol mandare via l'allenatore non lo so perché. È un disastro, ma cerca di parlarne anche tu un po'… e i tifosi poi… comunque lui ti ascolta a te.” Poi lo abbiamo visto parlare al telefono con Flavio dopo un pareggio esterno con lo Swansea: “Comunque 0-0 non è un brutto risultato (…) Flavio comunque questa è una buona squadra, non ci hanno fatto giocare, hanno dominato sempre loro.” Quando Flavio dice che se perde caccia Ainsworth, Alejandro Agag commenta in italiano: “Tra un po' finiremo con Flavio in panchina.”

Pubblicità

Briatore aveva già dato un'occhiataccia alla schiena di Paladini e adesso aggiunge: “No, ma è il suo lavoro.” Briatore vuole che Ainsworth faccia un cambio, secondo lui dovrebbe mettere Gavin Mahon. Paladini si gira: “Sì ma come faccio a andare dentro al campo a dirglielo, Flavio?”

“Dillo a qualcuno.”

“E come faccio a dirglielo da qua.”

“Dillo alla massaggiatrice,” insiste Briatore.

Paladini esegue.

Poco dopo entra in campo Gavin Mahon che al novantesimo segna il gol della vittoria con uno stacco di testa sul secondo palo. Paladini grida “Yeeees,” con l'accento napoletano. Al culmine dell'autocompiacimento Briatore è in piedi nel suo piumino nero con entrambe le braccia alzate. “Mahon! Mahon!” ripete puntando il dito contro Paladini. Poi a gesti manda affanculo lui e Ainsworth.

16.00 Questa è la faccia perplessa di Damiano Tommasi durante un discorso un po' confuso di Briatore sulla necessità che ha ogni club di avere un uomo di carattere che lo guidi, e fa l'esempio del Milan con Capello. Sta presentando ai giocatori il nuovo tecnico: Paulo Sousa. Paulo Sousa dice che a lui interessano due cose: lavoro e lealtà. Soprattutto lealtà: “È molto importante per me.”

Questo è un giocatore che non conosco, durante il discorso di Paulo Sousa.

22.10 Riunione finanziaria. Cercano di recuperare dei soldi e Briatore dice che devono ottenere di più dagli sponsor. Amit dice: “Flavio devo essere sincero, credo che avremo qualche problema a trovare nuovi sponsor.” Briatore, quasi sotto voce: “Why?” “Chi compra sponsor per…” sta chiedendo Amit, ma Flavio lo interrompe: “Ma tu li devi spingere.” Agag sembra essere d'accordo su questa cosa di spingere gli sponsor.

Pubblicità

24.15 Il Qpr continua ad andare male anche con P. Sousa. Dopo un 1-3 con L'Ispwich Town c'è una riunione in cui P. Sousa si scusa dicendo che non è facile, quando si subentra a stagione in corsa, con giocatori che non ha scelto lui. Briatore si mette le mani in faccia. Addirittura P. Sousa dice: “Riconosco di aver raggiunto traguardi importanti.” Secondo lui hanno perso molti punti per errori individuali, serve qualità. “Oggi potete vedere la squadra organizzata meglio e gli  errori vengono da errori individuali. Era quello che volevo dirvi.” Briatore ha ascoltato pazientemente ma poi dice: “Non mi dire qualità perché qualità ne abbiamo molta in più dell'anno scorso ma i punti sono più o meno quelli. Ogni partita giochiamo col 4-4-2.” Guarda su un foglio dove evidentemente c'è l'elenco delle formazioni usate: “4-4-2. 4-4-2. 4-4-2. 4-4-2. 4-4-2. Il problema secondo me è questo.” P. Sousa dice di no, che ogni tanto ha anche giocato con tre punte. Amit sogghigna, si capisce che P. Sousa non ha scampo.

