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Twitter è sempre più simile a Facebook, ed è terribile

Se siete abituati a passare molto tempo su Twitter.com, probabilmente saprete già che il vostro amato social network sta per cambiare. E a molti utenti la cosa non è piaciuta affatto.

Foto via Flickr/Filippo Minelli

Se normalmente passate molto tempo su Twitter.com, un sito che ricorda una gigantesca stanza in cui tutti gridano quello che gli passa per la testa, probabilmente saprete già che il vostro amato social network sta per cambiare. E che in futuro sarà più simile a Facebook. Una settimana fa il Wall Street Journal ha riferito che presto il sito presenterà alcune novità, prima tra tutte quella che “separerà i tweet interessanti e attuali dal rumore.” Questo significa che invece del miscuglio indefinito di battute in 140 caratteri, link, lamentele, lanci di agenzia e considerazioni più o meno serie disposte in ordine cronologico inverso, gli utenti vedranno una serie tweet appositamente selezionati da un simpatico algoritmo.

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Molti utenti non l'hanno presa benissimo. E quando hanno deciso di comunicarlo agli altri, ovviamente l'hanno fatto tramite Twitter:

.@twitter to ruin Twitter. Booooo. http://t.co/qC9oZLGpjr

— Clara Jeffery (@ClaraJeffery) September 4, 2014

Yup. RT @dloehr: No one signs up for @twitter looking for a middleman to curate for them. If you must, make that optional for users.

— Alan Sepinwall (@sepinwall) September 4, 2014

A @facebook style filtered ("curated") feed is the exact opposite of what I want on @twitter and from social media. http://t.co/jWHPFGNlFJ

— Sean Finnegan (@IMFinnegan) September 4, 2014

.@twitter: "Let's be more like the worst goddamn website on earth." http://t.co/zAmXozv8vG

— Spencer Hall (@edsbs) September 4, 2014

Per capire come mai gli utenti si sono infervorati (e tra loro mi ci metto anche io, visto che passo moltissimo tempo su Twitter) bisogna in primo luogo capire come mai abbiano tutta questa passione per Twitter. Innanzitutto, per i nuovi arrivati Twitter risulta abbastanza ostile: finché non segui qualcuno non vedi ovviamente nulla, e ci vuole un bel po’ di tempo prima di arrivare a capire che Twitter non è una grande comunità, ma centinaia o migliaia microcomunità che si sovrappongono e parlano tra loro, ridono, scherzano e litigano attraverso i tweet. È anche un mondo in cui tutto e tutti sono sullo stesso livello: i tweet delle celebrità valgono tanto quanto quelli della gente comune che li usa per lamentarsi delle compagnie aeree o per raccontare strane storie su Homer Simpson che si fa le canne in Iraq. Potete decidere di creare voi stessi una selezione, dividendo le persone che seguite, e quindi le cose che scrivono, in liste, oppure potete farvi scivolare tutto addosso, e leggere quello che vi capita sotto il naso, fiduciosi che se sta succedendo qualcosa di importante sicuramente ce lo troverete.

Le cose in cui ti imbatti stando su Twitter sono di natura diversa rispetto a quelle che trovi su Facebook, dove è un misterioso algoritmo a scegliere e raccogliere quali post dei tuoi amici appariranno sul News Feed; il risultato in quest'ultimo caso è che la maggior parte delle volte vieni a sapere di matrimoni o nascite di figli di persone che non vedi da secoli e di cui ti eri praticamente dimenticato. Oppure, e questa prospettiva è ancora più irritante, il News Feed ti propone solo i post che hanno ottenuto il numero maggiore di like, il che si traduce in un'incredibile quantità di video spazzatura o di collegamenti a storie strappalacrime che, teoricamente, dovrebbero restituirvi la fiducia nell’umanità.

I fan di Twitter, incluso il sottoscritto, apprezzano il fatto di non essere costantemente guidati e indirizzati solo verso notizie che qualcun altro ritiene di vostro interesse. Il fatto di dover spulciare tra un sacco di idee e informazioni in continuo fermento è di per sé stimolante: non sai mai se ti imbatterai o meno in una notizia che non avresti mai scoperto se non avessi casualmente notato un retweet. È vero, il News Feed di Facebook può essere un buon modo per spiare le vite degli amici e per sapere cosa sta succedendo a grandi linee nel mondo, ma in pochissimo tempo diventa noioso e prevedibile.

È facile liquidare l’incazzatura degli utenti dei social network riducendola alla semplice lamentela di persone che farebbero prima a spegnere il computer e uscire/leggersi un buon libro, ma la verità è che sono rimasti pochi angoli di internet in cui l’utente può dirsi davvero libero e godere di un'esperienza che non è già stata decisa dalla mano invisibile di un algoritmo. Infatti, non è solo Facebook a intervenire sulle modalità in cui noi visualizziamo i contenuti e in cui siti come questo ricevono traffico; anche un motore di ricerca come Google filtra i risultati delle ricerche—quest’anno ad esempio MetaFilter, una delle principali community online, ha licenziato parte dello staff a seguito di un brusco crollo del traffico dovuto  ai cambiamenti negli indici di ricerca. La rete in cui navighiamo è controllata da grandi società che esercitano questo potere ogni giorno di più. (In alcuni casi questo potere è esercitato a fin di bene: Facebook ha recentemente deciso di prendere provvedimenti contro i siti che pubblicano finte "news" per ottenere maggiore visibilità).

Questo cambiamento di Twitter appare motivato dal bisogno di attrarre un maggior numero di utenti casuali e quindi un maggior numero di inserzionisti. Si tratta di un cambiamento che non interesserà certamente quelli che passano poco tempo a twittare, e sicuramente saranno in molti ad apprezzare la nuova versione del sito. Con un Twitter più simile a Facebook i nuovi utenti avranno minori difficoltà a orientarsi, ma diventando più user friendly Twitter perderà anche quella sua eccezionalità—e questo vuol dire che siamo davanti a un altro caso di omologazione. Il nuovo Twitter farà fare più soldi a tutti. Purtroppo però sarà anche molto più simile al resto di internet.