Oggi le temperature superficiali del Mar Tirreno, Adriatico e Ionio hanno superato i 30°C di temperatura, a segnalarlo è un lancio di Meteo in Diretta supportato dai dati forniti dall’osservatorio del Consorzio LAMMA.
Il trend di innalzamento si protraeva da luglio, in parallelo alle temperature crescenti delle ultime settimane, e, secondo Meteo in Diretta, non è da escludere che localmente i valori abbiano superato i 30°C visti i ‘fondo scala‘ degli strumenti di rilevazione — Ovvero la portata dei rilevatori, oltre la quale i valori superiori non vengono più registrati.
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I valori sono in linea con i trend globali di innalzamento della temperatura del mare, come segnalato dall’osservatorio della Environmental Protection Agency americana.
“La temperatura di 30° C sulla superficie del mare è anomala per valori e per persistenza, anche se ovviamente segue nella forma la curva stagionale,” mi spiega Alessandro Ceregato, paleobiologo dell’Istituto di Scienze Marine ISMAR/CNR di Venezia, contattato su Facebook. “Se si trattasse di un’annata isolata in un trend comunque regolare si potrebbe opinare sull’origine del picco, ma il fatto che eventi di riscaldamento eccezionale abbiano acquistato una frequenza significativa e in modo esponenziale proprio negli ultimi decenni fa propendere per un rapporto di causa effetto con il trend di riscaldamento globale.”
Le conseguenze di un fenomeno del genere possono essere decisamente violente su un ecosistema come quello marino, “Quello che accade in un caso del genere è che lo squilibrio termico porta alla stratificazione delle masse d’acqua ed all’interruzione degli scambi, ovvero una minore ossigenazione degli strati inferiori che può portare all’anossia, e dal punto di vista biologico può comportare morie, esplosioni riproduttive di elementi del plancton e alterazioni dei cicli trofici,” mi spiega. “Naturalmente il tempo di persistenza di condizioni anomale incide sull’effetto.”
Trattandosi di una problematica legata al mare, però, il discorso sulle contromisure è il solito: come si agisce a livello locale su un problema di carattere globale? “Le azioni vanno fatte a tutti i livelli,” spiega Ceregato. “Nel caso specifico, per le particolarità del Mediterraneo la responsabilità di un intervento unitario e coordinato è di tutti i paesi che si affacciano su questo mare, nel caso dei paesi UE l’impegno si estende a tutta l’Europa. Anche la somma degli interventi a livello locale è importante, purché siano coordinati e portati avanti insieme,” conclude. “In questo caso, la politica globale lavora sul medio e sul lungo termine.”