29.15 Qui Paladini è al telefono con Briatore nell'ufficio di due segretari che mentre cammina su e giù mettono a posto la cancelleria. Sta dicendo: “Ciao Flavio, ti telefono perché questo scemo ha fatto una dichiarazione nella press, no, dicendo che lui è andato in vacanza e quando è tornato dalla vacanza… perché i giornalisti gli hanno chiesto perché ha mandato Dexter Blackstock al Nottingham Forest, e lui ha detto: 'Io sono andato in vacanza e quando sono tornato il board ha deciso di mandarlo in prestito.' 'Sto scemo ci mette i tifosi veramente contro.” In effetti P. Sousa ha detto proprio questo poco prima in conferenza stampa. Dexter Blackstock, che Paladini pronuncia con un accento napoletanissimo, era il miglior marcatore del Qpr. “Io glielo dissi: Guarda che mandiamo Dexter Blackstock al Nottingham Forest. Se lui insisteva non lo mandavo. Mo' sta dando la colpa a noi.” Poi, dopo aver paventato un articolo scandalistico del News of the world, aggiunge: “'Sto scemo non lo faceva neanche giocà. Questi che cominciano bene, poi si montano la testa… giornali, interviste. All'inizio teneva sempre la tuta addosso, mo' sta sempre con la mano in tasca, tipo Mourinho, no?”

Pubblicità

(Dopo una breve carriera da calciatore del Napoli interrotta prima di giocare una sola partita ufficiale, Paladini è emigrato in Inghilterra alla fine degli anni Sessanta. Ex interprete e ex procuratore di Ravanelli e Benito Carbone, è entrato nel Qpr nell'estate del 2004 con 650.000 sterline, ma aveva la casa ipotecata e i tifosi non si fidavano di lui. Nell'agosto del 2005 Paladini ha raccontato di essere stato aggredito da David Morris, un altro azionista del Qpr (ma solo al 2 percento), che  gli ha tirato un'imboscata insieme ad alcuni suoi amici thugs, facendogli firmare con una pistola alla testa delle carte con cui rinunciava alla sua parte del club. Durante il processo Morris è stato prosciolto e non è stata fatta luce sui reali avvenimenti di quel giorno. All'avvocato di Morris che gli ha chiesto: “Ha mai detto all'allenatore, Ian Hollaway, che lo avrebbe ucciso?” Paladini risponde: “In a funny way, yes, but it didn't mean anything at all.” Comunque sia andata, è una storia vecchia.)

Ovviamente P. Sousa viene cacciato. Al suo posto di nuovo Ainsworth.

33.45 La gente allo stadio fischia Briatore e Ecclestone e canta We want our Rangers back. Per strada Briatore si confronta con un gruppo di tifosi che crede ostili. “Vi dovete ricordare dell'anno scorso.” “Ci avete salvato,” gli dice uno di quelli. “Rimetto la squadra sul mercato. Vendo il club,” continua Briatore. Da dietro uno gli dice: “We love you Flavio.” Un altro fa “Relax.” “Tornate in League One,” insiste lui. “Adesso vendo il club. Dico al mio avvocato di vendere, non voglio più averci niente a che fare.” “Ci hai salvato,” gli ripetono quelli, “ci hai salvato.” “Lo so. Ma non mi piacciono quelli… quei tizi pagano 10 sterline mentre noi abbiamo investito 35 milioni. Abbiamo detto che ci avremmo messo tre anni, se quelle persone sono così intelligenti, che si comprino il club.” Alza la voce: “Voglio i nomi di quelli che mi hanno fischiato, oppure vendo il club. Fate voi. A me non interessa.” E questo è uno dei momenti più alti di tutto il film.

Pubblicità

45.00 La stagione 2009-2010 è iniziata bene con il nuovo tecnico Jim Magilton, poi la squadra è andata male di nuovo e alla fine Jim Magilton viene esonerato. Al suo posto Paul Hart, che dura meno di un mese e a cui subentra Mick Harford. Nel frattempo Briatore prova a scuotere la squadra: “Non siete abbastanza cattivi. Quando vuoi vincere, qualsiasi cosa tu stia facendo, devi essere arrabbiato, arrogante. Se no gli altri ti battono.” Ma non serve a molto. Il Qpr perde anche la partita dopo, nello stadio mezzo vuoto, e i tifosi gli cantano "It's all your fault Flavio."

