Ho incontrato Zacharias Dimitriadis qualche anno fa, in un locale di Atene. La mia amica lo trovava carino, ed io ero abbastanza ubriaca da aver deciso di attaccare bottone con lui sfruttando la mia comprovata tecnica di abbordaggio. Peccato che poi l'amica in questione si sia spazientita e io abbia dovuto rincorrerla per strada dopo che se n'era andata come una furia. E, insomma, fine della storia.
Pubblicità
Da allora, Zacharias si è trasferito a New York, io a Londra, e nessuno dei due ha più avuto contatti con l'altro. Questo non mi ha impedito di continuare a tenere d'occhio il suo lavoro di fotografo, e garantisco che non mi comporto così perché ha rifiutato tutte le mie richieste d'amicizia e questo è l'unico modo per avere sue notizie. Il fatto è che quando si è lontani da casa—una casa che sembra essersi trasformata in un crogiolo di odio e ostilità—ci vuole un talento molto particolare nel mantenere viva la fiducia nei compatrioti, e le foto di Zacharias ci riescono perfettamente. Niente è meglio dei suoi scatti per ricordarmi come, tra quelle spesse nuvole di lacrimogeni, i greci rimangano un popolo estremamente attraente. Per sapere di più del lavoro di Zacharias, clicca qui o qui.Vedi anche:Accoglienza albaneseFoto davvero superficiali