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La guida di VICE al referendum costituzionale

Cosa sanno i giovani milanesi del referendum?

Manca poco più di un mese al referendum sulla riforma costituzionale e il livello di informazione in merito non pare molto elevato. Per verificare quanto le persone conoscono la riforma, abbiamo rivolto qualche domanda ad alcuni giovani milanesi.

Luca, intervistato sotto.

Manca ancora più di un mese al referendum sulla riforma costituzionale e, nonostante adesso l'idea di sopravvivere al bombardamento mediatico e alle polemiche sembra a tratti inverosimile, alla fine volenti o nolenti arriveremo al 4 dicembre.

Ma quanto sono chiare le nostre idee sul contenuto della riforma? Secondo gli ultimi sondaggi in merito molto poco, dato che solo un elettore su dieci dichiara di avere conoscenze dettagliate in merito. Tutti gli altri, ne sanno poco o niente.

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Per verificare noi stessi, abbiamo deciso di svolgere un'indagine tra i giovani di Milano, pescati per strada tra università, bar e pause pranzo.

Alcune persone ci hanno scambiato per volantinatori. Altre non avevano alcuna voglia di parlare con noi, e altre ancora non sapevano nulla del referendum né volevano parlarne. Le loro testimonianze non sono state riportate, ma la percentuale era numericamente rilevante. A tutti gli altri—ovvero quelli si sono dichiarati più o meno informati sulla questione—abbiamo rivolto qualche domanda..

Luca, 20 anni

VICE: Gli ultimi sondaggi dicono che gli italiani sanno poco o niente del referendum del 4 dicembre. Tu cosa sai?
Luca: A grandi linee, la votazione riguarda l'eliminazione del Senato—anche se veramente non viene abolito ma perde alcuni dei suoi poteri. Inoltre, la riforma prevede l'abolizione del Cnel. So poi che c'è un collegamento con la legge elettorale ma non mi ricordo quale. E sinceramente non so molto altro. E gli schieramenti, ti sembrano abbastanza chiari?
Sì [spiega gli schieramenti]. In generale Renzi sta cercando di farlo passare come un voto a se stesso ma non è così, deve essere visto come un voto sulla Costituzione—io voterò in quest'ottica e spero lo facciano anche gli altri.

A proposito degli altri, parli del referendum con i tuoi amici? Percepisci disinformazione in merito?
Sì, capita di parlarne con gli amici, e ognuno ha la sua posizione e si è fatto una sua idea. Io ne so molto poco, però mi informerò meglio una settimana prima del voto e andrò a votare in modo informato, per adesso penso che opterò per il Sì. Alla fine basta informarsi un minimo e pensare con un minimo di logica per prendere una posizione.

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Anna, 24 anni VICE: Possiamo farti qualche domanda sul referendum? Sai che si vota il 4 dicembre?
Anna: Lo so, ma non so su cosa.

Niente?
Zero. Credi che proverai a capirne qualcosa nel prossimo mese?
No, la politica non mi interessa e non mi interessa il referendum. Potete riassumere con zero.

Monica, 20 anni VICE: Facendoti qualche domanda prima ci sei sembrata piuttosto informata sul referendum. Come hai raccolto queste informazioni?
Monica: A casa mia sono informati, si parla di queste cose, girano giornali, e di conseguenza lo sono anche io. Poi l'anno scorso ho seguito un corso di Diritto Pubblico e questo ha aiutato. Tuttavia, si tratta di temi molto complicati da capire. Ci sono molti articoli che, a meno che uno non studi giurisprudenza, per essere resi comprensibili vanno semplificati, e semplificandoli perdono un po' di contenuto. Credo che questo sia il motivo principale, sommato a un diffuso disinteresse per la politica, per cui alla fine tutti voteranno per partito preso.

Anche quando capita di parlarne con gli amici, solo una minoranza di loro è informata. Credo che la maggior parte della gente si faccia influenzare da quello che legge magari su FB e nei messaggi-slogan che contornano il referendum, e non voti nel merito.

Secondo te quali saranno le conseguenze di una vittoria del Sì o del No?
Se vincerà il No i problemi saranno dal punto di vista economico: i mercati, che cercano una certa stabilità, potrebbero perdere fiducia, come successo dopo la Brexit. Penso che il problema maggiore sia da un punto di vista economico più che politico, perché comunque si tratta, sia nel caso del Sì e del No, di cambiamenti che si vedranno solo nel lungo termine. Inoltre, in caso di vittoria del No, l'Europa potrebbe perdere credibilità nel governo italiano, che ha investito molto su questa riforma.

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Giorgia, 24 anni VICE: Manca poco più di un mese al referendum. Ti sei fatta un'idea sui possibili scenari del post-voto?
Giorgia: Se vince il Sì, andremo a cambiare una costituzione che ancora regge e che potrebbe essere modificata meglio. Se vince il No sarà soprattutto una sconfitta mediatica, verrebbe ritratta come una sconfitta di Renzi, ma a livello politico non so cosa cambierebbe.

