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Cosa pensano della Nazionale italiana in Europa

Abbiamo chiesto a francesi, inglesi, spagnoli, portoghesi e polacchi quale sia il loro pensiero sulla Nazionale italiana, sui suoi giocatori e su quali siano le nostre possibilità di vittoria a Euro 2016.

Foto via Facebook.

Nelle ore immediatamente successive a Belgio-Italia, su Twitter e non solo girava una pubblicità belga che doveva essere una sorta di "incoraggiamento" per i loro giocatori. "Gli italiani," recitava, "parlano con le mani. Noi coi piedi." Al di là poi della mancata vittoria del Belgio, mi ha fatto ridere un riferimento così esplicito e stereotipato all'Italia e agli italiani. A rincarare la dose, il giorno dopo la sconfitta si sono aggiunte le dichiarazioni dell'allenatore del Belgio Wilmots, che ha etichettato il gioco italiano come "anti-calcio", ricalcando l'idea di un'Italia eterna difensivista che "si chiude e gioca solo in contropiede." Il binomio Italia/catenaccio rimane dunque indelebile nelle menti di tutti i nostri avversari, ma a ciò si aggiunge il fatto che, quest'anno, la squadra italiana non conta tra i suoi membri quei nomi estremamente noti all'estero che l'avevano caratterizzata in passato. Per questo motivo, abbiamo deciso di chiedere ad alcuni colleghi di altre redazioni—tutti di paesi coinvolti agli Europei—come vedessero l'Italia e quale fosse il loro rapporto con la nostra Nazionale e con i giocatori italiani.

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SPAGNA

Da sempre, in Spagna, si guarda all'Italia con un po' di invidia. L'immagine degli azzurri vincenti nell'82 ha lasciato una profonda impronta nell'immaginario collettivo: da allora, quando si parla dell'Italia si pensa sempre a una squadra difensivista ma comunque competitiva, capace di invertire la rotta in qualsiasi momento, in qualsiasi partita. In qualche modo, anche se non so se poi sia vero, si vede lo stile calcistico italiano come l'assoluto contrario della Spagna: il cliché del catenaccio ha avuto una grande influenza.

Concentrandomi su quest'Italia in particolare è ovvio, secondo me, che questo non sia il miglior momento per quanto riguarda la qualità. Dieci anni fa, per esempio, gli italiani avevano una squadra di grandissimo livello in difesa (Cannavaro, Zambrotta, Nesta, Buffon, De Rossi, Gattuso… anche Grosso—e sì, Materazzi—hanno giocato un eccellente mondiale) e pure in attacco; adesso, invece, c'è l'affidabile difesa della Juventus (lo stesso Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini), ma davanti c'è il deserto.

Sicuramente, il sintomo più grave è il fatto che Motta indossi il numero 10. Senza nessun centravanti fra i top-50 al mondo (Pellé, Immobile, El Shaarawy, Zaza o Candreva sono dei buoni calciatori, ma ovviamente non sono tra i migliori al mondo) è difficile fare paura; e soprattutto, senza quelli che ritengo essere i vostri due migliori centrocampisti (Giovinco e Marchisio) e solo con il povero De Rossi, è ancora più difficile immaginare l'Italia giocare un bel calcio.

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Comunque, detto questo, l'Italia (quasi) sempre riesce a competere. Il girone è abbastanza difficile, però se riuscissero a vincere contro Irlanda e Svezia, avranno la possibilità di giocarsi le loro chance nelle partite a eliminazione diretta. Spagna e Italia hanno due situazioni molto diverse: la nostra nazionale arriva in Francia con una squadra di altissimo livello, nonostante abbia perso un po' la sua competitività—e soprattutto i due riferimenti a centrocampo, Xavi e Xabi. Del Bosque è un bravo allenatore per squadre già rodate, però penso che non sia l'ideale per costruire qualcosa di nuovo (come ha dimostrato fuori dalla sua esperienza al Real Madrid). Le sensazioni non sono state ottime nelle ultime partite pre-europeo, non c'è stata la scioltezza di altri tempi, e forse ciò che manca alla Spagna è un centravanti di qualità e decisivo. Così, nonostante le diversità entrambe sembrano avere dei problemi d'identità, di scopo… e anche di gioco. — Jordi, VICE Sports Spagna INGHILTERRA Mi è sempre piaciuta la nazionale italiana, anche se rappresenta un tipo di calcio che varia da essere qualcosa di negativo a qualcosa di addirittura deprimente. Essendo cresciuto negli anni Novanta, le squadre italiane erano le più interessanti del mondo e giocatori come Baggio, Maldini e Del Piero hanno catturato l'immaginario di una generazione. Avevano stile ed erano esotici. Il calcio italiano era—ed è tuttora—visto come figo. C'è la consapevolezza, tra gli esperti di calcio, che l'Italia di oggi non è più quella di un tempo. Nonostante ciò, la maggior parte del pubblico considera ancora l'Italia come una delle favorite. Probabilmente guardano alla squadra del passato, non a quella di oggi. Probabilmente non sanno che Baggio non c'è più. Detto questo, sappiamo che l'Italia può essere pericolosa. All'appello mancano calciatori importanti, ma d'altra parte con Buffon e i suoi compagni della Juve in difesa ha ottime possibilità di concedere davvero pochi gol. Buffon specialmente è visto come il simbolo della vecchia forza dell'Italia. In Inghilterra molti lo considerano il miglior portiere di sempre. Conosciamo anche Graziano Pellè, che possiamo dire tranquillamente aver fatto un ottimo lavoro al Southampton, e un paio dei grandi nomi—De Rossi, Thiago Motta, Immobile. Ma molto più che nel passato, ci sono nomi che i tifosi dell'Inghilterra non conoscono: Alessandro Florenzi, Federico Bernardeschi e Marco Parolo sono per lo più sconosciuti qui.

