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Un inutile ma obbligatorio dibattito su Game of Thrones

Game of Thrones: una serie fantasy con un po' di tette e cazzi per renderla interessante, o una rappresentazione del mondo estremamente realistica ed efficace? È l'ora del dibattito.

Come forse avrete notato dai countdown sparsi online e dai repentini cambi di foto profilo Facebook, Game of Thrones è ufficialmente ricominciato. A VICE ignorare il fatto è stato impossibile per un motivo in piùo meglio, due: i post che trovate qui sotto, scritti da due membri della redazione internazionale con visioni diametralmente opposte sulla serie.

Noi li abbiamo messi insieme per riportare alla luce la grande tradizione dell'"inutile ma obbligatorio dibattito." Che seguiate la serie online, su VHS piratati o su Sky, o che non la seguiate affatto, converrete con noi nell'ammettere che vedere due persone discutere senza via d'uscita dà sempre una certa soddisfazione.

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Qui di seguito trovate la versione contro di Clive, mentre per la versione pro di Harry si passa alla pagina successiva. Buona lettura.

SMETTETELA UNA VOLTA PER TUTTE DI PARLARE DI GAME OF THRONES

di Clive Martin

Cosplayer di Game of Thrones. Foto via Flickr/Kyle Nishioka

Per qualche ragione, Game of Thrones è una serie che le persone mi hanno sempre descritto paragonandola ad altre serie HBO: "The Wire con i maghi," "I Soprano con le spade," e così via. Non l'ho ancora guardato e, ad essere onesto, non penso che lo farò mai.

E non è perché non ho HBO Go o perché ogni volta che provo a scaricare qualcosa mi ritrovo con la barra del download ferma e un sacco di pubblicità pop-up di pillole per l'erezione. È perché ho un'innata avversione per tutto ciò che può essere definito "fantasy".

Tutti conosciamo gli stereotipi sul tipico fan del fantasy: l'impiegato di Games Workshop che si irrita e di dispera quando i bambini non sanno giocare bene. Il genere di persona che ha trovato il proprio Giardino dell'Eden culturale nella sezione graphic-novel di Borders negli anni Novanta. La loro traiettoria culturale li ha portati da Redwall a Red Dwarf a Reddit, e ora discutono ad alta voce della morte di Bruce Lee in bar di provincia. Odiano la moda in tutte le sue forme, eppure cercano di distinguersi. Per aggirare questo paradosso, tutti i loro vestiti devono riferirsi a qualcos'altro. Che sia un talismano in stile Alan Moore o una di quelle magliette con scritto "Afraid of the dark, Lagerboy?"

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L'obiettivo dichiarato di Game of Thrones, invece, è che non è rivolto solo a queste persone. È pensato per persone a cui piacciono True Detective, Donna Tartt e i The National. È attraente, pieno di grandi attori, parla di politica e c'è sempre qualcuno che muore. Puoi parlarne alle feste senza essere deriso! Ma più il pubblico protesta dicendo che GoT non è indirizzato solo alle persone che amano conversare di draghi, più diventa profonda la mia avversione a tutto ciò che può definirsi "fantasy".

In realtà, non mi interessa se Game of Thrones sia davvero più simile a "Mad Men con i maghi" che non a Dungeons & Dragons. Il mio problema è strutturale; è la ragione per cui mi sono addormentato durante il primo film del Signore degli Anelli, me ne sono andato a metà del secondo e ho ignorato completamente il terzo (per non parlare di Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, che non è piaciuto nemmeno a quelli che amano Il Signore degli Anelli).

Foto via Flickr

Forse sarei una persona migliore se riuscissi a mettere da parte i miei pregiudizi e ad apprezzare la portata, l'escapismo, la qualità della narrazione e l'umorismo sottile tanto elogiati dai fan del fantasy. Ma non penso che sia questo il problema, perché non ho mai avuto scarse capacità di immaginazione; da bambino adoravo Ghostbusters - Acchiappafantasmi e sono stato una delle poche persone di mia conoscenza che all'epoca ha apprezzato davvero Le avventure del barone di Münchhausen. Non ho passato la mia adolescenza a chiedermi quante uccisioni ci fossero in un film prima di decidere se guardarlo o meno. Non ho mai ripensato al bacio saffico di American Pie 2, e le mie letture sono andate oltre il passaggio obbligato rappresentato dai libri di Kerouac, Salinger, Ballard, Philip K. Dick e via dicendo.

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Anche se poi sono cresciuto e ho scoperto l'alcol, le ragazze e il nu-metal, mi sono ritrovato in mezzo a un sacco di cose che di solito piacciono alle persone a cui piace il fantasy; che stessi cercando di decifrare il discorso dell'Architetto in Matrix: Revolution o qualsiasi cosa in Twin Peaks. Non ho alcun problema con nessuna attività paranormale, occulta o demoniaca—va bene tutto, basta che non compaia la parola "orco".

