'Lasciamoli lavorare': un recap dell'intenso settembre del Governo Conte
Conte, Salvini, Casalino e Di Maio. Illustrazione di Piero Amouroso.

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Politică

'Lasciamoli lavorare': un recap dell'intenso settembre del Governo Conte

L'audio di Rocco Casalino. I festeggiamenti per l'approvazione della 'manovra del popolo'. E tanto altro.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

Benvenuti alla quarta puntata di 'Lasciamoli lavorare', il recappone mensile che sintetizza i momenti cruciali del "Governo del cambiamento": messaggi audio pieni di livore; litigi su come trovare soldi che non ci sono; un'opposizione che continua a perde pezzi; decreti approvati in prima battuta che, ancora una volta, ci pongono di fronte a una domanda: L'Italia è un paese in cui è diventato normale essere razzisti?

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Ma partiamo dal principio:

Weekend 1-2 settembre

Inizia ufficialmente lo scontro: Governo versus Tria

I primi giorni di settembre ufficializzano la lotta all’interno del Governo, destinata a protrarsi e concludere a fine mese. No, non quella di visibilità tra Lega e M5S già nota, ma l’altra (a perdere): Tria contro tutti.

La nuova miccia dello scontro è accesa dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia a proposito del giudizio di Fitch con previsioni al ribasso sull'Italia. Tria spiega che le considerazioni dell’agenzia di rating cambieranno quando la legge di bilancio avrà preso definitivamente forma, tenendo conto che i patti con l’Europa “vanno rispettati”.

Ed è proprio questo l’inghippo: il ministro vuole rispettare il rapporto deficit/pil in base agli accordi con l’UE per mantenere i conti pubblici al sicuro in previsione della fine del quantitative easing a gennaio 2019, ma sembra che nei piani del Governo ci sia l’intenzione di sforarlo per mantenere le promesse elettorali. “Non possiamo pensare di stare dietro ai giudizi di un’agenzia ma poi pugnalare alle spalle gli italiani,” dirà Di Maio.

GIORNO 95

3 settembre — L’ex Iena Dino Giarrusso trova posto nello staff del Miur

Per iniziare con la giusta carica la settimana, il sottosegretario all'Istruzione Lorenzo Fioramonti annuncia che Dino Giarrusso, ex inviato de Le Iene ed ex candidato M5S, sarà uno dei suoi più stretti collaboratori: si occuperà di vigilare sui concorsi universitari. Del resto, “Chi meglio di una ex Iena” può controllare irregolarità, trucchetti e magagne?

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Le critiche non tardano ad arrivare: associazioni insegnanti, opposizioni, analisti contestano non solo il curriculm un po’ pompato di Giarrusso, ma il fatto che la sua nuova posizione sia un palese “paracadute,” dopo la mancata elezione alle politiche e nel cda Rai.

GIORNO 96

4 settembre — Toninelli accusa di aver ricevuto pressioni per non rendere pubblici gli atti sul ponte Morandi. Ma da chi?

Alla Camera si torna a parlare del crollo del ponte Morandi a Genova; la discussione diventa molto tesa dopo le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Toninelli: “nonostante le pressioni, interne ed esterne che abbiamo subito," spiega, "abbiamo messo a disposizione della collettività atti [contratti di concessione delle autostrade e tutti i relativi allegati] che tanti cittadini nel corso degli anni hanno richiesto all’Amministrazione.”

Ma chi gli avrebbe fatto pressioni? Visualizzato. E non risposto.

GIORNO 97

5 settembre — Siamo fatti per il 90 percento d’acqua

Lo dice con molta sicurezza Di Maio nel suo intervento in difesa dell'acqua pubblica durante il programma Presadiretta, su Rai Tre.

Ma ci sono due novità ben più rilevanti, sul fronte legislativo. La prima riguarda ancora i vaccini: il governo ha cambiato di nuovo idea, e chiesto di cancellare dal decreto milleproroghe l’emendamento che avrebbe eliminato il divieto di iscrizione per i bambini non vaccinati a scuola e le multe relative (per metterci una toppa, comunque, le autocertificazioni rimarranno valide fino a marzo 2019).

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La seconda, invece, consiste nel nuovo piano “Scuole Sicure,” annunciato dal ministro dell’Interno Salvini con un tweet contro gli “Spacciatori della morte”—2,5 milioni di euro per incrementare i controlli, assumere agenti della polizia locale e potenziare gli impianti di videosorveglianza nei pressi delle aree scolastiche.

