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Vice Blog

Teste Vuote Ossa Rotte

Quando andavi in negozio da Stiv, da Zabriskie Point a Milano, c'era da aspettarsi qualunque cosa, prima di tutto che fosse chiuso per qualche motivo imprecisato. Credo di aver letto ogni scusa umanamente pensabile, scritta su un fogliettino appeso con lo scotch alla serranda, ovviamente decorata da loghi di gruppi punk oppure da opere di gente annoiata e/o incazzata che, come me, si era fatta centinaia di chilometri per venirsi a comprare dischi irreperibili altrove. Un giorno trovai il seguente messaggio: "Oggi non si apre, siamo al fiume". A pescare? A fare il bagno? Un'altra volta fu: "Apriamo più tardi". Più tardi quando? A che ora l'aveva scritto quel cazzo di biglietto?

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Non importa, significava che dovevi tornartene a casa senza dischi. L'unica certezza era il sabato pomeriggio, giornata in cui davanti a Zab si assiepava la gioventù hardcore e punk di Milano, più una nutrita rappresentanza di forestieri. Perché stiamo parlando di Stiv, vi starete chiedendo? Principalmente perché Rottame - questo il suo soprannome - era la mente dietro a T.V.O.R. (Teste Vuote Ossa Rotte), la più bella fanzine punk del mondo, e non crediate che si stia esagerando, l'hanno detto persino Tim Yo di Maximum Rock'n'Roll e Jello Biafra.

Il primo numero che mi capitò tra le mani era il 3, quello già stampato in tipografia e ricco di fotografie, all'epoca l'unico non esaurito. Fu amore a prima vista: immaginate i primi anni Ottanta, in una città come Biella, lontano da qualunque cosa, ben prima che inventassero i personal computer o Internet. Le fanzine (e qualche rivista musicale) rappresentavano l'unico contatto con la scena punk, anche quella dall'altro capo del mondo, che poteva voler dire pure Catania per quanto mi riguardava. T.V.O.R. univa l'informazione spiccia - interviste, report, recensioni - con una grafica pazzesca, fatta di ritagli, copia-e-incolla, scritte a mano, fotografie clamorose e un'attitudine fieramente indipendente, punk nel vero senso della parola.

E poi, a renderla unica ci pensavano gli articoli di Rottame e Maniglia, cantante dei Crash Box nonché secondo boss della fanzine, che facevano ridere sul serio, ricchi di spunti ironici, cazzate, avventure ai limiti dell'incredibile. Io mica li conoscevo, ma già erano i miei idoli, avevano lo stesso atteggiamento verso il punk che tanto amavo. Grazie al negozio, conobbi Stiv poco dopo e barattai persino i primi due numeri della fanzine, fotocopiati perché esauriti, con la mia copia rarissima del 7" "We love you/Chip on my shoulder" dei Cock Sparrer, edizione italiana con picture sleeve. Sarebbe un po' come scambiare una Panda con un Mercedes, ma chissenefotte, a me interessava la fanza, mica i Cock Sparrer… Beh dopo quello, uscirono ancora altri due numeri, sempre più belli e corposi, prima che la faccenda diventasse ingestibile anche per Stiv, abituato a mantenere contatti in mezzo mondo. La gente smise persino di chiedergli se fosse pronto il numero 6, finché di T.V.O.R. non si parlò nemmeno più.

Ora, per chi si fosse perso un momento irripetibile del punk italiano, è arrivata una ristampa straordinaria di tutti i numeri della fanzine, più qualche interviste inedita e altre succulente sorprese, grazie alla pazienza dei ragazzi di LoveHate80 e al ritorno in pista del vecchio Stiv, scomparso da anni e su cui erano circolate le peggio voci. Non sono stato alla serata della presentazione al Leonkavallo, mi hanno detto che un alone di nostalgia permeava la serata e poi ero via via per lavoro, quindi avevo la scusa pronta. Il libro l'ho preso comunque e me lo sono letto tutto d'un fiato, ridendo per la milionesima volta alle battute che conoscevo a memoria.

A Milano lo vendono Riot e Hangover, nel resto d'Italia non so, ma voi giovani d'oggi potete sempre ordinarlo via Internet al sito di cui sopra, altro che letterine coi soldi dentro ben nascosti come si faceva una volta. Se proprio ve lo lasciate sfuggire, tra qualche anno ve lo scambio con una copia del rarissimo singolo dei Cock Sparrer. Siete avvertiti…

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