Ma il fantasy di ascendenza inglese è una cosa che non sono mai stato in grado di sopportare. È una ascendenza che racchiude tutto dalla musica dei Pink Floyd e da quei libri in cui servono i dadi per leggerli. L'ho sempre vista come una cultura che di solito è oggetto di venerazione da parte di persone che non sono in grado di rapportarsi con il caos del mondo reale: i suoi genocidi, il suo dolore, le sue schifezze, le sue mode in continua evoluzione, i suoi fanatismi religiosi.

Qualcuno mi darà del luddista per questa mia incapacità di sopportare il fantasy. Ma sono davvero io il luddista o lo sono le persone che per un anno sono andate a dormire ogni sera contando i giorni mancanti all'uscita de Lo Hobbit - La desolazione di Smaug? Credo che il mio vero problema sia che molte delle caratteristiche del fantasy sembrano derivare da una visione del mondo molto antiquata e conservatrice. Mi ricordano le gite in auto, i pub in cui i baristi indossano abiti di velluto a coste, le gite scolastiche nei parchi a tema e le persone con le magliette con scritto "SMEG OFF".

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Forse se Game of Thrones fosse ambientato in terre davvero immaginarie o futuristiche potrei guardarlo in uno stato di sospensione dell'incredulità. Non ho avuto alcun problema a credere a Blade Runner, ma GoT e gran parte delle opere di genere fantasy sembrano rappresentare soltanto una versione imbastardita dell'Inghilterra del 1930.

Foto via Flickr

Poi c'è il problema del sesso. Il Signore degli Anelli—anche se c'erano Viggo Mortensen, Orlando Bloom e Liv Tyler—è riuscito ad evitare brillantemente qualsiasi cosa fosse anche solo vagamente sessuale, fatto salvo per un po' di scollature e qualche fugace bacio verso la fine. Per quel che ne so, in tutta la loro carriera i Pink Floyd hanno finto che il sesso non esistesse, e sono abbastanza certo che non ci siano pompini nel Mondo Disco. Invece in Game of Thrones ce ne sono tantissimi, stando a quanto dicono tutti ogni volta che se ne parla. Ottimo lavoro—individuare il problema e aggiungerci tette e cazzi.

A me sembra che questi libri, questi film, queste canzoni e queste serie tv su persone con strane orecchie che corrono per le montagne trafiggendosi l'un l'altra per mezzo di spade siano creati per persone che hanno problemi a capire gli altri esseri umani. Mentre il circolo di musica della mia scuola media impazziva per The Piper at the Gates of Down, io non riuscivo a tollerare Tolkien e le sue allusioni mitologiche. In The Chronic non potevo riconoscermi granché, ovviamente, ma mi sembrava documentare un mondo che esisteva davvero da qualche parte, e non qualche ridicola fantasia da collegio.

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E già che ci siamo, dove sono tutte le minoranze etniche nel Signore degli Anelli? È un'accusa comune mossa a un sacco di opere fantasy e probabilmente un appunto fatto da migliaia di cattivi comici. Ma questo non significa che dobbiamo ignorarla. Da una breve ricerca su Google, la giustificazione sembra essere che queste storie sono scritte come se facessero parte del folklore inglese. Ma, ragazzi, un momento. Non doveva essere fantasy? Quindi vanno bene gli orchi, i draghi, i nani ma niente neri? A me la cosa sembra un problema.

Come ho detto, non ho mai guardato Game of Thrones. E chissà—magari è bellissimo. Magari un giorno sarò in grado di mettere da parte tutti i miei pregiudizi. Ma per ora non riesco ad andare oltre quei cazzo di orchi.

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Pensi che Clive Martin sia un cretino che non ha capito la regola del "non parlare di ciò che non sai?" Non sei l'unico. Per leggere il pezzo di risposta, vai alla pagina successiva.

Dopo aver letto la versione assolutamente contro di Clive, ecco la risposta di Harry.

PERCHÉ INVECE NON SMETTI TU DI PARLARE DI GAME OF THRONES?

Di Harry Cheadle

.Foto via Flickr/John Biehler.

Caro Clive Martin,

Ho sentito che non ti piace una serie tv che non hai mai visto. Scrivere di quanto odi Game of Thrones pur rifiutandoti di guardarlo è stato un modo utile e costruttivo di passare il tuo tempo, ma dopo aver letto della tua "innata avversione per tutto ciò che può essere definito fantasy" ho pensato di dover dedicare qualche minuto a rispondere alle tue critiche a un genere e a una sottocultura di cui dichiari fieramente di non sapere nulla. Considera questo pezzo un amichevole "Taci!" da parte di un collega dall'altro lato dell'Atlantico.

