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Bare Knuckle: boxe a mani nude nel Regno Unito

Nel Regno Unito, l'idea di lotta a mani nude evoca un universo sempre presente ma sommerso e inafferrabile fatto di giubbotti, camper, cani, teste rasate, nasi rotti, bracciali d'oro, balle di fieno e pub dall'aria losca.

"Bare knuckle" è un'espressione dotata di un significato profondo nell'immaginario collettivo delle isole britanniche. Queste due parole, e l'idea di lotta a mani nude, evocano un universo sempre presente ma sommerso e inafferrabile fatto di giubbotti, camper, cani, teste rasate, nasi rotti, bracciali d'oro, balle di fieno e pub dall'aria losca. È il mondo di Lenny McLean, Roy Shaw, Bartley Gorman, "Big" Joe Joyce e Cliff Fields, e anche quello di Charles Bronson, prima che si spalmasse di burro e attaccasse un guardia carceraria. È un mondo che non perdona la debolezza, e che crede che prendersi a pugni con i guantoni non sia altrettanto divertente.

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Basta guardare alla voce True Crime (o Snatch) su Amazon o ai commenti dei video di lotta per capire il fascino innato esercitato dal mondo della BKB (Bare Knuckels Boxing). Lennox Lewis, Joe Calzaghe, Amir Khan e gli altri avranno anche una collezione di cinture e trofei, oltre a qualche comparsata a Ballando con le Stelle e scandali di droga alle spalle, ma il torbido mondo della boxe a mani nude rimane molto più affascinante. Ed è per questo che VICE UK ha voluto girare un documentario sull'argomento.

Non sarà un documentario sulla lotta a mani nude in sé: è il racconto di una sottocultura, una sottocultura con secoli di storia alle spalle, ma che non è mai arrivata al grande pubblico. La BKB è ancora una pratica al limite, anche per gli standard odierni—anche nell'era post-MMA, dove le botte senza regole possono essere riconfezionate e trasformate in un giro d'affari multi-miliardario tra NASCAR, wrestling e risse da gang.

Andy Topliffe (a sinistra) con Sean Rowlands

Andy Topliffe è un ex pugile rimasto con l'amaro in bocca dopo aver visto un giovane polacco lasciato morire in un campo dopo un incontro di BKB. Probabilmente al momento è anche uno dei più forti del mondo.

La sua agenzia, la " B-Bad", è recentemente finita sotto i riflettori; le visualizzazioni dei video sono in costante aumento, i giornali stanno iniziando ad accorgersene e lui ha un gruppo di fan ossessionati e una scuderia di pugili provenienti da tutto il paese, pronti a darsele nel nome dell'antica tradizione del più temibile passatempo inglese.

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La parola d'ordine di Andy, però, è legittimità. Anche se i combattimenti si svolgono in mezzo a balle di fieno e la gente si spacca la faccia, sono comunque presenti medici, arbitri, agenti di sicurezza e talvolta anche poliziotti curiosi. Gran parte del pubblico sembra pronta a salire sul ring da un momento all'altro (o almeno a pagare qualcuno per farlo al posto suo), ma Andy sottolinea di fare il possibile per assicurarsi che ai suoi eventi non ci siano scommesse, malavita o imbrogli di alcun tipo. Detto questo, ammette che non è facile sradicare queste realtà dal mondo della boxe a mani nude.


Il tatuaggio di un combattente.

Questa ambiguità di fondo è tipica della BKB, che sembra esistere in una terra di nessuno fatta di scappatoie e bocche cucite. Da quel che ho capito non è perseguibile, non è ancora "una realtà." Non ci sono linee guida o regole, ma finché nessuno denuncia e non ci sono connessioni con attività illegali, è tutto legale.

Tuttavia, non è solo dal punto di vista giuridico che la lotta mani nude ha una certa legittimità. Anche se può essere difficile da credere, la BKB è un po' più sicura rispetto alla boxe (e al MMA). La spiegazione è semplice: quando un pugno ti sbatacchia i liquidi del cranio, di solito vai KO. Un gancio destro al mento è in questo senso molto efficace, non per la potenza ma per la massima vibrazione arrecata alla testa.

Anche se nella BKB i combattenti vengono mandati KO, la BKB è più sicura per la mancanza di guantoni—ironia della sorte, proprio il punto su cui insistono maggiormente i detrattori dello sport. Dato che i pugili usano i guantoni, che sono molto più pesanti e hanno una superficie d'impatto più ampia, nella boxe tradizionale il rischio di causare gravi lesioni interne all'avversario è maggiore. A mani nude invece, la superficie è più piccola e le mani sono più soggette a rompersi: di conseguenza i pugili smetteranno prima oppure saranno costretti ad andarci più piano.

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Per la gioia dei feticisti della violenza, l'altra faccia della medaglia è che è il BKB causa più spesso ferite superficiali, il che significa molto più sangue. In sostanza fa più paura, ma ha meno probabilità di causare lesioni interne letali rispetto al pugilato, sia nel breve che nel lungo termine.


Relax al pub.

Nonostante si tratti di uno sport più sicuro e più divertente rispetto al suo cugino più legittimo, le sue superstar continuano a languire in quella nicchia oscura del fandom maschile solitamente riservata alle modelle di Babestation e alle pop star dimenticate degli anni Ottanta. Hanno soprannomi famosi, ma girano in autobus e dopo lo scontro si scolano pinte di birra al pub.

E mentre i pugili sono tra gli sportivi più pagati della Terra, i combattenti di BKB portano a casa circa 250 sterline per una vittoria e 80 per una sconfitta. Nel settore non ci sono atleti professionisti, e la maggior parte dei combattenti ha un lavoro normale con cui si guadagna da vivere. Molti hanno precedenti penali e la maggior parte proviene da ambienti difficili. Spesso sono ben oltre i quarant'anni.


