Nel 1961 Anne Hamilton-Bryne, un’insegnante di yoga, si presenta senza preavviso a casa del dottor Raynor Johnson, psicologo di fama del Queens College di Melbourne. I due non si sono mai incontrati prima, ma nel tempo di un tè Anne riesce a convincere Raynor di avere la capacità di prevendere il futuro. Nel corso dei tre decenni successivi la donna riuscirà a convincere allo stesso modo molte altre persone, arrivando a costruire una setta religiosa che vedeva Hamilton-Bryne come la reincarnazione femminile di Gesù.
La setta, che secondo alcuni avrebbe raccolto fino a 500 persone, divenne successivamente nota come The Family, e oggi è oggetto di un libro omonimo scritto dalla regista Rosie Jones e il giornalista Chris Johnston. I due hanno seguito per anni la vicenda—Rosie per il suo documentario, intitolato anch’esso The Family, e Chris per la rivista The Age —nel tentativo di tracciare le fortune accumulate da Anne attraverso il suo seguito. Oggi, a 96 anni e senza essere mai stata perseguita per i suoi presunti crimini, la donna vive in una casa di riposo dove la demenza le impedisce di rispondere alla domanda che aleggia più di ogni altra sulla sua storia: perché? Perché era stata così crudele con le persone che l’avevano praticamente venerata? Perché aveva rapito almeno 28 bambini, a cui aveva somministrato LSD e che aveva cresciuto come fossero stati suoi?
Videos by VICE
Nel documentario di Rosie, alcuni di questi 28 parlano apertamente degli abusi subiti. La maggior parte di loro era stata adottata con documenti falsi, sottratta agli ospedali poco dopo la nascita—si stima che un quarto dei membri della famiglia fossero infermiere o impiegati nel settore medico-ospedaliero. Come loro, prima di incontrare Anne anche altri membri della setta avevano avuto una professione: c’erano avvocati, dottori e politici introdotti alla Famiglia da Raynor Johnson. Altri ancora erano stati reclutati a Newhaven, una clinica psichiatrica di Kew di proprietà di un membro della setta, Marion Villimek. Sotto la guida di Anne, molti avevano consegnato alla donna soldi, proprietà e famigliari, inclusi i bambini che Anne aveva cresciuto come propri.
Isolati dal mondo esterno, i bambini della Famiglia crescevano sotto la stretta supervisione di membri della setta noti come “le zie”, e spesso venivano lasciati patire la fame o picchiati. Quando era all’estero, Anne era solita chiamare casa per sentire i figli ricevere lezioni di vita dai superiori. La manipolazione psicologica era particolarmente forte. Una delle foto più note della setta è quella che vede i bambini vestiti in completi coordinati, coi capelli a caschetto e tinti di biondo—un escamotage utile a convincerli che fossero effettivamente fratelli e sorelle. Oggi adulti, i sopravvissuti raccontano di essere stati introdotti ai principi della Famiglia intorno ai 14 anni, attraverso sessioni in cui venivano chiusi in una stanza buia per giorni, costretti ad assumere ingenti dosi di LSD.
Proprio l’uso degli allucinogeni è uno dei tratti distintivi della setta, insieme alle sue radici nella filosofia new age, i legami con figure influenti di Melbourne, le voci (smentite) sulla militanza di Julian Assange nel gruppo e il fatto che si tratti di una delle poche sette a guida di una donna. Ma leggendo il libro e guardando il documentario, l’immagine che emerge più di tutte è quella delle atroci sofferenze. I “bambini” di Anne Hamilton ne portano tuttora i segni mentre cercano di ricostruire la loro storia, alla ricerca dei veri genitori e alle prese con le famiglie che nel frattempo hanno costruito per sé.
The Family è uscito per Scribe Publishing. A questo indirizzo trovi invece informazioni sul documentario The Family.
Segui Maddison su Twitter