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Young Bucks

Le mie idee sono rivoluzionarie

Protagonista di questa puntata è Mattia Margaroli, 26enne candidato al consiglio regionale lombardo per il PDL.

Cosa spinge i ragazzi della nostra generazione, quelli che devono ancora compiere trent'anni o quasi, a impegnarsi a entrare nella politica? Cerchiamo di scoprirlo con questa rubrica.

Sono ancora a Brescia, durante la festa del Patrono della città, San Faustino. Incontro Mattia Margaroli, un ragazzo di 26 anni candidato al consiglio regionale lombardo per il PDL. È vestito sportivo, pallido, ma è sempre sorridente e deciso. Ha in mano volantini e biglietti da visita con la sua faccia e nome che distribuisce alla gente del mercato.

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Mattia, a differenza di tutti gli altri candidati che ho incontrato-ad eccezione del suo collega romano del PD-mi sembra quello più preparato a un'intervista politica. Le domande che richiedono una risposta secca, una presa di posizione dicotomica, vengono sempre riformulate per rimuovere il più possibile rischi di attrito verso le posizioni del partito, e per ritornare velocemente alle posizioni che Mattia può portare avanti serenamente e senza rischi.

"Mi sono avvicinato a 16 anni nella mia scuola superiore," mi dice quando gli faccio la prima domanda sui suoi inizi. "Quando sono stato eletto rappresentate degli studenti a Ragioneria, poi mi sono candidato a 18 anni nella mia circoscrizione, arrivando secondo, eletto fra le liste di Forza Italia. A 23 anni sono diventato presidente, prendendo 667 preferenze. Anche mio padre occupa questa posizione, ma da un'altra parte. La mia circoscrizione ha 40.000 abitanti e questo mi ha dato l'opportunità di stabilire un contatto diretto con la gente. Già da teenager sono stato attratto dalla novità di Forza Italia, il fatto di sradicare completamente gli schemi della Prima Repubblica. Le idee rivoluzionarie di Berlusconi, ancora oggi l'unico vero leader in Italia. Credo, però, che ci siano brave persone indipendentemente dal partito di appartenenza, e magari queste persone fanno pure fatica a emergere. Io, per esempio, non sono mai stato nominato da nessuna parte, ma sono sempre stato eletto con le preferenze. Bisogna meritarsi le cose, non come fanno con le liste che si utilizzano per il parlamento!"

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Quindi Mattia mi spiega come lui si sia meritato la fiducia di tutte le persone-anziane-ma spesso anche suoi coetanei, che lo fermano al mercato mentre passa per ringraziarlo e scambiarci due chiacchiere. "Sono l'unico candidato che ha scritto il proprio numero di cellulare su volantini e manifesti. Lo trovi anche sul mio sito e i profili Twitter e Facebook. La gente mi chiama per tutto, ogni cosa. E sono sempre e solo io a rispondere. Credo che sia innovativo. Credo che la politica debba ritornare al servizio del cittadino. Mi chiamano per il tombino che non funziona, per la buca che deve essere coperta, per gli alberi che devono essere potati." Cioè, se io ora ti chiamassi per dirti che il tombino davanti casa è rotto-gli chiedo-cosa faresti? "Facile, chiamo il tecnico di A2A e lo faccio sistemare." E loro lo riescono immediatamente a sistemare? "Subito. Ho un rapporto con tutti i tecnici della città straordinario." Perché poi, nei grandi schemi internazionali sono queste cose che fanno la differenza. "Esatto, esatto. È scandaloso vedere i politici sparire dopo le elezioni quando si devono risolvere problemi concreti. Io invece vado sempre sempre sempre, ogni venerdì, al mercato rionale, e la gente mi ferma per chiedermi di risolvere i loro problemi." Gli chiedo se tramite questa sua particolare tecnica sia mai riuscito a spostare voti dalla sua parte. "Certo, mi è capitato proprio ultimamente. Una persona che ha attivamente seguito la campagna elettorale del PD per il sindaco di Brescia è venuta da me, nel mio ufficio, e mi ha confessato di aver provato a parlare per cinque volte con il suo ex candidato per un problema, senza mai riuscirci. Lui lavora in una fabbrica, aveva bisogno di un passaggio pedonale. E io sono riuscito ad aiutarlo. Mi ha ringraziato profondamente. Mi ha detto proprio 'guarda tu non mi hai chiesto tessera di partito, non sai neanche chi sono, ma mi hai risolto il problema, la prossima volta voto per te'. Questa è politica. Questo è il partito. Sono le persone che fanno la differenza. Solo se si scelgono persone oneste, come facciamo nel PDL, possiamo cambiare questo Paese."

