Nel 1989, un giovane uomo si parò davanti ai carri armati in piazza Tienanmen a Pechino durante le proteste. Quell’immagine—scattata il giorno dopo che le truppe avevano fatto il loro ingresso nella piazza e aperto il fuoco sui manifestanti pro-democrazia—è diventata una testimonianza della repressione governativa delle proteste studentesche di quell’estate, ma non tutti conoscono la storia precedente a quei giorni, e le dimostrazioni pacifiche che hanno dato origine a tutto.
Il fotografo Magnum Patrick Zachman si trovava a Pechino, e qui racconta ciò che ha visto.
Sono arrivato a Pechino il 13 maggio 1989. Hu Yaobang, segretario del Partito Comunista Cinese, era morto il mese prima. Yaobang era considerato un riformatore, e la sua scomparsa diede il via a un’ondata di proteste, ma al mio arrivo la situazione si era già un po’ ridimensionata.
Tutte le foto sono state scattate in piazza Tienanmen a Pechino, nel maggio 1989.
Ero lì per fotografare giovani pechinesi, e all’inizio non avevo programmato di seguire le proteste. Poi però nel tragitto dall’aeroporto all’hotel, che era dietro piazza Tienanmen, ho visto un piccolo concentramento di persone. Mi sono avvicinato e ho scoperto che erano degli studenti in sciopero della fame.
Secondo giorno di sciopero della fame.
Per i dieci giorni successivi non mi sono allontanato dalla piazza. Era proprio il momento giusto, perché non immaginavo che la protesta si sarebbe reinfiammata. All’inizio ero uno dei pochi occidentali, ma due giorni dopo—a seguito di una visita ufficiale di Gorbačëv—sono arrivati molti altri giornalisti.
Ognuno aveva la sua piccola troupe di fotografi e “guide” del posto, ma non mi piaceva come si comportavano molti di loro. Era l’epoca d’oro del fotogiornalismo, con reporter che saltavano da un aereo all’altro per seguire i conflitti, spesso senza preoccuparsi troppo di capire il contesto.
Eppure gli studenti erano sempre pronti ad accoglierli, li consideravano degli eroi.
L’atmosfera in piazza era un mix di gioia e tensione, con giovani che inventavano nuove forme di resistenza e imparavano via via a organizzarsi. C’erano persone che parlavano agli angoli della piazza, altri che preparavano cartelloni o discutevano in gruppo.
Wu'er Kaixi, leader della Primavera democratica cinese, intervistato in piazza Tinenmen.
Nonostante questa frenesia, la preoccupazione di un possibile intervento del governo era costante. Si vociferava di carri armati, e nel corso dei dieci giorni ho visto coi miei occhi la paura prendere il sopravvento—giustamente, vista la terribile repressione che è venuta dopo.
Me ne sono andato il 23 maggio, tre giorni dopo la promulgazione della legge marziale e dieci prima dell’inizio della brutale repressione. Osservare queste foto a trent’anni di distanza significa ricordare il coraggio, la speranza e la libertà esistite prima dei carri armati.