47.00 Qui Briatore è deluso: “Credo che a questo punto il club lo abbiamo salvato. Andare lì che perdi una partita e quelli che pagano 10 sterline ti insultano anche, non ha nessun senso…” Agag è d'accordo: “La nostra strategia fino adesso è stata che noi avevamo molto le cose in mano. Sopratutto te hai avuto le cose in mano. Mettere un professionista adesso che la porta avanti secondo me è la strada giusta. Così stiamo un po' più… a controllare da dietro.” “Defilati,” dice Flavio. Poco dopo aggiunge: “Il problema è che abbiamo trovato quattro o cinque idioti. Incapaci. Siamo riusciti a trovarli tutti gli incapaci.” Agag ride: “Abbiamo trovato tutti idioti.” La partita dopo, senza Briatore in tribuna, il Qpr vince. Amit è felice e scende negli spogliatoi con Ishak Saksena (che ufficialmente è il presidente della holding che gestisce il Qpr per la famiglia Mittal). Harford zittisce i giocatori: “The bosses are here.” Amit si complimenta con loro e li ringrazia per quello che hanno fatto. Accenna al fatto che “things are gonna change.”

Pubblicità

50.20 Alla fine anche Mick Harford cede dopo neanche un mese e Amit prende un nuovo allenatore: Neil Warmock. Chiama Briatore col viva voce per dirglielo. Briatore dà il suo benestare: “I agree hundred percent Amit. Well done.” Poi vediamo Paladini al telefono presumibilmente con Flavio: “Questo è un duro,” gli dice. “Le cose cambieranno subito, vedrai.” Neil Warnock comincia a vincere e alla stampa che gli chiede quali istruzioni ha dato ai suoi giocatori risponde: “Smile.” “No, seriously.” “Enjoy.” Durante una conferenza stampa Mikele Leigertwood, il capitano, dice che c'erano troppe persone ognuna con un'opinione diversa su cosa fare, chi far giocare, eccetera. Che gli ultimi tre anni sono stati un incubo. Warnock gli prende delicatamente il microfono. Dice che Briatore come tutte le persone di successo ragiona nel suo modo e pensa che sia il modo migliore. E che non ci si deve dimenticare che quando sono arrivati loro il Qpr era in bancarotta. Insomma, Neil Warnock è l'uomo del successo, si vede, si capisce, lo sappiamo noi e lo sa lui.

Questo è Neil Warnock: ditemi se non potrebbe far parte del cast di Game of Thrones (o al limite di Downtown Abbey).

1.00.00 Nella stagione 2010-2011 Gianni va nel box con Amit e Ishak Saksena. Durante la partita d'esordio un giocatore del Qpr colpisce di testa sotto porta e la palla finisce di poco alta sulla traversa. Amit vede l'aspetto positivo della cosa e commenta: “Oh, he's so good in the air!” Gianni invece si alza in piedi e inizia a imprecare. Amit fa passare qualche secondo e dopo che Gianni si è riseduto dice: “Gianni, quest'anno quando ti siedi qui non strilli contro i giocatori. Be positive. Se vuoi strillare, ti siedi dietro.” Il regista del documentario (Mat Hodgson) ha un grande senso dell'umorismo perché anche delle partite seguenti è attento a mostrarci quelle occasioni sfumate di poco che entusiasmano Amit e fanno fare a Paladini la sua peggiore faccia disgustata.

Pubblicità

1.03.00 Dopo sette partite il Qpr è primo in classifica con +17 gol in differenza reti. Amit è un uomo nuovo e questa è la sua Ferrari con la targa personalizzata. Ishak Saksena gli fa, mentre camminano fuori dalla stadio: “Dimmi una cosa: perché tu ti vesti come Brad Pitt mentre io devo sembrare una cazzo di guardia del corpo?” Amit indossa un maglione grigio con un bel collo largo e occhiali scuri a goccia, e con una Red Bull in mano sembra la versione giovane e indiana di Briatore. Ishak nel suo completo blu petrolio con una camicia azzurrina e una cravatta violetta impeccabile potrebbe essere uscito da American Psycho. Il Qpr è una macchina da guerra (anche grazie al nuovo capitano arrivato in prestito dal Tottenham Adel Taarabt) e dopo diciannove partite è primo in classifica. Amit e Agag iniziano a farsi i calcoli: se vengono promossi passano da 2 milioni di sterline di guadagno a stagione, a 42. Secondo Amit devono fare un piccolo investimento ulteriore per essere sicuri. Agag annuisce (e in seguito il Qpr prenderà Routledge in prestito dal Newcastle).

