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Música

Tu non sei punk

E se lo dice Penny Rimbaud, non ti resta che crederci.

Non ho nessun legame con il punk come genere musicale. Non l’ho mai avuto. Il punk per come lo concepivo io aveva un obiettivo politico. Quello che viene definito ‘punk’ oggi è qualcosa di assolutamente vuoto e senza palle. Io sono davvero convinto che se non fosse stato per i Crass e per il movimento che abbiamo creato, il punk oggi sarebbe ricordato solo come una delle tante maschere del carnevale del rock’n’roll; il solito spirito vestito con un costume diverso. I Pistols di certo non hanno fatto niente che fosse più estremo di Elvis, l’unica differenza è che Elvis sapeva gestirsi la droga molto meglio di loro. I Crass volevano cambiare il mondo, e per certi aspetti ci siamo riusciti, ma non quanto avevamo programmato. Volevamo mettere in crisi le istituzioni principali dello Stato e tutto ciò che esse rappresentano. Ci siamo spinti molto oltre per farlo. La spacconata rock’n’roll di suonare in un gruppo è stato solo il punto di partenza. Quello che abbiamo fatto come attivisti politici è stato molto più importante della musica. Abbiamo sempre cercato di andare oltre l’essere un semplice gruppo. Nella nostra storia abbiamo avuto incontri e scontri di tutti i generi: la Baader-Meinhof, il KGB, la CIA, l’IRA, il MI6, Margaret Thatcher. Fate voi un nome, hanno provato tutti ad attaccarci. Se paragoni le nostre attività con il fare i coglioni su un palcoscenico ti rendi conto di quanto eravamo avanti. Alla fine per noi le performance erano qualcosa di secondario. Il punk finito nelle mani dell’industria dello spettacolo è una farsa totalmente insensata. Non significa niente. Va be', il rock’n’roll può essere divertente, può farti passare una bella serata, ma che cosa c’entra con il punk? Tutti questi gruppi punk ripuliti e le loro etichette che li vendono come punk vanno benissimo se vuoi divertirti un po’ e fare due salti, ma è inconcepibile che questo abbia qualcosa a che fare con il vero spirito del punk. Il punk era uno stile di vita, non una moda pop. Se fai parte di un gruppo devi impegnarti a mantenere un’immagine pubblica, e l’unico modo di farlo è quello di avere una facciata. Alla fine ci siamo resi conto che era impossibile mantenere quella facciata, e questa è una delle ragioni per cui abbiamo smesso—nel 1984. Molto Orwell. Le parole, la musica e lo stile dei Crass avevano a che fare con la politica nel mondo, ma alla fine credo che coinvolgessero le persone più nella politica di ogni giorno. Il punk era un forte grido contro la disuguaglianza e l’ingiustizia, ma poi fu inglobato nella cultura di massa. Odio le persone che permettono questo inglobamento. Mi fa arrabbiare. Ancora, ancora e ancora senti la voce dei giovani che si alza. E ancora, ancora e ancora, vedi quella voce distrutta dalle droghe, dalle comodità, dalla stupidità e dal tradimento degli ideali. È triste. Malgrado questo, bisogna continuare a credere nella possibilità di cambiare, credere che la gente voglia qualcosa di meglio nella vita, ammirare qualcosa di diverso dalla bruttezza, dalla volgarità, dalla crudeltà e dallo sfruttamento; qualcosa che abbia un senso, in cui riconoscersi. Ma ogni volta che sembra esserci la speranza che questo avvenga, la speranza viene uccisa. Fu così con i Clash. Tutti erano entusiasti perché alla fine c’era qualcuno che parlava di politica e diceva cose come “I’m so bored with the USA”, e il mese dopo che fanno? Vanno a pippare coca e a fare megaconcerti negli USA: complimenti, ragazzi. La gente viene delusa dai propri eroi di continuo, ma credo che alla fine sia colpa loro. Non dovrebbero esserci gli eroi, ma questa è la società in cui viviamo: eroi grandi, gente piccola. Certo, mi rendo conto che c’è gente che può vederci come eroi, ma a questa gente sfugge il nostro messaggio centrale—“Non c’è nessuna autorità al mondo se non te stesso”. Comunque, dalle lettere che continuo a ricevere da tutto il mondo capisco che molte persone sono state toccate nel profondo, non nelle loro tasche, ma nelle loro anime. Per questo il punto non è mai stato dire alla gente: “Dai, compratevi il nostro disco del cazzo,” no, cercavamo di far capire alla gente che la vita è importante, che è l’unica vita che abbiamo e che dobbiamo cercare di viverla a modo nostro, qualunque esso sia. Davamo informazioni alla gente, e credo che molte delle informazioni fossero giuste. Quando dico giuste intendo che rappresentavano qualcosa di valido che la gente poteva acquisire per poi dire, “Ecco, forse potrei fare qualcosa di meglio della mia vita.” Quello che volevamo comunicare alla gente è il senso di autonomia e di autenticità che viene dall’essere un essere umano libero. Lo spirito umano è continuamente umiliato dai media, e allo stesso modo il corpo è danneggiato fuori e dentro dalle droghe, ma alla fine è l’unica cosa che ci rimane. Le nostre personalità non sono altro che una serie di frasi ascoltate qui e là nel corso del viaggio della nostra vita, e purtroppo spesso finiamo per pensare di essere solo questo. Ma dentro di noi abbiamo qualcosa, dalla nascita alla morte, qualcosa che esiste al di là del tempo, e questa cosa è il nostro spirito. Sto parlando di una specie di essenza immortale, credo. Per me il senso della vita è trovare le connessioni giuste per questo spirito che è dentro di noi, perché solo così si diventa parte della totalità della vita. Se esistiamo come delle entità separate, come delle personalità individuali, la vita non è reale e non ha una continuità. Tutti siamo connessi, tutti respiriamo, tutti mangiamo, tutti dormiamo e tutti abbiamo uno spirito che ci permette di farlo. È così ovvio e naturale. Questo è il punto di partenza, e questo è quello che noi (o io almeno) cercavamo di far capire con i Crass. È vero, i testi dei Crass parlano spesso delle “bombe” e dello “Stato”, ma quello che stavo dicendo era “Guarda sotto, guarda oltre tutte queste cose, e dov’è che trovi te stesso?” Se ci riesci, se riesci a trovare la tua anima, sei in connessione con tutta l’umanità, con la vita. Tutti noi viviamo in una realtà quotidiana fatta di bugie e imbrogli, e nessuno riuscirà mai a vederci chiaro. È per questo che dobbiamo aprirci alla gentilezza, al silenzio, alla contemplazione. Dobbiamo trovare il nostro spirito in tutta questa confusione. Ci siamo lasciati andare, siamo diventati dei beni di consumo, delle marionette del mercato. L’unico modo per uscire da questa situazione è capire che la nostra personalità, quello che davvero pensiamo di essere, non è altro che un travestimento di idee. Ci piace pensare di essere speciali, di dire le cose giuste, di metterci le cose giuste, ma è tutta un’illusione, e non conta un cazzo. Malgrado questo, sono convinto che la gente voglia entrare in contatto con gli altri. Dentro è stanca di essere niente se non una vaga idea di sé. Per questo la gente vuole di più, per questo fanno sesso, fumano l’erba, esagerano in vari modi. Probabilmente non troveranno le risposte in quel modo, ma comunque vogliono entrare in connessione. La gente vuole sapere di essere viva, ma, diciamocelo, in una società consumista, non è così facile.