Arriva, poi, anche l’accordo sull’Ilva: il nuovo proprietario ArcelorMittal garantirà 10.700 assunzioni (sulle oltre 13mila previste) entro il 2023. “Il miglior risultato possibile,” commenta Di Maio.

GIORNO 98

6 settembre — È ufficiale: la Lega deve restituire i 49 milioni di euro truffati allo Stato

“È una vicenda del passato, sono tranquillo,” commenta Salvini. Ma, più che altro, riecheggiano le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, rilasciate qualche giorno prima al Fattoquotidiano, su quanto sia “evidente che il partito non potrà più esistere [se] non avrà più soldi.”

Nel frattempo, Toninelli pubblica le lettere che dovrebbero giustificare “le pressioni interne ed esterne” ricevute per evitare di pubblicare la documentazione sul ponte Morandi. Le lettere sono dell’Aiscat, l’Associazione dei concessionari autostradali, ma risalgono a prima che il governo si insediasse. “Quando la toppa è peggio del buco,” è sicuramente la frase che sintetizza al meglio i commenti sulla vicenda.

GIORNO 99

7 settembre — In diretta Facebook, Salvini scarta l’avviso di Garanzia in cui si ufficializza che è indagato per il caso della Nave Diciotti.

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Se durante la diretta i toni del leader della Lega nei confronti dei giudici sono a dir poco sprezzanti, dopo le critiche del ministro della Giustizia Bonafede e una presunta telefonica notturna con Di Maio (in seguito smentita) Salvini cambia poi registro. Da Cernobbio, infatti, smorza di molto i toni, affermando che non ci sarebbe “nessun golpe giudiziario”, di non essere “al di sopra della legge” e che spera (non senza una nota di sarcasmo) i giudici facciano “bene e in fretta.”

Weekend 8 - 9 settembre — Di Maio promette lo chiusure domenicali di negozi e centri commerciali

E invece il nostro Primo ministro Giuseppe Conte? Dov'è? Che fa?

Dopo la notizia di un un suo imminente colloquio di lavoro per una cattedra alla Sapienza, poi posticipato e “riconsiderato”, e infine abbandonato per motivi di “opportunità e sensibilità”, in molti si domandano se nel suo discorso all’inaugurazione dell’82esima edizione della Fiera del Levante di Bari, Conte abbia confuso l’8 settembre 1943 con il 25 aprile 1945—ma questo non lo sapremo mai.

L’unica certezza è il putiferio che scateneranno le dichiarazioni, rilasciate domenica, sempre a Bari, da Di Maio: "Entro l'anno, [faremo approvare] la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni e l'orario che non sarà più liberalizzato.”

Tutto questo accade mentre il dirigente del ministero dei Trasporti Bruno Santoro si è dimesso dalla commissione ispettiva sul crollo del ponte Morandi, dopo essere finito fra gli indagati della procura di Genova.

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GIORNO 102

10 settembre — Arriva in Commissione Giustizia il 'Ddl sull’affidamento condiviso', ma ci sono un sacco di cose che non tornano

Il ddl è presentato dal senatore leghista Simone Pillon—conosciuto per essere una figura di spicco del Family day e un fervente cacciatore di streghe. Come spiegato dall'Espresso, se il ddl dovesse passare così com'è, le separazioni diventerebbero di gran lunga conflittuali; il bambino starebbe sì al centro, ma di una guerra tra coniugi; la dicitura di genitore 1 e 2 verrebbe eliminata; ci sarebbe il no categorico e definitivo alle adozioni per le coppie gay; si potrebbe ‘disapplicare’ l’aborto. Verrebbe inoltre introdotta la mediazione obbligatoria per separazioni e divorzi in caso di figli minorenni; secondo i più critici si tratta di un possibile conflitto d’interesse. Pillon è un avvocato, e il suo studio si occupa anche di mediazione familiare.

Frattanto, continua la discussione sulle chiusure domenicali. Dalle file della Lega arrivano le prime puntualizzazioni: il ministro dell’Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio, specifica che la proposta non bloccherà “le aperture domenicali nelle città turistiche.”

Tanto che, alla fine, è lo stesso ministro del Lavoro Di Maio a correggere il tiro: “Ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa. Ci sarà un meccanismo di turnazione." Ma la discussione sui pro e contro­ sarà sicuramente ancora molto lunga e prenderà dei mesi.