James "Gypsy Boy" McCrory

James "Gypsy Boy" McCrory è la star indiscussa della scena BKB britannica. Carismatico e giovane combattente di Newcastle, somiglia vagamente a Sébastien Chabal e nella sua carriera ha partecipato a più di 200 combattimenti e ha vinto contro alcuni dei migliori—tra cui Dave Radford, che di mesitere fa lo stuccatore, è un campione di BKB e una volta se le è date con il pugile professionista panamense Roberto Duran.

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Siamo andati a trovare James nella sua casa di Newcastle qualche giorno prima del suo storico combattimento contro Jason "The Machine Gun" Young, il primo combattimento Regno Unito contro Stati Uniti in oltre 150 anni. Per poter affrontare Jason aveva dovuto mettere su un sacco di chili, e lo aveva fatto bevendo una quantità enorme di Guinness—una mossa che non avrà certo stupito gli appassionati del team inglese.


Seth Jones dopo un incontro.

A 32 anni—un'età in cui molti pugili si sarebbero già ritirati—James è considerato un volto abbastanza nuovo nella scena. Forse è una questione mentale, o il fatto che la boxe a mani nude sembra più qualcosa in cui si finisce in mezzo che qualcosa a cui si aderisce di proposito, o forse è solo la mia generazione che è più imbranata. Fatto sta che la scena è piena di brizzolati. A Colwyn Bay, nel Galles del nord, abbiamo visto Seth Jones, un ex trafficante di droga che ora fa il personal trainer, combattere contro un uomo 20 anni più giovane.


"The Leicester Bulldog"

Il "Leicester Bulldog" (AKA Tony) è un altro veterano dei combattimenti. In piedi nel suo giardino, con un giubbotto macchiato di benzina a coprire il petto più grande che avessi mai visto, ci ha svelato un lato inaspettato della sua personalità: costruisce graziosi barbecue con le latte di Calor Gas e li vende su eBay.

Decca "The Machine" Hedgie, un colosso d'uomo degno della battaglia di Hastings, è un padre di famiglia quasi trentenne, viene dalla Cumbria e una volta ha fatto un provino per il Newcastle United.

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James Lambert, AKA "Mr Happy"

Abbiamo incontrato anche un personaggio con una prospettiva un po' diversa sulla BKB. Per anni James Lambert è stato un combattente di BKB, un pugile senza licenza e un buttafuori, finché non ha voltato le spalle non solo ai combattimenti, ma all'aggressività in generale, e si è reinventato come "Mr. Happy", life coach e preparatore atletico. Nel suo garage c'è ancora un sacco da boxe penzola, ma James si rifiuta di dargli anche un solo pugno—figuriamoci di dimostrarci quello che sa fare. Eppure nei suoi modi non è difficile intravedere le tracce del suo passato. Si muove di scatto, ti fulmina con gli occhi spalancati e di tanto in tanto torna al tipo di linguaggio che avrebbe usato nella vita precedente.

Mi ricorda gli alcolisti in cura, quelli che non possono bere nemmeno un bicchiere di vino al ristorante—cercano di vincere i propri demoni, ma forse ne hanno anche un po' nostalgia—e ha fatto un po' da contraltare a tutta la spavalderia che avevamo visto.


Aaron Gaughan (a sinistra) contro Seth Jones

La violenza è stata una costante per tutta la durata delle riprese, e io ne sono diventato in un certo senso assuefatto. In un primo momento, i combattimenti erano orribili e rivoltanti. I fan della boxe come me sono abituati a combattimenti che finiscono quando uno dei due inizia a sanguinare: siamo abituati ai coach che gettano la spugna e agli arbitri che interrompono l'incontro. Nella lotta a mani nude, invece, non riesci a spiegarti come possano andare avanti. Sembra sempre che qualcuno stia per farsi molto molto male, ma pochi minuti dopo la fine dell'incontro i ragazzi vanno tutti a bere insieme e premono le pinte fredde contro le contusioni e i lividi.

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Ho imparato molto durante il mio viaggio. A un certo punto ho cominciato a pensare che forse ognuno di noi ha il diritto di esercitare il proprio talento, anche ragazzi normali come questi a cui tocca in sorte un'abilità che altri giudicherebbero ripugnante. I ragazzi che ho incontrato fanno lavori che sembrano offrire poco in termini di carriera, lavori che gli servono solo a pagare le bollette. Ma dato che le loro vere competenze appartengono a un ambito così di nicchia, la lotta a mani nude può restare solo un hobby, un modo di arrotondare e un piccolo momento di gloria in una vita che probabilmente non è quella che sognavano.

Per tutti questi motivi, la mia visione della boxe a mani nude è mutata. Mettendo da parte quello che effettivamente accade in questo sport ci si rende conto che si tratta più che altro di un hobby. Lo zoccolo duro dei fan e il protagonismo ricordano il calcio delle serie minori o l'heavy metal, due passatempi da duri di un'epoca quasi passata.


Decca "The Machine" Hedgie (a sinistra) contro "The Leicester Bulldog"

Qualunque cosa pensiate della violenza nella società—e dell'impatto che hanno questo genere di combattimenti su di essa—è impossibile negare il romanticismo e il cameratismo presenti nella scena BKB. Sono uomini che odiano il loro lavoro e che fanno fatica a inserirsi, ma che attraverso questo sport sanguinoso hanno trovato una sorta di pace. Anche se, a vederli dall'esterno, potrebbe non sembrare così.