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A8N6: Il sesto annuale di narrativa

Una Stanza a Parte

Una breve pièce non pubblicata di James Purdy, intransigente e brutale come i suoi romanzi.

Una Stanza a Parte è uno degli ultimi manoscritti non pubblicati di James Purdy. Questa breve pièce, scritta nel 1978, è intransigente e brutale come i suoi romanzi. E, come il resto della sua produzione, si concentra sugli emarginati—personaggi fuori dalle convenzioni, dalla legge e spesso non amati. Abbiamo deciso di accompagnare questo testo con delle illustrazioni di James Purdy stesso.

Il retro di una discoteca squallida di San Francisco. Hurd, ex pugile, siede a un grosso tavolo che potrebbe tranquillamente ospitare dodici persone. Dalla pista si sente provenire della musica, che sale e scende di volume. Hurd gioca a un solitario masticando tabacco. Sbatte ogni carta sul tavolo come se con quel gesto dovesse abbattere un nemico. Si apre la porta, ed entrano Keith Ruthweg e il suo amico Beau, che attendono di essere riconosciuti.

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RUTHWEG: So cosa stai per dire, Hurd, perciò risparmia il fiato. Mi basta che per stasera lo tieni qui con te, puoi? Una volta ti piaceva. Fattelo piacere di nuovo.

HURD: Due mocciosi con il segno del vasino ancora sul culo… Sono stufo marcio di voi… Sarà rimasto, al mondo, qualcuno che non sia un bambino viziato? È un dato statistico che sul giornale cerco in continuazione. Esiste ancora qualcuno che non sia un bambino viziato, in questo Paese?

RUTHWEG: Lo terrei con me, Hurd, ma la polizia mi tiene d’occhio.

HURD: Lo so che ti tengono d’occhio, Ruthie. Ti si vede troppo in giro, non potrebbe essere altrimenti.

RUTHWEG: Fallo stare qui, Cristo. Altrimenti quelli se lo portano via. Appena gli arrivano i soldi da casa, lo metto su un autobus e lo rispedisco a Chicago.

HURD: E perché non a Singapore, o in Nepal. Perché augurargli proprio Chicago?

(Il giovane Beau va a sedersi su una sedia. A sentire Ruthweg, che si prende cura di lui, “Non ci sta tutto con la testa.” E Ruthweg, segretamente, ne è ben contento.)

Alza il culo da quella sedia. Subito. Qui non ti puoi nascondere, chiaro?

RUTHWEG: Solo per stanotte, Hurd. Torno domattina presto.

HURD: Una notte è come dire un anno. Tanto, la polizia, dov’è lo saprà già.

RUTHWEG: No che non lo sanno, Hurd. Te lo giuro.

HURD: E io stavolta che ci guadagno, Ruth?

RUTHWEG: Qualunque cosa desideri il tuo cuoricino.

HURD: (a Beau) Ma sentilo. Poi dice che sei tu, quello col cervello fuori posto! (A Ruthweg) Devo prenderti in parola, Ruth?

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RUTHWEG: (impaurito) Io la mia parola… la mantengo… Solo, non farmi richieste che mi costringano a ucciderti.

HURD: Una volta ti desideravo, Ruth. E anche parecchio. Ma adesso non più.

RUTHWEG: Be’, in cambio puoi avermi.

HURD: (fissandolo) No, non ti voglio più.

RUTHWEG: (disperato) Fai stare qui Beau finché non metto insieme i soldi per l’autobus.

HURD: Ah, quindi più di una notte, eh?

RUTHWEG: No, me lo vengo a riprendere domattina all’alba.

HURD: E il tuo debito quando lo pagheresti, se posso chiedere?

RUTHWEG: (con voce rotta, pieno di vergogna) Preferirei non parlarne davanti a Beau.

HURD: Ah! Siete ancora tutti innamorati, eh?

RUTHWEG:  (con dolorosa sincerità) Siamo…. legati. Come sempre.

HURD: (sprezzante) Che più legati di così sareste siamesi, sì. Lo so bene.

RUTHWEG: (sforzandosi di contenere la rabbia) Che cosa vuoi… come premio?

HURD:  “Premio”, ma tu guarda. È a malapena il dovuto. C’è una bella differenza.

RUTHWEG: Allora dillo e basta. Sentiamo!

