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Terrore d'estrema destra in Ungheria

In Ungheria, lo scontro tra la popolazione rom e l'estrema destra ha raggiunto livelli più che preoccupanti.
Foto di Daniel Gebhart

Dopo una crisi politica in cui i mercenari hanno controllato le strade terrorizzando la popolazione rom per settimane, il piccolo paese di Gyöngyöspata, a un'ora di distanza da Budapest, è diventato il simbolo della crescente influenza dell'estrema destra in Ungheria e della sua incapacità di convivere con la minoranza rom.

Secondo le ultime notizie, vogliono trasferirli in quelli che chiamano "campi per il mantenimento dell'ordine pubblico", dai quali potranno uscire solo con un permesso. Se non rispettano questa regola, il rischio è di rimanere in uno di questi campi a vita. È un esempio agghiacciante di ciò che può succedere quando la cortina di estremismo di destra che ricopre l'Europa inizia a marcire.

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Con una popolazione di 2700 abitanti residenti in case fatiscenti, Gyöngyöspata non è molto diverso dagli altri posti che abbiamo visto durante il nostro viaggio nelle campagne dell'Ungheria. Comunque, a marzo, un gruppo di civili di estrema destra—uomini in camicia nera e giovani skinhead che indossano occhiali da sole e magliette con teschi—hanno iniziato a pattugliare le strade di Gyöngyöspata. Sono arrivati in centinaia da tutta l'Ungheria per aiutare gli abitanti a risolvere il "problema della criminalità rom". Oggi, tuttavia, nessuno a Gyöngyöspata afferma di averli mai sostenuti o di essere in qualche modo coinvolto.

Non c'è odio, né razzismo ideologicamente fondato a Gyöngyöspata. Sono stati piccoli episodi a scatenare il tutto. La popolazione rom di Gyöngyöspata è quasi raddoppiata negli ultimi anni e, come quasi sempre succede quando un gran numero di persone povere si ritrovano a coesistere in una piccola comunità, il paese ha assisito a un aumento del numero di furti e crimini minori. Di tanto in tanto, qualcosa spariva da una fattoria e i tre poliziotti di Gyöngyöspata, che si dividono l'unica auto, non avevano voglia o non potevano fare granché a proposito: cosa che ha gradualmente fatto infuriare gli abitanti.

La situazione politica in Ungheria ha subito una forte virata verso destra, visibile chiaramente nei successi del partito estremista Jobbik, la cui missione principale è quella di "estirpare il crimine rom": i suoi esponenti hanno consigliato ai "sionisti liberal-bolscevichi" di cominciare a pensare a un posto dove scappare. Lo scorso anno il partito Jobbik, alleandosi con Fidesz, ha ottenuto i 2/3 dei seggi parlamentari, e non è un buon segno per i 700.000 rom che rappresentano la più consistente minoranza etnica del paese.

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I gruppi di vigilantes giunti a Gyöngyöspata sono per la maggior parte membri dell'ormai smantellata ala militare del partito Jobbik, Magya Garda (Guardia Ungherese), co-fondata dal leader del partito Gábor Vona con lo scopo di "realizzare un concreto cambiamento politico e per soccorrere gli ungheresi." Si dice che i membri debbano prestare giuramento indossando delle uniformi simili a quelle naziste. In marzo, il leader dello Jobbik ha parlato a centinaia di questi miliziani al mercato di Gyöngyöspata affermando che, poiché la polizia non era in grado di proteggere la popolazione innocente, il partito avrebbe creato delle armate in tutto il paese che invece lo avrebbero fatto.

I problemi causati da questi gruppi armati a Gyöngyöspata si sono intensificati durante tutto il mese di aprile, raggiungendo l'apice dopo Pasqua. Janos Farkas, presidente del consiglio rom locale, ci ha invitati per un caffè e per spiegarci cos'ha dovuto passare la sua gente. Gli skinhead non sono il problema principale―c'è un nuovo gruppo appartenente all'organizzazione Védérö (traducibile come "forza militare"). Vestiti con uniformi mimetiche e berretti rossi, sono armati e si rivolgono l'un l'altro usando il linguaggio in codice della vecchia Guardia Ungherese fascista. Dopo aver comprato casa a Gyöngyöspata, il loro leader, Tamas Eszes, un insegnante di karate di 47 anni, ha trasferito nella cittadina i suoi paramilitari, temuti perfino dai membri dello Jobbik.

Solo un pendio separa le case di Eszes e Farkas: riescono a vedersi dalle finestre del salotto. Un giorno, i Védérö hanno preso d'assalto l'insediamento rom con asce e spranghe, ferendo quattro persone compreso un ragazzo di 14 anni, che è stato picchiato fino a perdere conoscenza: Farkas ci ha detto che aveva ferito due membri del Védérö cercando di difendere la sua casa. Quando i membri del Védérö hanno annunciato che avrebbero inviato 2000 sostenitori in un campo di addestramento a Gyöngyöspata, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per i rom, che hanno lasciato il paese sugli autobus della Croce Rossa.

Il portavoce del governo ha cercato di minimizzare la situazione, riferendosi alla fuga dei rom come a una "gita di Pasqua"; l'Unione Europea, però, era già sull'attenti. Al mattino del Venerdì Santo, 150 poliziotti stranieri sono arrivati a Gyöngyöspata e, dopo aver sorpreso i Védérö nel loro campo di addestramento, hanno arrestato Eszes e altri simpatizzanti. Anche il Ministro degli Interni Sandor Pinter è arrivato a Gyöngyöspata per farsi fotografare dai giornalisti a casa di Farkas, e per i giorni successivi la polizia ha vietato ai non residenti di entrare nella cittadina.

Nonostante il suo arresto, Eszes si è candidato come sindaco in luglio. Non ha ottenuto la maggioranza dei voti―che è andata a un candidato dello Jobbik―ma ci sono buone probabilità che il nuovo sindaco adotterà forti misure contro i rom. Abbiamo cercato di intervistarlo, ma si è rifiutato di parlare con noi. Farkas ha detto che non ha ancora visitato il loro campo.

I rom sono tornati a Gyöngyöspata non appena la situazione si è calmata. Ad oggi, non ci sono uomini in uniforme che pattugliano le strade. Il nuovo sindaco ha annunciato che finalmente la città avrà una stazione di polizia decente, ma la situazione è tutt'altro che risolta ― gli abitanti vedono tuttora di cattivo occhio i loro vicini rom e Parkas e i suoi hanno ancora paura di Eszes. L'anno scorso, il partito Jobbik ha affermato che l'integrazione della minoranza rom è un fallimento e ha proposto di trasferirli con la forza nei campi. In realtà la situazione sembra ancora peggiore.