Dal 6 agosto sarà obbligatorio il Green Pass vaccinale per pranzare o cenare al chiuso in bar e ristoranti. Si potrà entrare nei locali per consumare al bancone, pagare il conto, andare in bagno o simili ma non ci si potrà fermare al tavolo e consumare lì. Per ottenere la certificazione verde bisognerà avere già ricevuto la prima dose del vaccino, avere fatto un tampone (ovviamente negativo) nelle ultime 48 ore.“Credo che il vaccino sia decisamente più risolutivo delle misure sanitarie e di distanziamento sociale che abbiamo già messo in pratica”
Come funziona il Green Pass al ristorante
Piero Ling, Zheng Yang, Torino
Sicuramente avremo delle incombenze e delle responsabilità in più con l’introduzione del Green Pass, ma se ciò ci permette di lavorare in sicurezza e far passare ai clienti una serata piacevole e conviviale condivido le decisioni.
Zheng Yang è stato uno dei primi ristoranti cinesi d’Italia: ha aperto nel 1986 a Torino. Piero Ling, figlio del fondatore Ling King Chou, porta avanti il lavoro di custodia e racconto della tradizione cinese cominciato dal padre.Ci spiega: “Io sono d’accordo sull’usare tutti gli strumenti possibili per far sì che si ritorni alla normalità, che tutelino non solo i clienti, ma anche noi che lavoriamo. La settimana scorsa una mia cliente mi ha fatto riflettere molto. Essendo immunodepressa non può vaccinarsi: il suo primo pensiero è andato alle tante persone nella sua situazione, soprattutto ai tanti bambini immunodepressi che, per l’egoismo di pochi, non potranno frequentare la scuola in presenza. Il suo mi è sembrato un grande senso di comunità. Penso che tutti abbiamo prima dei doveri che diritti. Sicuramente avremo delle incombenze e delle responsabilità in più con l’introduzione del Green Pass, ma se ciò ci permette di lavorare in sicurezza e far passare ai clienti una serata piacevole e conviviale — magari senza parlare del virus, per la prima volta da tanto tempo! — condivido le decisioni. Sono sicuramente decisioni forti, ma vanno assolutamente prese, soprattutto in situazioni di emergenza come questa, per tutelare la collettività.”
Mariangela Fronterré, Cortile Arabo, Marzamemi
Il Green Pass non può avere un colore politico, è una questione di senso di responsabilità e senso civico, due cose che al momento non mi sembrano essere più un valore per molti
Da qualche anno Marzamemi, borgo marinaro in provincia di Siracusa, è diventato una località turistica ultra-frequentata grazie alla bellezza della sua piazzetta.Al Cortile Arabo lo chef Massimo Giaquinta propone una cucina basata sul pescato locale e sulla rivisitazione della tradizione siciliana. Con noi parla la maître e restaurant manager Mariangela Fronterré: “Considerato il momento storico che tutto il mondo vive da un anno e mezzo, e la situazione di imprevedibilità — che ha azzerato anche la nostra voglia di programmare — siamo assolutamente favorevoli alla richiesta del Green Pass, consapevoli del fatto che le misure di sicurezza non vanno mai abbassate. È nostro dovere garantire la sicurezza per quel che è di nostra competenza. Il Green Pass non può avere un colore politico, è una questione di senso di responsabilità e senso civico, due cose che al momento non mi sembrano essere più un valore per molti.”
Elisa Rusconi, Trattoria Da Me, Bologna
Come posso non essere d’accordo con qualsiasi cosa possa scongiurare una catastrofe economica e sanitaria?
Elisa Rusconi, chef e proprietaria della trattoria bolognese, l’avevamo già sentita in occasione del pezzo sulla trasmissione Quattro Ristoranti, si definisce “assolutamente pro-vaccini. Il nostro staff è completamente vaccinato e chi non c’è ancora riuscito è in attesa di farlo. Sono d’accordissimo all’utilizzo del Green Pass come strumento di tutela per staff e clienti. E mi auguro ci eviti un’ulteriore chiusura quest’inverno! Come posso non essere d’accordo con qualsiasi cosa possa scongiurare una catastrofe economica e sanitaria? Non vedo proprio nessun motivo per essere contraria. Anche per noi ristoratori è meglio lavorare in un ambiente il più salubre possibile — noi usiamo la mascherina ma chi è seduto no — e credo che il Green Pass sia decisamente più risolutivo delle misure sanitarie e di distanziamento sociale che abbiamo già messo in pratica.”
Valentina Chiaramonte, Consorzio, Torino
Valentina Chiaramonte è la chef del ristorante torinese: “Siamo tutti a favore della vaccinazione ma in giro stiamo riscontrando non poche difficoltà. Molti clienti o persone che conosciamo hanno appuntamenti a lungo termine per prima e seconda dose di vaccino. Una famiglia di quattro persone che è riuscita a prenotare la prima dose solo tra un mese che fa per andare al ristorante? Questa situazione crea un disservizio anche nei nostri confronti. Siamo a favore della campagna vaccinale purché vada velocemente, altrimenti ci crea solo disagio.”Indipendentemente dalle opinioni personali sui vaccini e sulla situazione del mondo della ristorazione, è innegabile che il Green Pass al momento lascia qualche perplessità, specialmente per chi risiede in regioni che sono in ritardo sulla campagna vaccinale e quindi non è ancora stato in grado di ricevere la prima dose.Segui Giorgia su Instagram.Molti clienti che conosciamo hanno appuntamenti a lungo termine per prima e seconda dose di vaccino. Una famiglia di quattro persone che è riuscita a prenotare la prima dose solo tra un mese che fa per andare al ristorante?
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