BEAU: (alzandosi) Lasciami andare, Ruth… Non voglio che tu debba dargli niente, per me. Pazienza se mi arrestano.

RUTHWEG: Se ti arrestano, Beau, lo sai che ci andiamo di mezzo entrambi! Per cui siediti e dacci un taglio.

BEAU: Non chiedergli di dartelo, Hurd! Abbi cuore.

HURD: Ma sentilo, ‘sto ladruncolo da due soldi. E tu dove ce l’hai, il cuore, quando rapini le persone? Eh? E poi nemmeno lo sai, cos’è che voglio chiedergli.

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BEAU: Lo immagino.

HURD: Manco sai pensare, figuriamoci immaginare.

RUTHWEG: Lascialo stare.

HURD: Non scordarti con chi stai parlando, Ruthie. Sei tu che vuoi un favore da me, chiaro? E poi, occhi azzurri, non dimenticare nemmeno dove ti trovi: nella dimora legale di quella stessa persona. Una cosa che nessuno di voi due ha mai avuto.

BEAU: (a Ruthweg) Andiamocene, Ruthie… È meglio se la polizia… ci trova…

RUTHWEG: Aspetta, aspetta… Su, dimmi cosa vuoi. Forza… Spara.

HURD: Voglio l’anello che Billy ti ha spedito prima di morire in Vietnam.

(Ruthweg lo fissa, prima incredulo, poi accecato dalla rabbia.)

Mi hai sentito? Oppure le botte dei poliziotti ti hanno sfondato i timpani?

RUTHWEG: Perché allora non mi chiedi di andare al cimitero a riesumare mia madre per sfilarle la fede?

HURD: Perché tu l’anello di Billy ce l’hai al dito, e non devi riesumare proprio nessuno. Io voglio quell’anello.

RUTHWEG: Senti, chiedimi qualsiasi altra cosa. Qualsiasi. Tutto quel che ho. Se vuoi, divento il tuo schiavo (implorante). Sono disposto a scavare la tomba di mia madre! Ma non chiedermi questo anello.

HURD: (quasi tra sé e sé, come un invasato, senza freni) Io per Billy ero tutto, fino a quando non ti sei messo di mezzo tu. Quello, se proprio vogliamo, era il mio anello, e gliel’ho prestato poco prima che partisse per… Mi ha detto: “Lasciamelo. Come portafortuna.”

RUTHWEG: Bugiardo. Quest’anello gliel’ho regalato io… Ammesso che tu gliene abbia mai regalato uno, l’avrà perso o buttato via o che ne so… Questo anello gliel’ho consegnato io con le mie mani, e mentre lo prendeva l’ho baciato…

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(Si sfila l’anello) Guarda, dentro c’è inciso il mio nome, e il giorno in cui l’ho comprato.

HURD: (esaminando l’anello) Lo voglio lo stesso, (indicando Beau con un cenno del capo) oppure non lo faccio stare qui.

BEAU: (preoccupato) Non darglielo, Ruthie. Possiamo farcela anche senza di lui.

HURD: E chi altro vuoi che vi prenda, a parte me? Nessuno è così disperato… Hai proprio scelto il posto giusto, per sbarazzarti del minorenne.

RUTHWEG: (quasi in trance) Se mi separo da questo anello, ho paura che la mia sfortuna non avrà più fine.

HURD: La tua vita intera è stata una sfortuna… Non sarà certo perché regali un anello che di colpo ti pioverà addosso ancora più merda, e lo sai.

RUTHWEG: (di nuovo fra sé e sé) Insieme a Beau, Billy è la persona che ho più amato in vita mia. Credimi, c’è mancato poco che la sua morte uccidesse anche me. Per un anno intero non sono più riuscito a lavorare… Stava per tornare a casa anche lui, la guerra era praticamente finita… Dovevamo metterci in società insieme!

HURD: Vorrei proprio sapere che tipo di attività, magari una volta che ho del tempo da perdere.

RUTHWEG: (togliendosi l’anello) Se è questo che ci vuole per farti contento, allora prendilo, e vattene al diavolo… Sarei pronto a tagliarmi una mano, io… Ma questo bimbo ha già passato troppi guai. Vero, Beau? (Va ad abbracciare Beau e lo bacia, mentre Hurd, sprezzante e soddisfatto, contempla l’anello ora in suo possesso.)

