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10 domande a...

10 domande che hai sempre voluto fare a un edicolante

Ma c'è qualcuno che completa le raccolte in fascicoli? I porno li comprano ancora? Come ti muovi in quello spazio così ristretto?
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Durante l'infanzia, l'edicola era il mio posto preferito in cui dilapidare la paghetta settimanale. L'edicolante era molto felice quando mi vedeva arrivare alla domenica, e io altrettanto di comprare un fascicolo a caso di una raccolta che non avrei mai completato—vedi Magic English, le videocassette con la faccia di Piero Angela sopra e simili.

Per onorare questo rapporto, quando in ufficio cercavano qualcuno a cui far intervistare un edicolante per questa rubrica mi sono fatto avanti. L'edicolante in questione si chiama Ludovico, ha 24 anni, e bazzica da diversi anni nella sua edicola di Monza.

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Abbiamo parlato delle modalità con cui vengono acquistati i giornaletti porno nel 2017, di quanto siano fantastici i rotocalchi e se esistono davvero figure mitologiche in grado di completare raccolte infinite.

VICE: Iniziamo dal principio. Come sei diventato edicolante?
Ludovico: È successo gradualmente. Nel 2008, mio padre rilevò un'edicola investendo la liquidazione del suo ex lavoro. Io mi affiancai, per anni a tempo perso, ma oggi—dopo un infarto—lui si occupa della resa e della gestione, mentre mio fratello ed io trattiamo col grosso della clientela. Nonostante la turnazione, nessuno di noi lavora mai meno di nove ore al giorno.

Comunque sono ormai più di sette mesi che pratico il mestiere continuativamente, e devo ammettere che si sta rivelando un'ottima palestra alla vita per un neolaureato. Qual è la tua clientela tipica?
L'edicola è ubicata nella stazione ferroviaria della mia città, per cui il 70 percento dei clienti è costituito da pendolari, che di solito si limitano all'acquisto di un quotidiano e una serie di biglietti e/o abbonamenti. Se si tratta di mattinieri, il minimo comune denominatore è una sorta di stress da lavoro latente. Al mio minimo sbaglio, per esempio sul resto, la tensione diventa subito palpabile. Non posso poi negare che spesso gli stereotipi legati a provenienza, età e classe sociale si leghino al servizio richiesto. I clienti stranieri si focalizzano sul money transfer, gli anziani sono fan dell'enigmistica e degli spetteguless, e gli studenti chiedono principalmente biglietti, snack e accendini. C'è anche qualcuno che sospetto invii pagamenti a professioniste/i webcam, ma non posso dirmi certo (anche se l'idea di fargli da tramite mi diverte).

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Hai una quantità di riviste, quotidiani e settimanali a disposizione ogni giorno. Avendo sfogliato decine di giornali, quali consideri buoni e quali pessimi?
Ti confesso che ho smesso molto presto di sfogliare qualunque cosa mi passasse sotto tiro. In generale, però, posso dire che più una rivista è circoscritta negli argomenti e meno spesso esce, più è buona. Tra le riviste "pessime" che non riesco a smettere di sfogliare, invece, c'è Men's Health: è talmente priva di senso che mi meraviglio di quante varietà di squat e segreti per accenderla a letto esistano per giustificare anni di storia editoriale. Sembra che però abbia salvato parecchi uomini dalla ciccia e dalla sfiga sociale.

Puoi farmi un elenco, con piccola recensione annessa, di tutti i giornali di gossip che vendi in ordine alfabetico?
- Astra/Astro Mese/Astrella: dopo due o tre numeri di queste dovresti essere in grado di leggere il futuro nel cielo, tuo e delle celebrità di cui segui alacremente le notizie.
- Chi/Cioè/Così: le tre "C" del gossip d'inchiesta italiano nonché parole usatissime nel gergo di settore per argomentarne i contenuti.
- Confidenze: rivista atipica, propone racconti e interviste intime, talvolta al limite dello spirituale, di brava gente dello spettacolo italiano. Credo venga usata dalle donne in seconda menopausa per far fronte agli scompensi ormonali.
- Cronaca Vera: una rivista [su cui VICE ha fatto un documentario] che dovete sfogliare almeno una volta nella vita, pornografia pura a soli 1,50 euro la settimana. Capolavoro.
- Diva/Dipiù (Tv): focus inutile su personaggi femminili e consigli di lifestyle/palinsesti tv/ricette di tutti i giorni.
- Gente/Grand Hotel: Generiche. Grand Hotel merita menzione in quanto antichissima e spesso concentrata sulle famiglie reali europee e le loro magagne.
- Giallo: assieme a Cronaca Vera capolavoro dell'editoria italiana, verte sul paranormale spinto mescolando influenze sci-fi, esoterismo e religione con la peggiore tradizione dei romanzi d'appendice nostrani ambientati nelle campagne.
- In: una brutta copia dei sopramenzionati. La stessa parola "In" fa riferimento a un concetto senza però più nemmeno esserlo. 
- Love Story: il nome è già abbastanza esplicativo. Si tratta di fan fiction.
- Mio: tuo tuo, prendi pure e vai in pace.
- Nuovo/Novella 2000: altri due pezzi di storia, contrariamente a quanto il nome lascerebbe intendere
- Oggi: rivista celebre, e devo dire la meno peggiore tra quelle elencate. Si lascia leggere con scioltezza. Ricordo intere serate passate a sfogliarlo da mia nonna durante l'infanzia. Può costituire una discreta e tacita introduzione all'educazione sessuale dei vostri figli se lasciate in giro per casa i numeri giusti.
- Stop: non mi sono mai fermato a sfogliarlo.
- Vero/Visto: non so, non li ho mai visti, sembra roba falsa.
- Top/Tutto: altre due contraddizioni cartacee. Il top del nulla che si chiama tutto.