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Arriviamo davanti un hotel, Mattia vuole che ci sediamo dentro. Prima di entrare un vigile gli stringe la mano. Però poi si guarda intorno, vede che noto un grosso cavallo blu di cristallo e decide di cambiare programma. "Seguimi, ti porto all'osteria più buona di Brescia! La gestisce un uomo che ha sempre votato a sinistra che però mi vuole un bene dell'anima. Gli ho anche spiegato come funziona il voto disgiunto e mi ha detto che a questo giro voterà per me!"

Andiamo insieme ad altri ragazzi del movimento giovanile del PDL, che come Mattia hanno passato la mattina a fare volantinaggio dentro e fuori dal mercato. Vanno dai 16 ai 32 anni, fra di loro anche la fidanzata di Mattia. Mentre cammino riesco a parlare con una delle sue coordinatrici. Ha 32 anni, studia giurisprudenza, ed è tornata nell'attività politica, dopo averla abbandonata, proprio per aiutare Mattia. "Persone come lui sono rare, riesce a fare concretamente le cose che promette e aiutare tutti."

Quando ci sediamo chiedo anche a lui l'opinione sui formattatori, il movimento che voleva cancellare dal PDL gran parte della dirigenza nazionale. "Io ho avviato un'iniziativa che si chiama 'Formattiamo i formattatori'. Secondo me sono tutte falsità. Ragazzi che si vogliono solo mettere in mostra sull'onda di Renzi. Si fossero candidati ai congressi avrebbero ottenuto più risultati. Ma erano perlopiù persone appariscenti e a me non sono mai piaciuti gli arrivisti. Io sono per la gente che lavora." Appena finisce di parlare grida "Salute!" e brindiamo con un prosecco che ha appena ordinato e stappato.

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Gli chiedo allora del perché di tutti quei giovani del centro-destra affascinati dall'ascesa politica di Renzi. "Perché ha affascinato tutte queste persone di centro-destra? Ma perché Renzi non è di centro-sinistra! Io lo considero una persona che vuole cambiare il paese-ci vogliono persone nuove. Il nuovo spaventa, ma la gente alla fine si sposta verso quella direzione. La politica è fatta di cicli. E credo che questo sia quello nostro, quello della nostra generazione. Sono convinto che noi del PDL vinceremo queste regionali perché la gente vuole il cambiamento."

Mattia poi mi illustra la sua ricetta contro la disaffezione giovanile verso il voto. "Personalmente non ne sono toccato. Perché tutti quelli che mi stanno vicino e mi conoscono non si disaffezionano alla politica-riconoscono in me un metodo di lavoro che li coinvolge." Mi sembra strano che non gli sia mai successo di incontrare qualcuno che si vuole astenere, ma mi spiega subito il perché. "Certo che ho incontrato qualcuno che non voleva votare, ma quando finisco di parlarci mi dicono sempre 'Voto per te'." Mattia non sorride, perché non è ironico. "Ci sediamo a un tavolo e ne parliamo. E finché non sono convinti non mi alzo. Io sono del PDL e il Partito Democratico ha votato tutte le mie proposte. Il mio consiglio si è sempre espresso all'unanimità."

Mi chiedo se sia così influente anche con i dirigenti nazionali. "Ho un rapporto solo con Mariastella (Gelmini) perché è di Brescia, e perché la conosco da prima che diventasse Ministro. Persona straordinaria. Con gli altri dirigenti non ho rapporti e non ne cerco, perché non mi interessa. Vorrei cambiarli, non rottamarli. Vorrei che capissero che il nuovo sta arrivando. Non esistono più ideologie, non mi importa quello che si dice durante un comizio. Nessuno si vede più all'interno di un partito." Gli domando se allora cambierebbe partito se, per assurdo, ne esistesse uno compatibile al 100 percento con le sue idee. "Non esiste partito che sposa al 100 percento le mie idee, perché le mie idee sono rivoluzionarie. E nessun partito ha il coraggio di applicare idee rivoluzionarie. Nessuno in Italia ha fatto quello che ho fatto io. Sto nel PDL solo perché è il partito più libero, quello che lascia più libertà di espressione al suo interno. Se Renzi proponesse un programma che mi piace non avrei per esempio alcun problema a votarlo. Purtroppo per lui il PD è un partito chiuso, strutturato in modo tale da richiamare il vecchio Partito Comunista."

Alla fine gli faccio un'ultima domanda, se esiste qualcosa che lo spaventi, se ha mai avuto paura. "Io non ho paura," mi dice.

Segui Matteo su Twitter: @bknsty

Nella puntata precedente: Anche Beppe può sbagliare