1.07.00 Briatore telefona a Paladini durante la sconfitta interna col Watford (la sola partita persa in casa di quella stagione, tra l'altro). “Ciao Flavio. Ormai 'sta partita è andata così. Speriamo che non ce ne fanno sei o sette.”

1.07.35 Amit parla delle azioni del club. Loro (la famiglia Mittal) posseggono una minoranza intorno al 33 percento. Flavio e gli altri più del 50 percento con Flavio che all'inizio dell'anno era il socio di maggioranza. Poi durante la stagione “sembra”, dice proprio che “sembra” che Flavio e Bernie si sono scambiati le azioni e adesso è Bernie il socio di maggioranza. Così si sono offerti di comprare un altro 17 percento a Briatore per arrivare ad avere anche loro il 50 percento. Ma Briatore ha rifiutato, Amit non capisce perché.

1.13.50 Questo qui sopra è Gianni che prende a calci lo stadio dopo il pareggio dell'Hull City nei minuti finali, a tre giornate dalla fine del campionato. La voce che dice “Fucking coach” però è di Flavio, seduto appena dietro di lui. Più tardi negli spogliatoi Briatore ripete: “A joke. A joke this guy.” Saksena prova consolarlo: “Ormai è fatta.” Ma lui insiste: “No, non è fatta. Oggi dovevamo festeggiare e invece no, non è fatta.” Come se non bastasse a rovinare l'umore di Briatore c'è l'indagine che l'FA sta svolgendo sul contratto del giocatore argentino Alejandro Faurlin (ora al Palermo). Pare che Paladini abbia fatto qualcosa fuori dalle regole e che l'FA possa addirittura togliere dei punti in classifica al Qpr. Ma Paladini dice che invece è tutto ok, per cui non si capisce.

1.15.00 Briatore e Paladini parlano del contratto di Faurlin. Briatore: “Se hai fatto tutto bene come mai siamo nella sezione investigazione? Se uno fa le robe per bene non c'è investigazione.” Paladini tergiversa, divaga: “Dopo un anno lui è stato votato miglior giocatore dai giornalisti, dai tifosi…”. Briatore lo interrompe: “Si, però non mi frega un cazzo. Cos'è il problema? Se ogni volta che ti chiedo tu dici no problem, no problem e adesso siamo nella merda fino al collo?” Paladini adesso dice che il suo compito era vedere se il giocatore era valido e che lui non fa la parte legale. Comunque è sicuro che al massimo rischiano una multa, che di sicuro non gli verranno tolti i punti.

1.22.50 A due giornate dalla fine il Qpr è campione della Championship e promosso “sul campo” in Premier League, ma la questione in sospeso con la FA non gli permette ancora di festeggiare (si parla di 15 punti come possibile penalizzazione per l'affare Faurlin). Prima dell'ultima partita in casa, Paladini riceve al telefono la notizia che non sono stati decisi dei punti di penalizzazione e gira per gli uffici pieni di gente strillando: “No points deduction! No points deduction!” Poi esce ed esulta in mezzo al campo in direzione del box dei proprietari. Al telefono con qualcuno si commuove, piange. L'annuncio viene fatto ai tifosi. Lo stadio fa festa e Amit in tribuna dice a Paladini: “Gianni, qualsiasi cosa sia successa in passato, so che il tuo cuore è nel posto giusto.”

Quindi, nel maggio del 2011 quel gruppo eterogeneo di investitori ha portato davvero il Qpr in Premier League e Flavio Briatore può dire di aver mantenuto la promessa fatta quattro anni prima. Subito dopo Briatore, Ecclestone e Agag vendono le loro azioni (di maggioranza, ricordo) all'imprenditore malese Tony Fernandes che diventa il proprietario del Qpr. Flavio commenta: “Il calcio rende povero anche chi è ricco.” Amit resta vice-direttore e la famiglia Mittal possiede tutt'ora il 33 percento delle azioni, mentre Paladini, il vero eroe di questo film, lascia il club. Non ho notizie di cosa faccia ora. Il Qpr, come forse già sapete, è retrocesso nuovamente in Championship quest'anno, dopo solo due stagioni in Premier League.

Segui Daniele su Twitter: @DManusia