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Tanto per cominciare, una precisazione: nemmeno io guardo con costanza Game of Thrones. Ho letto i primi tre libri de Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin quando ero al liceo, per cui sapevo già quello che sarebbe successo nelle prime due stagioni della serie, e ora sono rimasto così indietro da aver rinunciato a mettermi in pari.

Comunque sia, ho una certa credibilità da nerd. Ai tempi in cui gli scaffali delle sezioni di fantascienza e fantasy delle librerie erano il mio rifugio dalle cose che mi accadevano nella vita ho letto un sacco di fantasy. L'unico esempio di questo genere che sembri conoscere è Il Signore degli Anelli, ma durante i primi anni in cui ho letto fantasy la serie più popolare era l'infinita e ipercomplicata La Ruota del Tempo di Robert Jordan, e ho letto anche l'eccellente trilogia Memory, Sorrow and Thorn di Tad Williams, le saghe di Shannara e di Landover di Terry Brooks, gli schifosissimi libri de La spada della verità di Terry Goodkind, le epiche dai titoli terrificanti di Belgariad e Mallorean di David Eddings, la serie misogina sul mondo di Xanth di Piers Anthony… e potrei andare avanti.

La cosa che differenzia i libri di Martin da quelli che ho appena nominato è che Westeros, il mondo da lui costruito, sembra molto più "vero" di tutti gli altri, dalla Terra di Mezzo di Tolkien a Shannara di Brooks. Nella serie c'è pochissima magia, e quando accade qualcosa di sovrannaturale tutti sono spaventati e confusi. I personaggi fanno sesso (per lo più, sesso che sarebbe illegale ai giorni nostri), vengono torturati, si tradiscono a vicenda e muoiono con incredibile facilità e spesso per motivi davvero stupidi—proprio come sarebbe successo a persone vere coinvolte in una vera guerra medievale. Uno dei primi snodi della trama è quando un bambino rimane storpio dopo essere stato gettato da una torre dopo aver assistito a un incesto; uno dei personaggi principali viene ucciso mentre è seduto sul cesso e si caga addosso mentre muore. Quindi i libri sono realistici, diciamo. Ma la cosa più importante è che nel mondo di Martin chiunque agisce in base alla nobiltà, all'onore o ad altri ideali lodati nei romanzi fantasy tradizionali finisce inevitabilmente impalato su una picca, o storpio, o umiliato dai bastardi immorali che ne escono sempre vincitori. Come ho già detto, tutto questo è molto più realistico della maggior parte del fantasy.

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Com'è logico che sia, una serie tv basata su un ciclo di libri pieno di colpi di scena, rovesciamenti, battaglie sanguinose e complotti malvagi promette bene. Aggiungi a tutto questo l'alta qualità tipica delle produzioni HBO, le ottime interpretazioni degli attori (e un sacco di scene di nudo) e hai la ricetta per un gran bel successo commerciale, figliolo. Hai detto di non apprezzare "la portata, l'escapismo, la qualità della narrazione e l'umorismo sottile tanto elogiati dai fan del fantasy," ma non c'è nulla di sottile nel fascino di Game of Thrones. È tutto un "OH MERDA ADESSO LO AMMAZZANO!" e un "ODDIO GLI STANNO TAGLIANDO IL CAZZO!" Se ti rifiuti di guardare una cosa del genere perché—cosa? Perché è ambientata in un mondo medievale? Perché ci sono dentro dei draghi?—non so proprio cosa dirti.

Libri che Clive si rifiuta di leggere. Foto via Flickr/Paulo José Silva Ferraz.

Ma non me ne frega un cazzo di cosa decidi di vedere e cosa no. Quello che mi infastidisce è che il tuo disprezzo per il fantasy sia basato su stereotipi datati e sul Signore degli Anelli, che è come se io mi immaginassi l'Inghilterra come un posto pieno di tizi che somigliano a Winston Churchill e bevono birra calda. Per aiutarti a capire cosa intendo, qui ci sono le mie risposte a quelli che immagino siano i tuoi "punti":

L'ho sempre visto [il fantasy] come una cultura che di solito è oggetto di venerazione da parte di persone che non sono in grado di rapportarsi con il caos del mondo reale: i suoi genocidi, il suo dolore, le sue schifezze, le sue mode in continua evoluzione, i suoi fanatismi religiosi.  