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GIORNO 103

11 settembre — Il ministro Tria sta mooolto attento alle parole in vista della legge di Bilancio

Davanti alla platea di Confartigianato, dichiara di essere a favore di un taglio dll’Irpef e ad andare avanti con i lavori di TAV e TAP, ma la condizione è la tenuta dei conti, perché "non si fa sviluppo con il deficit." Tradotto: è improbabile che reddito di cittadinanza, quota 100, flat tax si facciano tutte insieme.

A tal proposito, ospite a Carta Bianca, Di Maio subito chiarisce che, “O nella manovra c'è il reddito di cittadinanza o c'è un grave problema per questo Governo.” Nel frattempo Salvini, sullo scranno di Porta a Porta, alza il tiro: "Quota 100 con 64 anni? No, è assolutamente troppo alto, io ho chiesto al massimo 62."

GIORNO 104

12 settembre — “Nessuno è al di sopra della legge. Nemmeno i politici,” dice Mattarella

Lo afferma in relazione alle recenti polemiche tra Salvini e la magistratura durante il suo discorso, nella sala della Lupa di Montecitorio, per ricordare il centenario della nascita di Oscar Luigi Scalfaro. Salvini controbatte subito, dicendo che sul caso Diciotti “ha ragione.” Il procuratore di Agrigento che gli aveva inviato l’avviso di garanzia, nel mentre, riceve una busta con dentro un proiettile e un messaggio (“zecca, sei nel mirino”).

Nel frattempo: il M5S smentisce una notizia Ansa secondo cui una fonte interna al movimento avrebbe dichiarato che, “o c’è il reddito di cittadinanza nella legge di bilancio per almeno 10 miliardi o Tria si dovrà dimettere” L’agenzia si rifiuta di smentire.

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Infine, da Bruxelles arriva la notizia che il Parlamento europeo ha approvato la riforma sul copyright (qua spieghiamo perché è un disastro per l’internet). E su questo, quando Di Maio afferma che si profila, “Uno scenario da Grande Fratello di Orwell,” non ha tutti i torti.

GIORNO 105

13 settembre — Il Decreto Milleproroghe passa alla Camera, ‘sulla fiducia’

Dalle Istituzioni europee arrivano due commenti di non poco conto su quanto sta accadendo nel nostro paese. Il primo è del presidente della Bce Mario Draghi, il quale spiega che “negli ultimi mesi abbiamo visto che [in Italia] le parole hanno fatto danni: i tassi sono saliti per le famiglie e le imprese. Ora stiamo aspettando i fatti.” Per chiarire il concetto: nel solo luglio 2018 il nostro debito pubblico è cresciuto di oltre 18 miliardi. Tantissimo, se si pensa che in tutto il 2017 è cresciuto di 36,6.

Il secondo commento, invece, è del commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, che ha mosso preoccupazione per l’Italia e il fatto che in Europa stiano spuntando “tanti piccoli Mussolini.” Di Maio e Salvini rispondono all’unisono [Non si deve permettere/Si sciacqui la bocca].

Ma a creare maggior disguidi interni è ciò che viene approvato alla Camera: il decreto Milleproroghe. Sul decreto, il Governo ha posto la sua prima fiducia (un modo per eliminare gli emendamenti che erano stati presentati nelle ultime settimane), e le opposizioni—tra cui il PD che ha occupato i banchi del Governo—hanno protestato per il brevissimo preavviso sulla questione.

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GIORNO 106

14 settembre — Il ministro degli Esteri del Lussemburgo litiga con Salvini

Durante la conferenza sulla questione immigrazione a Vienna, mentre Salvini ricorda che per il nostro Governo lo stop degli arrivi dei migranti è irrinunciabile, il ministro degli Esteri e dell’immigrazione Jean Asselborn lo interrompe, per ricordargli che, “In Lussemburgo abbiamo accolto decine, migliaia di immigrati italiani […] arrivati a lavorare […] affinché poteste avere i soldi per dar da mangiare ai vostri figli”.

In un secondo momento, poi, Salvini cerca di smentire un altro ministro, quello dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, secondo cui Germania e Italia avrebbero raggiunto un accordo sui cosiddetti movimenti secondari—che consisterebbe nel rientro dei migranti sbarcati nel nostro paese, ma che al momento si trovano in Germania. Seehofer spiega che l’accordo in realtà è già stato preso, e che mancherebbero solo dei passaggi “tecnici.”

Intanto sulla pagina Facebook—sempre di Salvini—spunta un post in cui si spiega che, “Purtroppo [a causa dei migranti] la tubercolosi è tornata a diffondersi [in italia]”. Il ministro della Salute Grillo chiarisce prontamente che è tutto inventato e non c’è “nessun allarme.”