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(A Hurd) Promettimi che ti prenderai cura di lui, se adesso me ne vado.

HURD: Se pensi che qui con me non sia al sicuro, allora non lasciarmelo… (Rabbioso) Quando mai non ho mantenuto i patti! Sai bene che il marmocchio qui è al sicuro. Nemmeno un poliziotto su un milione vorrebbe farsi vedere da queste parti, e tu lo sai…

RUTHWEG: Va bene, Va bene. (Torna verso Beau e gli prende le mani) Per stanotte, qui puoi stare tranquillo, e domani ce ne andremo a Chicago…  Verranno a cercarci alla pensione, ma non ci troveranno… E il pensiero di Chicago non li sfiorerà nemmeno…

BEAU: (disperato) Devo proprio, Ruthie..?

RUTHWEG: Solo per stanotte… Tieni, (gli porge un tubetto) tra un po’ prendine una… Così ti calmi, Beau.

BEAU: (in lacrime) Davvero? (Ruth fa per andare verso la porta. Beau gli corre dietro e lo ferma.)

BEAU: Non lasciarmi qui, Ruthie… Ti prego… Ho paura… Non sono mai stato senza di te per tanto tempo.

RUTHWEG: (addolorato) Ciao, Beau… Prendi una di quelle pillole. (Ruth se ne va; Beau si sposta nuovamente in fondo alla stanza. Guarda fuori dalla finestra.)

HURD: Ora la mia fortuna tornerà. (Fissa l’anello.) Deve ritornare… Lo so. Lo so.

BEAU: Cosa c’è sotto questa finestra?

HURD: Niente. Proprio un bel niente.

BEAU: Sembra che ci sia una stanza a parte, laggiù.

HURD: (facendogli il verso) “Sembra che ci sia una stanza a parte, laggiù” È un vicoletto che la polizia ha chiuso qualche giorno fa. Perché, non ne ho idea… Ma per essere un idiota, per una volta ci hai preso… È vero, sembra una stanza a parte. Non c’è modo né di entrare, né di uscire. Nessuno andrebbe mai a cercare qualcosa lì dentro. Perché, non lo so… Chiedilo ai poliziotti…

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(Facendogli di nuovo il verso, feroce) “Una stanza a parte.” (Ride.)

BEAU: (avvicinandosi) E adesso che ci fai, con quell’anello?

HURD: Non sono affari tuoi!

BEAU: Perché io non ci credo che l’hai voluto solo… per ricordo.

HURD: Ma lo sai che, per essere uno che a detta di tutti non ci sta tutto con la testa, sei proprio sveglio? Forse anche troppo.

BEAU: In vita mia, solo una persona mi ha detto che non ci sto tutto con la testa… Ma me l’ha detto per amore.

HURD: Per amore! Ruthie non sarebbe in grado di amare un cane, e tu lo sai. (spostandosi sulla sedia) Visto che di colpo ti è tornato un po’ di cervello, adesso ti racconto una cosa… Questo anello, la polizia lo sta cercando… È la prova che inchioda una persona a un certo delitto…

BEAU: Chi?

HURD: E chi, se non il tuo signore e padrone? Ruth, quello che a sentire te ti amerebbe tanto.

BEAU: Ma come fa un anello a inchiodare una persona a un delitto?

HURD: Questo anello, anche se porta inciso il nome di Ruthie, apparteneva a Guy Preston, che si era messo in mezzo fra Ruth e Billy. Ruth per gelosia l’ha ucciso, e poi gli ha rubato l’anello, ci ha fatto incidere il suo nome e lo ha spedito a Billy, sapendo perfettamente che così Billy avrebbe capito che il suo innamorato era morto…

BEAU: Non ti credo…

HURD: …perché sotto la scritta “Keith N. Ruthweg” si intravede ancora il nome “Guy Preston.” E Billy era tipo da apprezzare una cosa del genere. Che qualcuno lo amasse così tanto da uccidere per lui.

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BEAU: Non ci credo! Ruthie non potrebbe mai uccidere una persona.

HURD: Per amore, farebbe qualsiasi cosa.