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Se solo avessi speso meno tempo a non leggere e a non guardare cose, sapresti che genocidi, dolore e fanatismo religioso sono tutti temi che i romanzi fantasy affrontano spesso. Forse vorresti che ci fosse più sesso nei libri che leggi, nel qual caso ti consiglio l'autore di ucronia/fantascienza Harry Turtledove.

Poi c'è il problema del sesso. Il Signore degli Anelli—anche se c'erano Viggo Mortensen, Orlando Bloom e Liv Tyler—è riuscito ad evitare brillantemente qualsiasi cosa fosse anche solo vagamente sessuale, fatto salvo per un po' di scollature e qualche fugace bacio verso la fine. 

Wow, sei stato proprio bravo nel constatare che in questi film non c'è sesso—vedi, quando guardi qualcosa poi sei in grado di descriverla in modo corretto. Nei libri di Tolkien i personaggi femminili sono quasi del tutto assenti e l'elemento romantico è completamente ignorato; se non altro, i film si dannano per enfatizzare la sottotrama Aragon-e-Arwen-sono-innamorati. Ma non dovresti basare le tue opinioni sull'intero genere su una serie di romanzi di 60 anni fa. In altri romanzi fantasy c'è più sesso, e spesso includono scene che sono palesi fantasie dell'autore circa il sesso con un mezzelfo o roba del genere. Scusa, hai visto cosa indossano le ragazze ai raduni a tema fantasy? Questa cultura non ha bisogno che le si dica di essere più sexy.

Credo che il mio vero problema sia che molte delle caratteristiche del fantasy sembrano derivare da una visione del mondo molto antiquata e conservatrice. Mi ricordano le gite in auto, i pub in cui i baristi indossano abiti di velluto a coste, le gite scolastiche nei parchi a tema e le persone con le magliette con scritto "SMEG OFF".

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Ok, qui hai ragione—gran parte delle opere fantasy sono scritte da bianchi appassionati di cose da bianchi come la storia militare europea e la mitologia celtica. Alcuni di loro sono anche abbastanza conservatori e il genere non è famoso per la sua apertura nei confronti dei personaggi femminili. Ma cosa c'entra tutto questo con i baristi vestiti di velluto a coste? Cos'è, una cosa tipica della buona vecchia Inghilterra? Sono loro quelli che servono la birra calda?

Dove sono tutte le minoranze etniche nel Signore degli Anelli?

Di nuovo, sì, il fantasy è un genere da bianchi, anche se qua e là si possono trovare sprazzi di diversità. Ma non è un problema specifico del fantasy—anche alcuni degli autori che dici di aver letto, Kerouac e Salinger, non hanno mai affrontato il tema della razza, e probabilmente loro hanno anche meno scuse.

A me sembra che questi libri, questi film, queste canzoni e queste serie tv su persone con strane orecchie che corrono per le montagne trafiggendosi l'un l'altra per mezzo di spade siano creati per persone che hanno problemi a capire gli altri esseri umani.

Qui hai centrato il punto, ma è un peccato che tu ci sia arrivato al contrario. I fan del fantasy si sentono spesso incompresi—in parte per colpa di stronzi disinformati che scrivono sul genere come se ne fossero esperti, ma anche, e più profondamente, perché spesso si trovano a osservare le situazioni dall'esterno. Se a molti lettori di fantasy piace evadere dalla realtà leggendo storie di terre misteriose e di persone comuni che diventano eroi è perché questi lettori sono stati bullizzati e emarginati dagli altri e, be', come si può biasimarli? Se non sei in grado di capire l'impulso a seppellirti in un libro che contiene un altro mondo, immagino che il fatto che i romanzi fantasy ti facciano schifo sia solo una conseguenza. Ma tirare in mezzo la storia dei nerd che non sono in grado di "capire le persone" è il tipo di cosa che mi aspetto da un brutto un film per bambini degli anni Ottanta, non da una persona reale.

Forse dovrei concludere dicendo che non leggo più romanzi fantasy—i libri sono noiosi, i personaggi spesso non hanno una psicologia complessa e lo stile di scrittura a volte è terribile. (Per i fan del fantasy: lo so che questo non è vero di tutto il genere, ma non ho più voglia di spendere il mio tempo a cercare le rare eccezioni.) Crescendo, ho iniziato ad apprezzare aspetti diversi nei romanzi che leggo, e il risultato di questo è che non sono granché interessato a mettermi in pari con Le cronache del ghiaccio e del fuoco o a finire finalmente La Ruota del Tempo. Ma almeno apprezzo che ci siano un sacco di persone che amano questi libri o addirittura trovano rifugio in essi, e che è davvero seccante che persone li liquidino con un "Leggi libri sugli orchi e roba del genere? LOL."

Comunque sia, vai a farti fottere.

Con amore,

Harry.

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