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Tecnologia

Perché le teorie complottiste sull'Ebola sono insensate

Se si tratta di un complotto, è davvero mal riuscito.

Di fronte alle più fantasiose teorie complottiste, due soli sono i caratteri che rimangono costanti: il primo è il presupposto che tutto ciò di cui trattano sia stato artificiosamente pensato e attuato da un grande "Altro" la cui identità spazia da un qualunque luogo degli Stati Uniti alle sette giudaiche. Il secondo fattore attiene al metodo d'indagine: il complottista ricostruisce la realtà a sua immagine e somiglianza, ripudiando ogni tratto scientifico e imponendo oggettività alla sua teoria.

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Qui comincia la parte divertente: le teorie si diversificano tra loro semplicemente in base all'argomento caldo trattato. Si prende un tema generalmente innocuo e di scarso interesse e lo si trasforma nella più grande minaccia di tutti i tempi per la specie umana: dalle scie chimiche alle plasmanubi blu.

A questo proposito, alcuni giorni fa, mi è capitato di imbattermi questo video di Daniele Penna, complottista da tempo immemore che si autodefinisce ricercatore. Il suo obiettivo nel filmato è dimostrare che il virus Ebola è un prodotto artificiale brevettato dagli Stati Uniti e diffuso consapevolmente per ridurre la popolazione mondiale.

Cerchiamo di capire perché ha ingenuamente torto.

Il video inizia con l'annuncio del colpaccio: nell'Ottobre 2009, gli Stati Uniti hanno brevettato il virus Ebola e contemporaneamente hanno sviluppato un vaccino per prevenirlo. Il tutto viene reso credibile da una garanzia verificabile: il numero di brevetto CA2741523 A1. In teoria i brevetti non sono uno scherzo, in pratica la United States Patent and Trademark Office (USPTO), l'ufficio brevetti statunitense, ha un ricco storico di critiche per quanto riguarda gli standard per le registrazioni. Le politiche dell'USPTO, infatti, non si allineano a quelle degli uffici brevetti internazionali: le invenzioni registrate lì spesso non rispondono nemmeno al requisito minimo di novità che è alla base del concetto di brevettabilità.

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Vi faccio un esempio: nel Luglio di quest'anno, il famoso sito 9gag aveva pubblicato questa foto. Quella stringa è il numero di brevetto della cura definitiva per l'AIDS. Il brevetto è vero, ma il solo fatto di aver ottenuto un riconoscimento legale della propria scoperta non regala nessuna autorevolezza né affidabilità, tutela unicamente i propri interessi sul suo sfruttamento economico.

Non è finita qui, purtroppo: sfatiamo la scientificità della vicenda. Il virus Ebola, della famiglia dei Filoviridiae, è un virus a RNA, ovvero un virus capace di mutare. Il 1976 è l'anno della registrazione della prima epidemia di Ebola del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nello Zaire. Da allora sono stati scoperti cinque ceppi differenti del virus che, solitamente, prendono il nome dal luogo della loro scoperta e sono: Zaire Ebolavirus (ZEBOV), Sudan Ebolavirus (SEBOV), Reston Ebolavirus (REBOV), Cote d'Ivoire Ebolavirus (CIEBOV) ed infine Bundibugyo Ebolavirus (BEBOV/EDOBUN).

Quello che interessa a noi, oggetto del brevetto in questione, è quest'ultimo, scoperto e identificato dal dottor J.S. Tower e i suoi colleghi del CDC nel 2008 nel distretto di Bundibugyo, in Uganda. Contagia 149 persone, ne muoiono 37. I medici, già consapevoli della pericolosità del virus, si rendono conto che è necessario adottare nuovi e più efficienti metodi diagnostici per riconoscere la malattia, facilmente confondibile con altre patologie come la malaria. In un Paese con pochissime risorse sanitare il tempo che intercorre tra la contrazione della malattia e il suo riconoscimento è cruciale per intervenire efficacemente e limitare la diffusione, ed è questo che viene brevettato: il metodo diagnostico, non un vaccino miracoloso.

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I medici hanno proposto una formula di vaccino mai sperimentato e il numero di persone contagiate non è mai stato così grande da suscitare l'interesse di qualche azienda farmaceutica, così lo sviluppo del vaccino non è andato in porto.

Gli Stati Uniti hanno quindi un vaccino per l'Ebola nascosto nel cassetto? Probabilmente no: ammesso e non concesso che quella formulazione contro il Bundibugyo Ebolavirus fosse davvero efficace, il virus che si sta fronteggiando ora è probabilmente di un ceppo ancora differente. Infatti, ogni volta che si è registrato un episodio di contagio, l'Ebola non ha mai ucciso più di 300 persone, nonostante segnasse tassi di mortalità altissimi toccando punte dell'80%. Questa epidemia conta ad oggi 10.141 contagi (di cui 5692 confermati da analisi di laboratorio) e 4922 vittime.

Gli Stati Uniti hanno un vaccino per l'Ebola nascosto nel cassetto? Probabilmente no

Il CDC, dunque, non è esattamente un mostro che vuole lasciar morire un sacco di persone; il video perde ulteriore credibilità quando l'autore mette in correlazione la sede del CDC di Atlanta, in Georgia, con la Georgia Guidestone, le tavole delle leggi del Nuovo Ordine Mondiale (NWO), e dunque colonna portante di tutte le ipotesi di complotto a riguardo. La prima iscrizione su queste tavole reciterebbe il comando di mantenere la popolazione mondiale sotto i 500 milioni di persone; ammettiamo che gli Stati Uniti siano effettivamente asserviti al NWO e stiano tentando di compiere questa legge.

La popolazione mondiale raggiungerà, secondo le previsioni della Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali dell'ONU, quota 7 miliardi di persone nel 2015, grazie alle circa 600.000 nascite che si registrano ogni anno; detto questo, i quasi 5.000 decessi causati dallo scoppio dell'epidemia nel Marzo 2014 li considererei il risultato di un progetto diabolico mal pianificato. Questa epidemia è la peggiore che si sia mai registrata: le condizioni in cui riversano i paesi e le zone colpite sono eufemisticamente critiche e la mancanza di informazioni e misure di prevenzione non fanno altro che favorire la diffusione del virus. La buona notizia è che l'interesse dei Paesi più ricchi ha permesso lo sviluppo di trattamenti efficaci con immunoglobuline (ZMapp: un siero di immunizzazione passiva costituito da 3 anticorpi monoclonali) e uno stimolo deciso allo sviluppo di un vaccino che si vocifera sarà pronto nel 2015.