BEAU: Ridammi quell’anello…

HURD: Ma guarda un po’…

BEAU: (estraendo un coltello) Dammi quell’anello…

HURD: Brutto…

(Hurd tenta di disarmare il ragazzo, che però è troppo veloce. Dopo un breve corpo a corpo, Beau riesce ad accoltellare Hurd, che si accascia a terra. In preda alla furia, Beau affonda ripetutamente il coltello nel suo corpo moribondo.)

BEAU: E adesso prendiamo quest’anello. (Si alza, lo osserva.) È tutto coperto di sangue. (Si avvicina al lavello, lo lava, lo guarda) È, vero, si vede poco, ma sotto c’è scritto “Guy Preston.”

(si volta a guardare il cadavere) Non posso lasciarlo lì… (Si gira verso la finestra) “Una stanza a parte” (Va verso il corpo, lo solleva. Poi, senza troppa fatica, lo trascina verso la finestra e lo getta fuori.)

(Va a sedersi) Ora devo solo aspettare che si faccia giorno. Non ci vorrà un eternità, almeno credo. (Le luci si abbassano)

(Luce. È passata la notte. Beau inizia a muoversi sulla sedia, scuote la testa. Poi si alza, va alla finestra e guarda in basso.)

Be’, non può essere che lì, ma in fondo chi può dirlo? È talmente buio. Quasi c’è più luce in fondo al mare… Ma adesso ho paura che torni Ruthie… Forse dovrei scappare. Più resto qui, peggio sarà per tutti e due…

(Si sentono dei passi. Beau va alla porta, quindi si volta e ci appoggia contro la schiena, come per sostenere la forza di molti uomini.)

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RUTHWEG: (fuori scena) Sono io, Ruthie… Hurd! Hurd…

BEAU: Hurd non ti sente… Se n’è andato.

RUTHWEG: Sei tu, Beau? Beau! Ti sento lontano, diverso.

BEAU: (gira la chiave nella toppa) Entra pure, Ruthie. La porta è aperta.

RUTHWEG: (entra e fa per abbracciare Beau, che però si scosta) Beau! Che c’è? Che ti prende? (guardandosi intorno) Dov’è Hurd?

BEAU: È andato… via.

RUTHWEG: Via? E dove? Beau, guardami negli occhi… Guardami.

BEAU: Ha detto che aveva una cosa importante da fare.

RUTHWEG: (spaventato) È venuta la polizia?

BEAU: No… non è venuto nessuno.

RUTHWEG: Beau, guardami in faccia… Perché non ti fai dare un bacio?

BEAU: (paralizzato dalla paura) No, io… Puoi darmi tutti i baci che vuoi… davvero.

RUTHWEG: (gli dà un bacio, poi gli prende il viso tra le mani e si discosta per osservarlo meglio) Ma che cos’hai, Beau? Cos’è successo? Non ti ho mai visto così.

BEAU: Tieni, ecco il tuo anello.

RUTHWEG: Oh, Gesù. Come l’hai convinto a ridartelo?.. Beau, non sarai stato con lui, vero?

BEAU: Sei pazzo? Non mi ha nemmeno sfiorato…

RUTHWEG: Ma allora perché ti ha ridato l’anello?

BEAU: Ha detto… che gli faceva paura.

RUTHWEG: Paura?

BEAU: Ha detto che era… di un uomo morto assassinato.

RUTHWEG: Perché mi guardi così?

BEAU: Tu Billy lo amavi più di quanto ami me?

RUTHWEG: Era un amore diverso. E poi, quando stavo con lui, ancora non avevo messo gli occhi su di te, Beau.

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BEAU: Però lo amavi di più.

RUTHWEG: Lo amavo in un altro modo.

BEAU: Non è una risposta.

RUTHWEG: Se ti fa felice, amo di più te.

BEAU: Se mi fa felice! Io, dalla prima volta che ti ho visto, non sono mai stato felice.

RUTHWEG: Beau! Ma che dici?

BEAU: È vero… Dalla prima volta che ti ho visto…

RUTHWEG: Va bene… Smettila di ripeterlo… (Dopo una lunga pausa) Quanto ti ho deluso…

BEAU: Quanto mi hai deluso? Ecco, visto che non ci sto tutto con la testa, perché non me lo spieghi tu?

RUTHWEG: Chi ti ha detto una cosa del genere? Beau!

BEAU: Lui, me l’ha detta. Il morto. Ha detto che lo dicevi alle mie spalle.