Una questione ben più reale, invece, è come proseguire su Genova. Durante la conferenza in ricordo delle 43 vittime a un mese dal crollo del ponte Morandi, il premier Conte promette che il nuovo commissario "ci sarà a 10 giorni dall'entrata in vigore" del decreto su Genova "e avrà pieni poteri".

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Da oggi, sarà anche molto più facile comprare un’arma in Italia.

Weekend 15-16 settembre — Sì alla flat tax ma “non deve aiutare i ricchi,” sì al reddito di cittadinanza “ma non per stare a casa a guardare la televisione”

Sono rispettivamente le dichiarazioni di Di Maio e Salvini che—secondo anche quanto riportato da un retroscena del Corriere della Sera—non sarebbero poi così entusiasti delle proposte l'uno dell’altro.

Il leader della Lega, però, vuole rassicurare un po' tutti, dicendo che messaggia "ogni giorno con Conte e Di Maio," due "persone ragionevoli". Certo è che per la sua cena domenicale da Berlusconi per “vedere il Milan”—ovvero parlare di Rai, tasse e del futuro del centro destra—nessun esponente del M5S avrà brindato. “Affari loro,” commenta Di Maio.

GIORNO 109

17 settembre — Il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha detto scherzosamente che abolirebbe Storia dell’Arte perché al “liceo era una pena”

Bonisoli su Facebook ha poi spiegato si trattasse di una battuta, ma in molti hanno affermato che detta dal ministro dei Beni Culturali, seppur scherzosamente, risulta comunque un commento infelice—dati soprattutto i tagli delle ore alla materia nell’ultimo decennio.

In serata, poi, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, Tria, Salvini, Di Maio e Conte si incontrano per il primo vero e proprio vertice sulla manovra economica, e soprattutto per capire cosa inserire nella nota al documento di economia e finanza.

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GIORNO 110

18 settembre — La Lega restituirà i 49 milioni rubati allo Stato, ma a rate, in 80 anni

La notizia giunge dopo che gli avvocati del partito e la procura di Genova hanno trovato l’accordo: la Lega dovrà versa 600mila euro all’anno su un conto a disposizione della Guardia di Finanza.

Tradotto: non dovrà cambiare nome come paventato in precedenza da Giorgetti, mentre lo Stato riavrà a poco a poco i suoi soldi. Tutti contenti, ma un po’ di più la Lega. Come riporta l’Espresso, infatti, il vero motivo per cui il partito avrebbe accettato l’accordo consiste nel fatto che, da ora in poi, non saranno più i magistrati a dover andare a caccia del denaro riconducibile alla Lega, ma lo stesso partito a versare i soldi senza doverne giustificare la provenienza.

Sempre per rimanere sul venale, poi, continua l’infinito pressing di Di Maio su Tria per trovare i soldi per la legge di bilancio.

GIORNO 111

19 settembre — Conte dice che “non dobbiamo impiccarci sui decimali”

La telenovelas sul deficit continua con un post Facebook, da cui la frase qua sopra è estratta, di Conte. Si riferisce al fatto che Tria vorrebbe non superare l’1,6 percento del rapporto deficit-pil, mentre—come ha spiegato anche Giorgetti a Otto e Mezzo—il Governo sarebbe orientato attorno al 2. Di Maio addirittura verso il 2,5. Come riporta Quotidiano.net, questa differenza di decimali farebbe aumentare ancora il nostro debito pubblico e al contempo recuperare circa 15-16 miliardi per realizzare, almeno in parte, le promesse elettorali del Governo giallo-verde.

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Che ha depositato, nel frattempo, una proposta riguardante il taglio delle pensioni d’oro, dai 4.500 euro netti in su. Per il M5S il ricavato andrebbe a coprire (anche se in minima parte) le spese per la ‘pensione di cittadinanza’—una proposta mai piaciuta all'elettorato leghista, che reputa troppo costosa e rischiosa per il sistema.

Ma ci sono altre notizie: il sovranista e complottista Marcello Foa è tornato in lizza per la presidenza della Rai: la commissione di Vigilanza ha autorizzato il consiglio di amministrazione di viale Mazzini a indicare nuovamente il suo nome.

