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Tutto quello che devi sapere sul nuovo album di 21 Savage

21 savage i am i was

Il 2018 di 21 Savage è stato un anno di assestamento dopo un 2017 trionfale. Issa Album aveva presentato alle masse il suo tono gelido e impassibile, il featuring su “rockstar” di Post Malone lo aveva introdotto di diritto tra i piani alti della scena rap statunitense, il mixtape Without Warning con Offset e Metro Boomin aveva dimostrato che non aveva intenzione di abbandonare la crudezza in cui affonda le radici il suo rap.

Quest’anno, invece, 21 è rimasto più tranquillo: i suoi featuring hanno comunque impollinato i dischi di mezza scena statunitense (Gucci Mane, Zaytoven, G Herbo, Quavo, Meek Mill) e la sua voce era una delle protagoniste di quel compendio del rap contemporaneo che è NOT ALL HEROES WEAR CAPES di Metro Boomin. Di mese in mese, però, il rapper di Atlanta continuava a suggerire su Instagram l’arrivo di un nuovo disco. Dato che le simmetrie sono belle è arrivato oggi, il 21 dicembre, e si intitola i am > i was.

Prima di farvi venire i brividi lungo la spina dorsale ascoltando i suoi sussurri criminali, eccovi una breve guida all’ascolto.

J. COLE HA DUE COSE DA DIRE A 6IX9INE SU “A LOT”

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J. Cole e 6ix9ine.

Il nuovo album di 21 Savage si apre con il botto: “a lot” è un pezzo perfetto per spiegare il suo successo, una nenia criminale che massaggia la tempie e stuzzica il cervello con ricordi truculenti appoggiata su un beat caldo come un caminetto. Dopo il secondo ritornello c’è una sorpresa: la voce di J. Cole, che dice di essersi fatto sei ore di macchina per raggiungere 21 in studio ed essersi preso bene a vedere i suoi due figli in studio. E poi comincia la sua strofa.

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Cole ha molto a cuore il rap e pensa di poter dare qualche lezione di vita a chi è più piccolo di lui, come ha già dimostrato sul suo ultimo album scontrandosi e poi facendo pace con Lil Pump. Il tono qua è lo stesso: “Quanti negri falsificano gli stream? Si fanno ascoltare da macchine”, esordisce Jermaine, e continua: “Ci sono negri che fanno i milioni, ci sono negri che fanno i meme”. E poi si rivolge direttamente al giovane rapper più controverso del momento, 6ix9ine, al momento in carcere in attesa di processo e a rischio ergastolo.

Prego per Tekashi, vogliono che marcisca in prigione.
Io me lo immagino dentro a una cella su una brandina
Mentre riflette su come è arrivato in cima
E si chiede se ne è davvero valsa la pena.

Non è la prima volta che Cole si esprime su 6ix9ine: in un’intervista rilasciata quest’anno aveva dichiarato: “È disposto a fare e dire qualsiasi cosa [pur di avere successo] perché lo vuole con tutto sé stesso, e in un certo senso lo rispetto perché sa che cosa sta facendo. Mi affascina, non riesco a voltarmi dall’altra parte”.

CHILDISH GAMBINO È TORNATO CON IL SUO PRIMO FEATURING DEL 2018 IN “MONSTER”

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Childish Gambino, foto promozionale

“This Is America” a maggio, due singoli a luglio e basta. Quest’anno Childish Gambino si è trattenuto, ma ha dimostrato che fare poco e farlo bene può essere più utile a lasciare il segno invece che continuare a infarcire dischi di tracce per pompare gli stream. Per concludere il suo anno con il botto al vecchio Donald serviva però un featuring memorabile, ed è esattamente quello che ci regala su “Monster” di 21 Savage.

Gambino ad Atlanta ci è nato, come potevate facilmente intuire dal titolo della sua serie TV. Quindi è un piacere sentirlo ringraziare la sua città in forma canzone: “Sono un negro di Zona 6, è da lì che vengo / Il quartiere suona tipo ‘pop pop!’”, rappa, infilando una bandiera nel terreno di Atlanta Est come già hanno fatto grandi come Gucci Mane, Future e proprio 21. Dopo qualche gioco di parole, Gambino continua con una dichiarazione d’intenti:

Io e Savage siamo venuti dalla polvere
Se rappi per fare soldi sei stupido
‘Sta merda non è un milione, ‘sta merda è a cento,
L’industria è spietata e la maggior parte di voi è mediocre.