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L'Italia e l'Inghilterra sono tutto sommato simili, in realtà. Entrambe sono squadre storicamente forti e vincenti, ma stanno lottando per ritrovare la propria identità e per riguadagnare la gloria del passato. Le differenze sono che nel frattempo l'Italia vince qualcosa—il 2006 non è così lontano—mentre l'Inghilterra fallisce da cinquant'anni. Ah, e ovviamente i tifosi italiani sono vestiti meglio di quelli inglesi… — Jim, VICE Sports UK

FRANCIA Ai francesi la Nazionale italiana non piace. Perché? Sicuramente è una rivalità che affonda le sue radici nel passato, ma se possibile questa rivalità è ancora più forte nelle generazioni più giovani. Euro 2000: non ci piacevano gli italiani, che mentre vincevano uno a zero stappavano già bottiglie di champagne. Una mancanza di rispetto e di umiltà. Qiundi, quando abbiamo vinto, grazie a Trezeguet, il rancore non ha fatto che crescere—fino ad arrivare ai massimi storici nel 2006, con la testata di Zidane a Materazzi. Noi conosciamo bene i difensori italiani: attori, provocatori e scorretti. Zidane invece è "intoccabile". È una questione soggettiva, probabilmente, ma è lo stesso rapporto che c'è fra Totti e i romanisti, se dovessimo generalizzare.

In generale i francesi pensano che gli italiani siano scorretti catenacciari, con uno stile di gioco che non è quello delle altre squadre europee "latine", quello della Francia.

Nonostante tutto, però, le cose stanno cambiando, specialmente a Parigi, tutto grazie a Marco Verratti. I tifosi del PSG lo amano e tutti credono sia un top player. Lui non gioca "all'italiana". Si prende dei rischi, è molto tecnico e talentuoso. Tutti lo amano. — Louis, VICE Sports Francia

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POLONIA L'Italia ha un buon portiere e una buona difesa, ma secondo me il vero problema sono il centrocampo e l'attacco.

Se Verratti non fosse infortunato, probabilmente staremmo facendo valutazioni completamente differenti. Nonostante ciò, se Insigne e Florenzi riuscissero a fare qualche giocata fuori dall'ordinario, credo che la Nazionale italiana potrebbe riuscire a conquistarsi le semifinali. Senza nessun jolly, però, la strada sarà veramente in salita. — Andrzej, VICE Polonia

PORTOGALLO Sarò chiaro e certo di rappresentare nella maniera più fedele il pensiero di ogni portoghese in merito alla questione: amiamo dire "squadra azzurra" tutte le volte che parliamo della Nazionale italiana di calcio, amiamo il vostro azzurro, appunto, e le divise sempre molto classiche ed eleganti. Amiamo, però, soprattutto, quando l'Italia perde. Odiamo (anche se forse "odiare" è un sentimento un po' forte, ma d'altronde siamo europei che parlano di calcio, quindi mi perdonerete) quando giocate un calcio difensivista senza un minimo spiraglio di gioco per 87 minuti e alla fine della partita segnate e vincete. E questo succede molto spesso.

Ovviamente amiamo Buffon come amavamo Schillaci—quest'ultimo soprattuto perché aveva un bel nome che suonava molto bene. Abbiamo odiato Italia '90, in realtà soprattutto perché il Portogallo non prese parte alla competizione e, ancora, odiamo quando la vostra Nazionale affronta la nostra, perché è una di quelle partite che sicuramente finiremo per perdere.

Negli ultimi quarant'anni vi abbiamo battuto una sola volta, nel 2015, in un'amichevole! C'è un detto, che non sono sicuro se sia mondiale: il calcio è quello sport in cui si gioca undici contro undici e alla fine vince la Germania. Questo si applica anche all'Italia e spero non ci incroceremo durante questi Europei, perché anche se non riesco a riconoscere nessun giocatore nella Nazionale italiana di oggi, a parte Buffon, so che non avremmo molte possibilità. — Sergio, VICE Portogallo

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