GIORNO 112

20 settembre — Il Centrodestra si presenterà unito alle Amministrative

Il centrodestra si presenterà unito (forse) alle europee e (sicuramente) alle regionali—in Abruzzo, Basilicata, Sardegna e Piemonte. È ciò che emerge dall’incontro a palazzo Grazioli tra Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni. Secondo il Corriere della Sera, al M5S il vertice non sarebbe piaciuto, come non sarebbe piaciuto il comportamento del ministro Tria, che ha “ricordato” come la proposta di reddito di cittadinanza presentata nella scorsa legislatura dal M5S includesse anche gli stranieri (cittadini Ue).

GIORNO 113

21 settembre — “Mai con Salvini, Bari non si Lega”

Diversi manifestanti che a Bari hanno partecipato a una manifestazione antirazzista—intitolata “Mai con Salvini, Bari non si Lega”—vengono aggrediti da militanti di Casapound, che negano e dicono di essere stati provocati per primi.

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“Da ministro dell’Interno ho la fortuna di non dovermi basare solo sui giornali, ma sulle informazioni delle forze dell’ordine […] devo andare oltre la notizia,“ commenta da Atreju Salvini.

Weekend 22-23 settembre — Il messaggio vocale di Rocco Casalino sulla “mega vendetta” a quei “pezzi di merda” del Mef

Nella mattinata di sabato avete aperto Facebook e la faccia di Rocco Casalino era ovunque, vero?

Questo perché su Repubblica è stato pubblicato un messaggio audio del responsabile della comunicazione e portavoce della presidenza del Consiglio Casalino, in cui—scagionando in un certo senso Tria che “c’entra relativamente”—accusa senza troppi giri di parole alcuni dirigenti del ministero dell’Economia, definendoli dei “pezzi di merda” e chiarendo che, “se alla fine non dovessero uscire i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori una marea di gente.”

Per rispondere alle critiche, viene pubblicata una nota sul blog del M5S, in cui si spiega che nel messaggio audio è contenuta semplicemente “la linea del Movimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse.” Nel post, vengono pubblicati anche i nomi dei giornalisti a cui Casalino avrebbe mandato l’audio 'in maniera confidenziale,' ma senza esplicitarlo chiaramente. Sarebbero due giornalisti dell’Huffington Post, i quali in seguito hanno spiegato che “il problema non siamo noi, ma i metodi di lavoro di Casalino.”

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Domenica, mentre Tria fa intendere di aver trovato le parole di Casalino offensive, in una lunga lettera indirizzata ai suoi parlamentari, Di Maio se la prende con un soggetto indefinito: il fantomatico “lato oscuro dello Stato”—a sua detta fatto di partiti, burocrati, lobby—che “rema contro” il Governo, il Movimento e le loro richieste.

GIORNO 116

24 settembre — Il Decreto Salvini è un concentrato di xenofobia istituzionale

In mattinata il consiglio dei Ministri approva il decreto su immigrazione e sicurezza, noto ormai come “decreto Salvini.” Ovvero: il raddoppio del trattenimento dentro hotspot e centri per il rimpatrio; la restrizione del sistema Sprar; la divisione tra ‘italiani doc’ e ‘italiani non originali’; la stretta su sicurezza e occupazioni; l’estensione del “daspo urbano”; e l’abolizione della protezione umanitaria.

Salvini presenta il ddl come “un passo avanti per rendere l’Italia più sicura,” ma come fa notare Valerio Cataldi, giornalista Rai e presidente dell’associazione Carta di Roma, nel medio termine il provvedimento avrà “come esito l’effetto opposto, ovvero aumenterà la clandestinità di persone che non avranno più un’accoglienza adeguata e, di conseguenza, si acuiranno le tensioni sociali.”

A proposito di tensioni: probabilmente “le violazioni delle regole deontologiche” tirate in ballo da Conte sul caso Casalino non ci sarebbero state. Anzi: l’Ordine dei giornalisti della Lombardia avrebbe avviato l’istruttoria per la trasmissione al Consiglio di disciplina territoriale del messaggio audio di Casalino per verificare se fosse consono all'“esercizio delle sue funzioni”.

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GIORNO 117

25 settembre — Ci sono dei puntini di sospensione al posto delle coperture nel Decreto Genova, ed è questo il motivo per cui nessuno lo ha più visto

La conferma sarebbe arrivata proprio dalla Ragioneria di Stato che in via del tutto eccezionale—dato che il suo compito è solo di verifica—si è messa a cercare i fondi e cancellare tutte le norme in più che non c’entravano nulla con la ricostruzione.

Ma, comunque non c’è da preoccuparsi. Ricordiamo che il Ministro delle infrastrutture Toninelli ha le idee chiarissime sul nuovo ponte: sarà “multilivello e multifunzione,” e ci si potrà “vivere, giocare, mangiare.”