Insomma, nonostante Donald Glover abbia dichiarato che l’esperienza Childish Gambino è terminata sarebbe un peccato non sentirlo più rappare nel 2019. Soprattutto se le premesse sono queste.

21 SAVAGE FA IL TENERO IN “LETTER 2 MY MOMMA”

“Era ottobre 92 quando mi hai messo al mondo / Il minimo che potessi fare era scrivere una canzone su di te / Chi può dire dove sarei finito senza di te? / Mi sarebbe piaciuto non aver mollato la scuola, ma l’ho fatto”, comincia “Letter 2 My Momma”, probabilmente il pezzo più strappalacrime finora di 21. I pezzi sulla mamma sono un grande classico del rap e non è strano aspettarsene uno anche dal più indurito dei criminali; è meno comune ascoltarne di sentiti e commoventi.

21 non ha paura di mostrarsi tenero ma inserisce nel discorso piccoli momenti di gelo che tengono alta l’attenzione dell’ascoltatore e mostrano i due lati della sua infanzia. Un momento ringrazia sua madre per la PlayStation che gli aveva comprato, per le granite che gli prendeva con gli spiccioli; il successivo manda affanculo suo padre perché non c’era mai e confessa: “Penso sia per questo che ho mollato la scuola e ho cominciato a sparare alle cose”. E subito dopo riecco una semplice immagine piena d’affetto: “Mia mamma mi ha insegnato ad allacciarmi le scarpe / A cucinarmi gli spaghetti”.

“Sono ancora il tuo bambino anche se ne ho uno anch’io”, dice 21 nel ritornello, e si lancia poi in una seconda strofa in cui parla di come la sua fama ha cambiato la vita della madre: “Ci ho pensato io, non ha il mutuo o l’affitto da pagare / Anche lei ha un Range Rover e una Benz”. Ma nel giro di poco torna il contrasto morbido/duro: “Da piccolo ho fatto cose che ti hanno spezzato il cuore / Sono stato io a rubare i biscotti dal barattolo / Sono stato io a rubare la macchina dei nostri vicini”. 21 parla di quando spacciava erba (“ma non tagliavo mai l’erba in giardino”), di quando rubava oggetti per rivenderli al banco dei pegni, e si stupisce che sua madre gli sia comunque sempre rimasta accanto. E gli fa una promessa: “Non crescerò i miei figli come ha fatto mio padre, sono migliore di lui / Sei la miglior mamma che avrei mai potuto avere”.

“GOOD DAY” RACCONTA IL RAPPORTO TRA VIOLENZA DI STRADA E SALUTE MENTALE (E OMAGGIA LA VECCHIA SCUOLA)

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Ice Cube, fotografia via Facebook.

“Good Day” è una collaborazione che unisce generazioni. 21, ScHoolboy Q e Project Pat, tre rapper nati in tre decenni diversi, raccontano la brutalità del quotidiano ma stando ben attenti a sottolineare il disagio che attraversa la vita criminale. “Oggi è stata una bella giornata”, ripete ossessivamente il ritornello, ma solo perché “gli AK-47 non hanno sparato”, perché “mio fratello è stato assolto”, perché “ho venduto un panetto di coca”.

Il titolo e la struttura del ritornello sono un omaggio a “It Was a Good Day” di Ice Cube, un brano costruito sullo stesso messaggio: “Nessuno dei miei amici di South Central è morto oggi, è stata una bella giornata” rappava ai tempi Cube.

Nel beat del pezzo si nasconde un riferimento a un altro classico: dato che sulla traccia c’è Pat, uno dei fondatori degli storici Three 6 Mafia, perché non omaggiarne un altro? La scelta è caduta su Lord Infamous, morto di infarto nel 2013, e sulla sua fantasia omicida “Damn I’m Crazed“, buon esempio del suo rap truculento. “Penso ad ammazzare, omicidio in testa / Omicidio sul menu, un omicidio sul timer”, le sue parole campionate dai beatmaker di 21.

Elia è su Instagram: @lvslei.

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