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Salvatore Aranzulla: Io curo un sito che porta il mio nome, www.aranzulla.it, nel quale insieme ai miei due collaboratori pubblico articoli che forniscono risposte agli utenti in ambito prevalentemente informatico. Se hai un qualsiasi problema sull'informatica finisci da noi: se cerchi "Come faccio a configurare l'iPhone", "Come velocizzo internet", finisci sul mio sito.Perché?
Perché i miei articoli rispondono in maniera efficace alle domande fatte in rete. Ho sviluppato una tecnologia che si chiama "Sistema dei titoli" che analizza quello che gli italiani cercano sui motori di ricerca. Noi partiamo da questa informazione, dopo di che il sistema filtra le keywords andando a eliminare quelle sulle quali abbiamo già scritto articoli o quelle che sono ridondanti. Fatto questo restano solo gli argomenti nuovi su cui scrivere.Sì ma perché il tuo sito è ovunque? Perché tu e non altri siti? Cioè, cosa fai più degli altri?
Questo mio sistema mi dà una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti. Per esempio oggi abbiamo pubblicato un articolo su "Come fare un video con foto e musica", semplicemente perché i nostri sistemi ci hanno detto "Guardate, c'è qualcuno che sta cercando questa cosa".
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Riceviamo 12 milioni di visite al mese con 20 milioni di pagine viste, e ogni anno raddoppiamo il traffico. Siamo il 38esimo sito più visto in Italia nel mese di aprile secondo Nielsen. Ad oggi, nel comparto informatica, quattro persone su 10 che cercano contenuti di questo genere finiscono sul mio sito. Come hai imparato a farlo? Hai cercato delle guide?
No, quando ho cominciato ovviamente ho cercato come si facesse a creare un sito internet, come creare le pagine, come caricarle online…Quindi un po' sì…
Sì ma all'inizio, una decina di anni fa. Adesso il sito è gestito in modo "aziendale": l'anno scorso ho fatto oltre 820mila euro, quest'anno—se le cose vanno bene—dovremmo quasi raddoppiare il fatturato dello scorso anno. Questo perché questa tecnologia che ho potenziato personalmente funziona molto bene: consente all'utente di avere un contenuto di qualità, e all'investitore di avere un utente interessato al quale mostrare della pubblicità.
I contenuti del sito sono offerti a titolo totalmente gratuito, ma poi accanto trovi dei banner pubblicitari—pubblicità che in genere riguarderà l'argomento della pagina, per cui se l'utente finisce per esempio su un articolo che parla di antivirus, vedrà pubblicità sugli antivirus. La pubblicità che viene venduta ci garantisce un ritorno economico in due modi: quando l'utente vede il banner pubblicitario—e questo è un caso molto limitato—o quando lo clicca direttamente. Ovviamente non tutti lo fanno: solo meno dell'1 percento dei visitatori, ma sono quelli che consentono all'azienda di avere un ricavo. Ho proprio qui il bilancio che mi ha dato il commercialista, ti posso dire che lo scorso anno abbiamo fatto 740mila euro solo di ricavi pubblicitari.
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Allora, ci sono una serie di possibilità: se tu fai l'editore devi aprire un sito per poi produrre dei contenuti fatti bene e affiancargli della pubblicità. Se sei utente qualsiasi puoi creare un sito e comunque guadagnare con lo stesso metodo, però ovviamente devi realizzare numeri elevati. In alternativa ci sono alcuni servizi di sondaggi che permettono di prendere parte a panel e racimolare qualcosa con la sola partecipazione. Altrimenti si può provare coi negozi online, Amazon, eBay. O ancora, se sei un videomaker che pubblica un video su YouTube e riesci a raggiungere una certa soglia critica, YouTube stesso potrebbe essere disposto a riconoscerti una percentuale della pubblicità che viene erogata col video.Ma i soldi si fanno davvero, con queste cose?
Coi negozi online, o coi sondaggi, non puoi generare un gran guadagno—puoi fare qualcosina, poche decine di euro, ma non ci vivi. Poi dipende dai volumi: un'azienda come la mia fa quasi un milione di fatturato, certo, ma fa anche 12 milioni di visite al mese. A quel punto puoi ambire a cifre importanti, altrimenti no. Il blog l'ho aperto quando avevo 12 anni, mi ci sono voluti 13 anni, non è che domani ti svegli, butti giù un sito e diventi ricco: non funziona così. Questo adesso è il mio lavoro a tutti gli effetti, mi serve per vivere.
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Sicuramente sarebbe un problema, ma non solo per me: alla fine tutti gli editori hanno dei modelli che si basano su Google, tranne in casi particolari proprio come VICE, ad esempio, e tutti quei siti che non rispondono alle esigenze dei motori di ricerca. Il fatto però è questo: noi su www.aranzulla.it abbiamo degli standard qualitativi molto elevati da più punti di vista, e questo Google lo apprezza. Cioè: Google non va a penalizzare un sito come il mio che aggiorna i contenuti di continuo—abbiamo un sistema che ci avverte quando un post ha bisogno di un update—ha un'invasività pubblicitaria limitata e pubblica post con certi standard.Quindi aranzulla.it dovrebbe sopravvivere a un'apocalisse post-SEO?
Sì.Qual è l'how to più cercato in questo momento in Italia?
Te lo dico in tempo reale: in questo momento, per gli ultimi 30 giorni, il top del top è "Come utilizzare WhatsApp su computer", "Come aggiornare WhatsApp". E poi c'è "Come sapere chi visita il tuo profilo Facebook".Ti è mai successo di cercare su Google una guida per fare qualcosa, e trovare Salvatore Aranzulla?
Sì, sono un fruitore delle mie stesse guide. Io le scrivevo in passato, adesso molte le scrivono i miei collaboratori. Per esempio di recente ho cambiato telefono, dovevo configurarlo e non sapevo fare alcune cose. Alla fine sono capitato sul mio blog.Thumbnail via Flickr. Segui Vincenzo su Twitter: @wyncenzo