GIORNO 118

26 dicembre — Alla fine Marcello Foa è diventato davvero il presidente della Rai

La candidatura è passata coi voti di Lega, M5s, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Il Pd non ha partecipato alla votazione in segno di protesta. Foa rassicura che sarà “il garante del pluralismo dell’informazione.”

In serata, poi, intervistato a Porta a Porta, Di Maio afferma: “[Noi del Governo entro la fine dell'anno] avremo abolito la povertà.” Nel frattempo, però, sorge qualche problemino al suo decreto dignità: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il sistema di calcolo dell’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato (ma per la sentenza completa si dovrà attendere qualche settimana).

Da Oltreoceano, invece, è stato ripreso subito dalle varie testate nazionali un passaggio del discorso di Conte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. “Quando qualcuno ci accusa di sovranismo e populismo, amo ricordare che sovranità e popolo sono richiamati nell’articolo 1 della Costituzione italiana."

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Il premier si riferisce al passaggio “la sovranità appartiene al popolo,” ma come ha fatto notare il giornalista Luciano Caveri sul suo blog per sovranità non si dovrebbe intendere “una maggioranza elettorale ma l'insieme dei cittadini" e "il ‘popolo’ non è il ‘populismo’, che è invece un atteggiamento strumentale con cui si cerca di aggregare consenso con proposte demagogiche di facile presa.”

GIORNO 119

27 settembre — L’annuncio della ‘manovra del popolo’

In serata, i membri del governo si affacciano da Palazzo Chigi per festeggiare, come dirà Di Maio, una nuova “giornata storica”: l’approvazione in Consiglio dei ministri della ‘manovra del popolo’, nota comunemente da sempre come nota di aggiornamento al Def. Basata su un rapporto defici/Pil al 2,4 percento, permetterebbe—anche se ancora non sono indicati in fondi—di includere il reddito di cittadinanza (che è in realtà un sussidio di disoccupazione), la flat tax (che in realtà è un’aliquota al 15 percento per più di un milione di lavoratori), la quota cento, la pensione di cittadinanza. Tradotto: il ministro dell’Economia, che avrebbe voluto un deficit al massimo all’1,6, alla fine avrebbe ceduto.

Entro il 15 ottobre il Def dovrà essere inviato a Bruxelles (che ha già fatto capire di non essere entusiasta di quel 2.4 percento, visto il livello di indebitamento del paese). Nel caso in cui la trattativa vada male, le possibilità sono due: la prima è quella di respingere in toto il testo, in caso di "gravi ed evidenti violazioni delle regole del patto di stabilità"; la seconda è quella di aprire una procedura di infrazione per deficit eccessivo.

In ogni caso gli economisti, alle attuali condizioni, sull’esito della futura manovra restano divisi.

GIORNO 120

28 settembre — Mattarella ha firmato il Decreto Genova

Il nuovo commissario per la ricostruzione del ponte Morandi sarà Claudio Andrea Gemme. “Genovese, 70 anni, Gemme proviene da Fincantieri—azienda che per Luigi Di Maio dovrebbe ricostruire il ponte,” scrive Rainews.

Ma come è andata la borsa dopo ieri? Molto male: Piazza Affari ha chiuso a -3,72, lo spread salito a 267 punti base. Per Salvini, “I mercati se ne faranno una ragione.”

Weekend 29-30 settembre — Mattarella afferma che ‘la solidità dei Conti è indispensabile’

“Stia tranquillo il Presidente, dopo anni di manovre economiche imposte dall’Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico finalmente si cambia rotta,” replica Salvini. Dello stesso parere è il premier Conte, secondo il quale è vero che “la Costituzione dà i principi,” ma è altrettanto vero che “la linea economica la decidono i governi.”

In un’intervista al Sole24ore, poi, anche Tria dà la sua versione dell’accordo sulla manovra. Ha detto che non avrebbe mai minacciato di dimettersi; negato che il Def sia una provocazione nei confronti delle istituzioni europee; che “c’è stata una mediazione e non da poco”; e se la manovra passerà il debito pubblico scenderà di un punto all’anno.” Un ottimismo che sembra del tutto nuovo, rispetto alle sue dichiarazioni precedenti.

Ma vogliamo lasciarvi con questo video del ministro Bonisoli che, invitato a Parlemo per la presentazione del nuovo progetto degli spazi del Museo Riso, ha paragonato i migranti alle piante esotiche che "Rischiano di diventare infestanti":