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E le riviste religiose? Qualche tempo fa sembrava avessero fatto il botto. Noi ci eravamo occupati di Miracoli e Il mio papa.
La trinità è composta dal celebre Famiglia Cristiana, CredereIl Mio Papa. Qualitativamente a scendere.

Passiamo a un altro genere. La gente compra ancora la roba porno?
Il porno è uno dei classici feticci dell'edicola italiana. Devi semplicemente avere culo nel trovare la clientela e soprattutto poterla mettere nelle condizioni di acquistare senza dare nell'occhio. All'inizio il mio negozio era in un'ala della stazione più defilata. E c'era il capolavoro: lo stanzino con l'ingresso celato dalla tendina di code di pelo sintetico. Era l'antro del porno, con dvd, riviste alla Playboy, le "Lettere" (volumetti di finte confessioni erotiche) e Hentai. Allora si vendevano molto di più: c'erano addirittura un paio di amatori che venivano con la valigetta e spendevano un centazzo ogni tre settimane. Il lato schifoso della questione era che qualche stronzo, mai individuato, si accontentava di segarsi direttamente lì sul posto nelle ore di punta.

Ora che tutta la merce è esposta alla luce del sole, il porno ha subito un calo di vendite incredibile. Fedeli amanti del porno che mi leggete: sappiate che vi basterà chiedere, e potrete contare sulla mia assoluta professionalità.

Passiamo a una questione seria che mi sta molto a cuore. Mi spieghi il mistero delle cose da costruire in fascicoli o le raccolte di libri? Vanno mai oltre la prima uscita? 
Il mistero delle raccolte è molto semplice: sono in pochi a completarle. Il mio negozio ha conosciuto solamente una di queste persone mitiche: un peruviano metallaro che ha dedicato un'intera stanza a un Millennium Falcon bello grosso e alla collezione di personaggi di Star Wars. Viene a ritirare i pezzi una volta al mese, e gli vogliamo molto molto bene.

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Le raccolte di libri e CD hanno invece più successo. Nell'ultimo anno e mezzo c'è stato il boom della filosofia, con tre o quattro collane diverse. I libri gialli e i classici, invece, sono sempre una mezza garanzia. Il ricettario di Cannavacciuolo è alla seconda ristampa. Le altre raccolte, a meno che riscontrino subito successo, vengono ritirate dal fornitore—come la raccolta di veri (?) insetti in resina che si ostinano a rilanciare ogni paio d'anni.

La maggior parte degli edicolanti deve muoversi in un piccolo corridoietto pieno di roba. Com'è lavorare in un piccolo spazio vitale?
Fa schifo. Io sono alto un metro e 90, non ti immagini le botte che prendo. Ma è soprattutto una questione di abitudine e ordine. Devi stipare tutta la merce in maniera anche soffocante, ma sempre allo stesso posto, a portata di mano.

Spesso per insultare un giornalista gli si appioppa l'appellativo "giornalaio". Come ti fa sentire?
Diciamo che nel mio caso mi offenderei se qualcuno mi appioppasse l'appellativo di "giornalista".

Ok, fare il giornalista è una bega, ma dall'esterno neanche fare l'edicolante sembra il massimo. Ci si annoia?
Quando sei in balia dello tsunami di pendolari è quasi bello entrare in una trance lavorativa che ti permette di servire un centinaio di persone in pochi minuti senza errori (o quasi). Oltre questo, l'edicolante non è effettivamente il massimo.

La cosa peggiore è senza dubbio la routine, rigidissima, a cui attenersi. Una cosa simpatica che faccio per tenermi sveglio è raccogliere dei resoconti delle vicende che vedo accadere. Sul mio profilo ho creato la serie "Clienti che Amo/Clienti che Odio", e i miei amici apprezzano molto.