Mi sembra di capire che sei per il No.
Quello che sento dire da molti sostenitori del Sì, e su cui ha insistito molto anche Renzi, è che modificando la costituzione si andrebbero a ridurre le spese. In realtà non si sa, non c'è nessuna prova. Anche per lo spostamento fisico delle persone, alla fine saranno a nostro carico.

La gente che ti sta attorno che ne pensa, qualora ti capiti di parlarne?
I miei amici o comunque le persone che mi circondano semplicemente non ne parlano. C'è molto disinteresse, e non credo che sia perché si tratta di una riforma difficile—oggi alla fine con internet se ti vuoi documentare lo fai. Credo piuttosto che si tratti di un disinteresse diffuso verso la politica.

Matteo, 37 anni

VICE: Cosa sai del referendum sulla riforma costituzionale?
Matteo: So che è a dicembre, anche se sinceramente la data non me la ricordo. So anche che si tratta di un voto molto importante, che andrebbe a cambiare la costituzione. So che si andrebbe a ridurre il vitalizio ai senatori, che mi sembra un segnale importante. So che Renzi è favorevole al Sì e tanti altri stanno invece dalla parte del No. Io sinceramente non sono pro Renzi, ma spero vinca il Sì. In Italia c'è troppo immobilismo, quindi penso che un maggiore potere nelle mani di qualcuno possa aiutare a far smuovere un po' le cose.

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Nello specifico comunque so solo a grandi linee quello che si voterà, tendo a non trattenere le informazioni quindi mi informerò a ridosso della data.

Come ti informerai?
Non guardo televisione. Quindi tramite i giornali, o parlando con la gente. Di solito, per la verità, la politica non è propriamente un argomento di cui si parla con piacere nel mio bar—è un argomento che, anche se costruttivo, è noioso e difficile.

Da cosa credi derivi la disinformazione in merito al referendum?
Manca ancora tanto alla data, e molte persone hanno altro da fare—non è che la gente pensa semplicemente al referendum.

Federico, 19 anni

VICE: Pare che sul referendum ci sia una certa disinformazione. Tu che ne pensi?
Federico: Se ne parla da mesi, del referendum, ma in modo molto confuso, probabilmente perché Renzi sa che facendo il contrario aumenterebbero la possibilità di una sua sconfitta.

Tu come ti sei informato?
Non guardo la televisione, leggo giornali e soprattutto mio padre è appassionato di politica quindi da anni in qualche modo sono informato per osmosi. Sul referendum, il dibattito Renzi-Zagrebelsky personalmente è stato importante e ho percepito un aumento d'interesse subito dopo.

E ti sei già fatto un'idea di cosa voterai? Cosa pensi della riforma?
[Spiega il contenuto] I tagli delle spese sarebbero relativi, perché rimarrebbero mi sembra 100 senatori più i senatori a vita. Quindi voterò No. Quali pensi che sarebbero i due scenari nel caso di vittoria del No e del Sì?
Pur votando No, il rischio nel caso questa parte vinca è che si crei una situazione di instabilità. Non si sa bene chi andrebbe al potere, e senza dubbio è preoccupante come prospettiva. Dall'altra parte, però, votando Sì rischiamo di perdere ancora più diritti e, per dirla come Zagrebelsky, che la nostra democrazia si trasformi in un'oligarchia.

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Giosella, 23 anni VICE: Ciao, possiamo farti qualche domanda sul referendum?
Gisella: So che si vota il 4, ma sinceramente non so nulla. Posso dirti: "riforma costituzionale", e ho sentito qualche giorno fa che c'è stata una polemica sul testo della riforma, che si sosteneva fosse scritto in modo da favorire la parte del Sì.

Andrai a votare?
Io sono di Napoli, e il fatto di dover tornare giù per votare non mi invoglia più di tanto. Sicuramente se decidessi di farlo mi informerei molto meglio e arriverei a quel giorno preparata. I tuoi amici parlano del referendum o anche loro sono piuttosto disinteressati?
Solitamente non parliamo molto di politica, ma ieri mi è capitato di andare a cena con due mie amiche che sarebbero scese a Napoli apposta per votare. Sinceramente mi sono sentita un po' in colpa. Ho deciso di informarmi meglio questa settimana. È la politica in generale a non interessarti o questo referendum?
In generale la politica, perché credo che sia tutta una fuffa. Per quanto una persona provi a interessarsi, alla fine vince l'idea che destra o sinistra non cambia nulla, che il mio contributo non conti niente. In più il referendum è un tema che veramente fatico a capire quali effetti pratici potrebbe avere sulla mia vita.

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