FYI.

This story is over 5 years old.

Attualità

Questo video è tutto quello che vorremmo smettere di vedere su internet

Durante l'ultima edizione dell'E3 di Los Angeles una testata italiana ha realizzato un "reportage gonzo" in cui un intervistatore passa il tempo facendo domande sessiste alle ragazze che incontra. Ha ancora senso produrre cose del genere?
Niccolò Carradori
Florence, IT

Grab dal video, via.

Giovedì scorso su Motherboard, il vertical di VICE che si occupa di scienza e tecnologia, è uscito un articolo che mi ha fatto pensare a quanto l'età della pietra su internet sia ben lontana dal lasciare spazio a un periodo aureo in cui non ci dovremo vergognare di noi stessi. L'articolo discuteva di determinate tendenze nel mondo del gaming con confronti tra l'Italia e l'estero, e nel farlo portava l'attenzione su alcuni video realizzati durante l'E3, la fiera di videogiochi più famosa del mondo. Uno di questi—quello da cui arrivano le immagini di questo post—è una specie di reportage "gonzo" presentato da un inviato di Mutiplayer.it (la principale piattaforma italiana ad occuparsi di videogiochi) in cui l'intervistatore mette in atto il format "belle ragazze presenti a un evento + domande lascive con allusioni sessuali = interesse ironicamente legittimato di un sacco di utenti finali."

Pubblicità

Al di là del dibattito dell'articolo di Motherboard sulla vena di sessismo che certi contenuti, per quanto magari isolati, instillano ingiustamente nel mondo del gaming—rendendo meno credibile l'intero settore—in realtà il discorso aperto dal video in questione si può allargare a una riflessione legata non solo all'opportunità che un contenuto come questo nel 2016 continui ad essere considerato "accettabile", ma anche alle modalità attraverso cui arriva ai fruitori. Per cercare di rendere bene l'idea del video, qui sotto ne trovate una breve analisi.
Il presentatore—un ragazzo italiano che vive negli Stati Uniti—cammina per le aree dell'E3 con un cameraman alle spalle, e ogni volta che vede un'avventrice, una ragazza immagine o una cosplayer la ferma e simulando "un'intervista" le rivolge alcune delle seguenti battute.

"Vestita così fai diventare il mio software un hardware."

"Il mio gioco preferito è Metal Gear Solid, e in questo momento penso che se potessi vederti Naked Snake faresti diventare il mio Liquid Snake un Solid Snake."

"Ciao scusa posso farti una domanda? Lei è la tua ragazza? Non ti dispiace vero se inserisco il gettone e ci gioco insieme?"

Tra le persone fermate dal conduttore c'è chi appare stupito o senza parole, chi abbozza un sorriso, chi gli risponde, e chi lo liquida con una risata di circostanza. In un caso una ragazza sembra stare al "gioco" e gli passa il proprio numero di cellulare, una circostanza celebrata così:

Pubblicità

Quello che in realtà, almeno secondo il mio parere, rende questo contenuto degno di attirare l'attenzione e generare una riflessione, sono i commenti di alcuni lettori del sito: che testimoniano bene quanto un video del genere possa venir legittimato in nome di qualcosa che "su internet viene fatto praticamente da sempre, e con ironia." Un parare piuttosto frequente e condiviso da molte persone che usufruiscono di internet. Il fare dell'intervistatore, i suoi commenti e l'imbarazzo provato da alcuni di fronte alla visione del video sono semplicemente sottoclassificati dalla supposizione che tutto sia fatto con giocosa ironia. "Oh ma è solo un video con un po' di sana passerella femminile, godetevelo e basta!" ha scritto uno degli utenti nel thread sotto al video.

Lo stupore in effetti, almeno secondo quest'ottica, non è molto giustificato, perché il format è tutto tranne che nuovo—anzi, è da parecchi anni che si usa per "alleggerire" la copertura di grossi eventi. E questo ovviamente non solo nel mondo dei videogame, dove comunque per diverso tempo ha rappresentato un vero e proprio filone alternativo. Ma se questa tendenza nel resto del mondo sta progressivamente lasciando spazio a qualcosa di non legato a dinamiche cavernicole, in Italia i contenuti di questo tipo continuano ad essere proposti. Mi sembra quasi superfluo specificarlo, ma non sto parlando di contenuti "sessuali" o generalmente leggeri: sto parlando di video o articoli in cui si fanno espliciti riferimenti sessisti e lesivi.

Pubblicità

Quindi la domanda che viene spontanea è, ha ancora senso, nel 2016, produrre contenuti del genere?

Per rispondere è necessaria una constatazione: l'interesse e le visualizzazioni ai video di questo tipo difficilmente diminuiranno. Per capirlo basta farsi un giro su YouTube: "tampinare ragazze" con fare molesto e ironico sembra essere il format prediletto dagli youtuber—non ha senso nemmeno mettere un link a un esempio specifico, perché la mole lo rende quasi irrilevante—e questo perché con un paio di video abbozzati, girati al parco o in piazza, ti garantisci un mare di visite. Ma se da una parte è comprensibile che un 16enne con una videocamera possa essere attratto dalla facilità e dalla stupidità del format, e ci passi il proprio tempo, dall'altra rimane il fatto che a proporlo sono anche piattaforme accreditate. Il fatto che nello specifico stiamo parlando di un video in particolare, non vuole essere un modo per focalizzarsi su una testata, o su un settore: è un problema molto più generale.

Non so quale sia la vostra percezione dello sviluppo della consapevolezza delle persone riguardo a internet, ma personalmente sono portato a credere—o a illudermi—che la tipologia di attenzione che è in grado di generare su determinati argomenti tenda a svilupparsi. E sono proprio i contenuti come questi a smentirmi: fra quello che credo sia il livello di dibattito, e quello rappresentato dal video all'E3, c'è la scarsa consapevolezza di chi lo ha visto e commentato. Perché anche semplicemente farlo passare come "escamotage ironico e goliardico" rappresenta un tipo di approccio totalmente fuori strada rispetto alla questione di quello che può (più) essere tollerato o non tollerato su internet.

Segui Niccolò su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: