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Tecnologia

Sembra che gli italiani non vivano in Italia

Ok, forse viviamo un po' troppo di stereotipi.

Siamo un po' fessi. Dico noi italiani: siamo un po' fessi. Ma non dei fessi da "dovevo laurearmi in astrofisica teorica ma ho lasciato per aprire una gelateria con la mia ragazza", intendo dei fessi da Olimpiadi, da "sì, realisticamente penso che su un centinaio di italiani almeno la metà stia cercando lavoro."

Questo perché su 100 italiani, quelli che sono disoccupati o stanno cercando lavoro sono 12, non la metà. Questo dato ci viene fornito dalle menti matematiche di Ipsos MORI, in una ricerca effettuata per la Royal Statistical Society e il King's College di Londra e ci mostra come, nei fatti, la realtà sociale che percepiamo è completamente distorta, specie per noi italiani.

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Immagine: Screenshot/Ipsos MORI

Dalle aspettative di vita al numero di immigrati, passando per la credenza popolare che un lavoro sia più paragonabile a un pentolone pieno di soldi alla fine di un arcobaleno piuttosto che una maniera per portare il pane a casa, noi italiani abbiamo sbaragliato tutte le altre 14 nazioni sottoposte al sondaggio. La domande erano piuttosto semplici, "su 100 persone, quante credi siano disoccupate?", "49, ovviamente". Per il campione analizzato, 49 italiani su 100 sono alla mercé del welfare pubblico, per la realtà invece quel numero è 12; un 12 in qualche maniera drammaticamente rassicurante.

Quante persone su 100 hanno votato alle ultime elezioni? Gli italiani dicono appena 54 persone, le urne ne testimoniano 75. Over 65? In teoria dovrebbero essere 48 su 100, in pratica sono 21.

Le infografiche di Ipsos sono più che ottime e dunque piuttosto che parlare dei numeri, preferirei parlare del perché una ricerca del genere si è rivelata necessaria. Le ragioni di Hetan Shah, direttore esecutivo della Royal Statistical Society, sono decisamente valide, "come possiamo sviluppare delle politiche sociali sostenibili quando la percezione pubblica è così fuori scala? È necessario che succedano tre cose: in primis i politici devono cominciare a parlare di numeri, e non di stime; in secondo luogo, i media devono parlare con chiarezza delle questioni statistiche, piuttosto che utilizzarle come espediente per sensazionalizzare delle vicende; ed infine dobbiamo insegnare la natura della statistica nelle scuole, perché è chiaro che le persone abbiano difficoltà a comprendere questo tipo di numeri bruti."

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Perils of Perception - Global di Ipsos MORI

Bobby Duffy, Managing Director dell'Ipsos MORI Social Research Institute e Visiting Senior Research Fellow al King's College di Londra, continua dicendo che risolvere questo tipo di problema non ovvierebbe solo a una chiara lacuna matematica, ma permetterebbe di ridistribuire meglio gli impegni nelle politiche sociali. Se gli italiani avessero bene in mente che su 100 persone gli immigrati non sono 30, come la ricerca evidenzia, ma 7, gli investimenti potrebbero essere mossi in maniera diversa e più efficace.

La Royal Statistical Society ha commissionato questa ricerca nel contesto della campagna getstats, una serie di conferenze e attività volte a migliorare la "statistic literacy", ovvero la comprensione che ognuno di noi ha della statistica. Bobby Duffy conclude dicendo "ognuno di noi va a votare […] e una percezione così distorta dei fatti reali evidenzia una mancanza di fiducia nei governi."

I risultati della ricerca evidenziano una realtà piuttosto grave, specialmente per noi italiani. Una visione così palesemente errata della realtà che ci circonda è sintomo di problemi sociologici che vanno ben aldilà del mero non sapere che la nostra aspettativa di vita è superiore di qualche anno a quella percepita. Una delle brutte notizie è che, per risolvere un problema del genere, il primo passo da fare è riaprire i libri di matematica.