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Morte al vitalizio

Quello del parlamentare è stato per molto tempo il lavoro ideale per garantirsi una vecchiaia sicura. Oggi non lo è più, o quasi.

L’Italia è povera, ve l’avranno detto. Ma se c'è qualcuno che non ha mai avuto troppi problemi di soldi, quello è il parlamentare italiano, un uomo dalla pensione facile, uno che fino ad oggi poteva ritirarsi a vita privata lontano—o meno—dai riflettori un po’ quando voleva. Pezzana, Graveri, Boneschi e Andreani sono stati i campioni delle pensioni prêt-à-porter: un giorno in parlamento e un vitalizio mensile di 3.000 euro. Ora però, i parlamentari italiani passeranno al sistema contributivo: chi pagherà di più incasserà di più, chi pagherà di meno incasserà di meno, semplicissimo. Aggiungeteci il fatto che il nuovo regime terrà conto delle singole speranze di vita e avrete un intruglio di sorrisi e buoni propositi. Tra chi gioisce e chi protesta, le nuove regole interessano tutti—o quasi—i membri della casta, un manipolo di privilegiatissimi di cui Gian Antonio Stella, giornalista, autore di La casta (e di altri libri con titoli molto belli come Dio Po - Gli uomini che fecero la Padania), sa moltissimo. VICE: Quanto pesa la questione “pensioni e parlamentari” in Italia?
Gian Antonio Stella: Moltissimo. Non puoi toccare le pensioni dei cittadini senza toccare quelle dei parlamentari. Non c'è  equilibrio nel mondo dei vitalizi. All'interno di Camera, Senato e regioni la situazione è inaccettabile. Non lo dico io, ma perfino Franco Frattini: l’unico modo di evitare che la gente scenda in piazza con i forconi è ridurre i costi della politica. Non esiste al mondo che vengano toccate le tasche dei cittadini prima di quelle dei parlamentari. L’anno scorso Marrazzo ha cominciato a ricevere la pensione a 51 anni. È assurdo. Possibile che fino ad oggi non si sia mai fatto niente, o quasi?
Il problema è stato che gli elettori di destra hanno continuato a perdonare ai loro eletti praticamente tutto: Berlusconi arrivò ad usare un elicottero della protezione civile per andare a farsi fare un massaggio. Se i suoi elettori si fossero arrabbiati con lui, forse le cose sarebbero cambiate. E invece il merito va al nuovo governo Monti.
Si è passati a questo governo tecnico perché quello precedente non reggeva. La politica ha i suoi meccanismi e le sue regole: quando la pera deve cadere, cade. In questo momento era inevitabile. Anche se Monti ha ridotto il vitalizio, i guadagni dei deputati non cambieranno di molto.
Ovviamente, non è stato Monti a ridurre i vitalizi. Non avrebbe potuto farlo, leggi alla mano. Ma il modo in cui si è mosso ha costretto i parlamentari a darsi una regolata. La riforma non sarà l'ideale, ma, in tutta onestà, è già qualcosa. Ci lamentiamo sempre di tutto senza cogliere i segnali di novità, come in questo caso. Eppure 26 parlamentari hanno fatto ricorso per riavere le stesse pensioni di prima.
È indicativo vedere come tanti parlamentari, soprattutto di destra ma anche in parte di sinistra, siano riluttanti ad accettare la riforma. È un atteggiamento che la dice lunga sull’approccio di alcuni nei confronti dei sacrifici. Che poi si tratti per lo più di leghisti non mi stupisce per niente…. E infatti su 26, 15 sono della Lega.
Esatto. Come se non bastasse, di questi 15, alcuni hanno una storia segnata. Ti faccio un esempio: Fabio Padovan è stato il fondatore di LIFE Veneto, un gruppo particolarmente duro ed estremista che teorizzava il divorzio fiscale dall’Italia. Vedere Padovan andare a battere cassa come uno dei tanti parlamentari meridionali—e lo dico con tutte le ironie del caso—che la Lega ha attaccato in questi anni la dice lunga sulla buona fede e la malafede di alcune di queste persone. Cosa gli ha fatto cambiare atteggiamento?
Probabilmente la stessa cosa che è capitata a un bel po’ di sessantottini. Quando hanno visto che la rivoluzione non si sarebbe più fatta hanno pensato “almeno guadagniamoci.” Riusciranno ad ottenere quello che vogliono?
Spero che la magistratura sia molto netta su questa iniziativa. Ammesso che si arrivi fino a quel punto, visto che al momento resta una questione del parlamento. Non ho idea di come possa andare a finire perché in questi anni ne abbiamo viste di ogni. Sono curioso anche io. Monti resisterà fino al 2013?
Secondo me sì. E poi cosa succederà?
Non lo so. Monti arriverà sicuramente fino al 2013 perché i partiti sono in difficoltà e andare a riprendersi le grane di cui si sono liberati non gli converrebbe, soprattutto in una situazione internazionale complicata, con una disoccupazione altissima e la gente inferocita contro partiti e politici. Non credo che abbiano molta voglia di assumersi responsabilità rognose…. E dopo il 2013?
Dipenderà dalle dinamiche interne ai partiti e dall’opinione pubblica, a cominciare dai risultati dell’inchiesta sui finanziamenti. Perché se mettono naso tra i bilanci non si sa cosa può venir fuori. Penso che abbia ragione Gianpaolo Pansa che su Libero dice che se si apre una falla rischia di venire giù tutto. Ancora una volta dipenderà tutto dai soldi.
È possibile che oltre al caso Lusi ce ne siano altri destinati ad emergere. In questo momento l’elettore si è talmente allontanato dalla politica che anche chi prende punti nei sondaggi li prende perché continua a crescere la quota di chi dice “io non voto.” Se questo tipo di atteggiamento continuasse anche l’anno prossimo non so dove si andrebbe a finire. Ci troviamo in una situazione pesante, da cui è difficile emergere. Ovviamente io mi auguro che la politica riprenda l’iniziativa, si riscatti e torni a guadagnarsi la fiducia degli italiani. Non sono mai stato un qualunquista e non lo sarò mai, e spero che la buon politica riesca a prendere il sopravvento. Se non succedesse, vedremmo aprirsi scenari rischiosi. Come un ritorno al berlusconismo?
No, non credo, non credo al ritorno di Berlusconi. Una cosa gli italiani l’hanno capita: le cose che gli sono state ripetute, che l’Italia andava bene e che si stava meglio degli altri paesi, sono state un imbroglio. Questo l’hanno capito. Poi magari non hanno le idee chiare su come uscire dalla situazione di crisi e dipenderà da come andranno le cose nei prossimi mesi. Ma che l’Italia fosse meglio prima no, credo che gli italiani non ci cascheranno più. Vedremo, grazie.
Già, grazie a te.