Cibo

Hanno aperto bar e pizzeria in via Padova, negli spazi comunali del Parco Trotter

mosso ha inaugurato a giugno negli spazi dell'ex convitto del Parco Trotter, su via Padova, e avrà diversi spazi, anche per formazione e concerti.
Roberta Abate
Milan, IT
Mosso via padova
Foto di GalliProuctions, per gentile concessione di mosso

Negli ultimi anni Via Padova è diventata una sorta di luogo di culto milanese. Le persone che hanno la mia età ricorderanno l’iconica e ironica gallery del Deboscio, quando si iniziò a parlare della “nuova Brooklyn”, sottintendendo la dinamica di gentrificazione di una zona che alle istituzioni piace da sempre chiamare “multietnica” e in “forte ascesa”. Via Padova è semplicemente un modo diverso di vedere e vivere Milano, e non è un mistero che i giovani stiano cercando casa proprio qui, chi in affitto e chi, potendoselo permettere, acquistando il loro primo appartamento a dei prezzi leggermente minori della media milanese.

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Però Via Padova è abbastanza lunga da avere diversi tratti con diverse peculiarità: la parte alta, più lontana dal centro, dove si incrocia con la Martesana, frequentata da famiglie; quella bassa “prima della Rotonda” piena di buoni ristoranti cinesi e mercatini dell’antiquariato. Poi c’è la parte di mezzo, quella che è attraversata dal ponte della ferrovia, dove trovi l’anagrafe e qualche grande supermercato. Lì, dove c’è l’apertura del Parco Trotter, si mescolano negozi di cibo internazionali —alcuni epici come Milan Store—, confusione, traffico e bar senza pregio.

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Foto dell'autrice.

È proprio in quella porzione di via Padova che da poco ha inaugurato mosso, uno spazio in disuso da anni di più di 2.000 metri quadri proprio dentro il Parco Trotter, un ex convitto dove i bambini malati, già nel 1919, venivano a curarsi grazie all’elioterapia. La piscina in disuso nel parco, dove ora si gioca a basket e si fa skate, serviva proprio per i bagni dei più piccoli che qui, oltre a rimettersi in forze, imparavano anche qualche cenno di orto-botanica. Poi il complesso è stato convertito in una normale scuola e quegli edifici, molto spaziosi, non hanno avuto altra sorte che rimanere vuoti. In una città costosa e affollata come Milano fa specie pensare che ci siano ancora molti spazi lasciati marcire per anni.

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Foto dell'autrice

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Foto dell'autrice

Oggi gli edifici del Trotter, con il progetto mosso, sono stati rimessi a lucido e sono finalmente aperti al pubblico, con un bar, un ristorante che offrirà piatti semplici e la sera la pizza. Nelle cucine si produrrà anche pane e tutti i lievitati offerti agli ospiti. Si parla di “Filiera controllata” e “qualità degli ingredienti”: nel 2022 sarebbe anacronistico non vedere questa puntualizzazione nella cartella stampa, ma vedendo il nome dell’associazione La Fabbrica di Olinda dietro il progetto, la stessa di questa pizzeria vicino Lecco, possiamo allontanare qualsiasi legittimo dubbio. Poco lontano dalla struttura un orto: anche qui si terranno corsi.

Sopra una cucina sociale e dei laboratori dove si terranno corsi di formazione. Attiguo al ristorante uno spazio per i concerti, curato dall’associazione culturale Ludwig. Insieme al Comune, si vede la partecipazione di COMIN e Centro Servizi Formazione e la Salumeria del Design.

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Foto per gentile concessione di mosso

Il Comune di Milano ci tiene a sottolineare che questo sarà uno spazio per la comunità, ma bisognerà aspettare e vedere se sarà davvero la comunità a frequentare mosso o arriveranno solo “turisti” da fuori.

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Foto dell'autrice.

Piano piano si prevedono aggiunte, fra attività e punti ristoro, ma si procederà per gradi, lentamente, così come lenta è stata la realizzazione degli spazi, che per 10 anni sono stati interessati da lavori, stop e pandemia. “Il Comune è lento ma inesorabile,” come ricordava durante la conferenza stampa la vicesindaco Anna Scavuzzo.

Oltre agli spazi interni, fanno ben sperare tutti quei tavolini fuori, dove chi non ha case al mare o in montagna, quest’estate, potrà prendersi una birra fresca o un bicchiere di vino con vista via Padova, così, per non dimenticare mai dove ci si trova: non solo nella bolla immobiliare di Nolo, ma in una via lunga, piena di gente, di casino, di macchine, difficile da controllare, unica anche per quello.

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