RUTHWEG: Io non l’ho mai detto, o se l’ho detto non era certo in quel senso… Ma il morto chi sarebbe, Beau?

BEAU: Cosa vuol dire, “in quel senso?” Se dici che a uno manca qualche rotella/uno non è del tutto a posto, cos’altro può significare, se non che è un imbecille, un idiota? Un corpo che nessuno può amare.

RUTHWEG: Davvero pensi che, se tu lo fossi, io potrei amarti?

BEAU: E perché no? Se fossi quello o qualsiasi altra cosa. Perché mai non potresti amarmi? Sempre che tu mi ami davvero.

RUTHWEG: Beau, ma io ti amo. Pensavo di avertelo dimostrato.

BEAU: E come me l’hai dimostrato?

RUTHWEG: Stando sempre con te… proteggendoti… Desiderandoti con tutta la mia passione, proprio come adesso.

BEAU: Non mi toccare. Non voglio che mi tocchi mai più.

RUTHWEG: Ma che ti ha preso?… Senti, dov’è Hurd?

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BEAU: Davvero vuoi che ti risponda? E va bene, te lo dico. Hurd è nel più nero dei fiumi che portano all’inferno.

RUTHWEG: Tu sai qualcosa. Parla.

BEAU: Io non so qualcosa. Io ho fatto qualcosa. Affacciati alla finestra, guarda giù.

RUTHWEG: Perché dovrei affacciarmi alla finestra, se quel che devo sapere puoi dirmelo tu? Beau! Perché non vuoi credere che ti amo? Io ti amo. In questo preciso istante. Ti amo moltissimo.

BEAU: Anche se non ci sto tutto con la testa.

HURD: Di te io amo tutto… Così tanto, non ho mai amato nessuno. Che altro posso dire?

BEAU: Io non ti credo.

RUTHWEG:  Beau!

BEAU: Affacciati alla finestra e guarda giù.

RUTHWEG: Ma chi c’è, laggiù? Perché insisti tanto?

BEAU: Voglio che tu non faccia mai più cose brutte… Guarda. Oppure non guardare. Come preferisci.

(Ruth va alla finestra e guarda in basso.)

RUTHWEG: Sembra un grosso mucchio di stracci.

BEAU: Le dimensioni sono quelle. (estrae il coltello) In una stanza a parte.

(Ruthweg si volta, trovandosi davanti Beau con il coltello.) L’ho ucciso io, ovviamente.

RUTHWEG: Ovviamente. Senti, Beau, se vuoi uccidere anche me, fai pure.

BEAU: Non lo stai dicendo sul serio, perché mentre lo dici ti trema la voce. (Avanza minacciosamente verso di lui)

RUTHWEG: Mi trema la voce perché vivere non ha più senso, se tu mi sei nemico.

BEAU: Oh-oh..

RUTHWEG: Cosa vuol dire, “Oh-oh”?

BEAU: Togliti la camicia.

RUTHWEG: Perché, Beau?

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BEAU: Per prendere meglio la mira.

RUTHWEG: (togliendosi lentamente la camicia) Se è questo che vuoi, accòmodati.

(Ruthweg allarga le braccia, quasi a voler lasciarsi accoltellare. Al primo affondo, però, di colpo afferra il coltello, e nella lotta accoltella Beau, che cade a terra.)

(chinandosi su di lui) Beau, non è una brutta ferita, lo vedo… Smettila di recitare, Beau, non fare finta. Vaffanculo! Vaffanculo, smettila di fingerti morto… (Lo solleva di peso e lo porta su una sedia.) Apri gli occhi… Perché volevi uccidere uno che ti ha solo trattato bene come me, eh?

(bussano alla porta)

Vuoi rispondermi, Beau? Chi è?

(continuano a bussare)

È aperto! Avanti!

RUTH: (alzando la voce) Ho detto che la porta è aperta, entrate! Venite, venite pure. Certe scene, per vederle, bisogna pagare il biglietto al cinema…

Beau, ascoltami… Beau…

Beau… (Getta la testa sul corpo dell’amico.)

(Entra un poliziotto. Si avvicina lentamente a Ruthweg, estrae le manette e con calma lo ammanetta. Ruthweg si alza in piedi e va in un angolo. Il poliziotto si china sul corpo riverso di Beau.)