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Tecnologia

Questo miner di criptovalute è anche un termosifone

Se il problema è il surriscaldamento delle mining-farm, questo aggeggio prende due piccioni con una fava.
Immagine: via Qarnot.

Bello il mining di criptovalute, vero? Ha solo un piccolo inconveniente (oltre a renderti la vita una merda): le GPU e CPU delle macchine che lavorano per farti guadagnare possono diventare davvero bollenti e rendere l'ambiente che le ospita invivibile o quasi. Infatti, uno dei costi principali previsti per chi vuole dedicarsi al mining è il sistema di raffreddamento degli ambienti che ospitano le mining farm.

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Perché, invece, non sfruttare questo calore per riscaldare le stanze che ne hanno bisogno? L'ideale sarebbe poi riuscire a ripagare i costi per tenere in funzione le macchine con le criptovalute guadagnate.

Una start-up francese ha avuto proprio questa idea, progettando un ''cripto termosifone." Lo strumento ha due compiti: minare criptovalute e sfruttare il calore prodotto dal processo per riscaldare l'ambiente domestico. L'azienda si chiama Qarnot e ha realizzato QC-1 — un termosifone da montare alle pareti che è sostanzialmente anche un server Linux.

QC-1 contiene due schede video AMD — le Sapphire Nitro+ Radeon RX580 con 8GB di RAM — e sfrutta il calore generato dalle sue GPU integrate quando estraggono token di qualche criptovaluta per riscaldare l’ambiente in modo completamente silenzioso. QC-1 può essere gestito tramite la app apposita per smartphone o via web. Basta impostare i dati del proprio account Ethereum o di altre criptovalute e tenere traccia delle proprie finanze. Il tutto per la "modica" cifra di 3.600 euro.

Le dimensioni del termosifone realizzato in legno e alluminio anodizzato sono di 65 x 62,5 x 16 cm, il peso è di 27 chilogrammi, la sua potenza è di 650W in totale — 450W in modalità mining + 200W in modalità booster, dispone di connessioni 110/230V AC, RJ45 Ethernet e come interfacce oltre alle appe dispone di un touch capacitivo.

Secondo i dati forniti da Qarnot, QC-1 può minare Ethereum ad un ritmo di 60 MH/s portando un utente a guadagnare circa 100 euro al mese. Questa stima però non tiene conto dei costi dell'energia elettrica che consuma. Secondo i calcoli svolti da Digitaltrends, minando Ethereum, per rientrare nell'investimento iniziale per l'acquisto del criptotermosifone ci vorrebbero circa 5 anni e mezzo — facendolo lavorare sia di notte che di giorno e anche d’estate (oh, no).

Insomma l'idea non è male, ma chi comprerà questa roba? Probabilmente non conviene neanche a chi ha spostato la propria mining farm nei paesi dell'Est Europa che d'inverno raggiungono temperature estremamente basse. In ogni caso, i preordini sono già attivi e le consegne previste entro il 20 giugno — quando, ovviamente, tutti passeremo tutto il giorno a pensare ai termosifoni. Potere trovare ulteriori dettagli sul sito ufficiale.

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