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Non credo che riuscirò a sopportare l’attesa per l’ultima stagione di Game of Thrones

Avete detto 2019? Siete impazziti?
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Immagine per gentile concessione di HBO via

ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER

Come forse avrete sentito dire in giro, nella notte tra domenica e lunedì è andato in onda l'ultimo episodio della settima stagione di Game of Thrones, "The Dragon and the Wolf". Credo che un giudizio netto al momento sia un po' azzardato, sono ancora parecchio confuso, ma una cosa vorrei dirla: sì, è indubbio che la serie sia cambiata da quando si è allontanata dai libri che George Martin non finisce, e che per certi versi sia diventata più scontata, ma non mi è affatto dispiaciuta questa chiusa coi lanciafiamme blu e tutto il resto.

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Con "più scontata" intendo che sono tra quelli che non escludono affatto che ci sia del fan service duro e puro in atto: non so se scene come quella in cui Bran confessa che Jon Snow è il vero erede al Trono o in cui Ditocorto viene fatto fuori erano un po' ciò che vi aspettavate, ma a me sembra che dimostrino che la produzione si muove anche in base ai desideri e alle aspettative di fan, redditor e twittatori. D'altronde, chi non avrebbe voluto che l'uomo che ha tradito Ned Stark morisse? Chi sperava davvero che Cersei rinsavisse e contribuisse alla "Grande Guerra"? E poi, chi non s'aspettava che Jon e Daenerys prima o poi inciuciassero?

Ma al di là delle recensioni e delle discussioni sui contenuti con cui continuerò ad azzuffarmi con gli amici per i giorni a venire, il vero dramma che vivo al momento è che diverse testate stanno riportando la notizia secondo cui la prossima—e ultima—stagione di Game of Thrones potrebbe andare in onda addirittura nel 2019.

"La nostra produzione sta cercando di capire le tempistiche delle riprese e quanto tempo ci vorrà per gli effetti speciali," ha dichiarato il presidente di HBO Casey Bloys a The Hollywood Reporter. "Le riprese saranno abbastanza complesse—in diversi continenti, con tutte le sfide tecniche che questo comporta—e per realizzare gli effetti speciali ci vorrà un altro periodo di produzione che stiamo cercando di definire."

In sostanza, per ora si sa solo che la pre-produzione dell'ottava stagione è già in corso ai Titanic Studios di Belfast, e l'idea è di fare in modo che le riprese, della durata di sei mesi circa, partano a ottobre 2017. Da queste—montate, limate, e renderizzate—dovrebbero venir fuori sei episodi da circa 80 minuti (anche se, secondo le indiscrezioni, qualcuno potrebbe addirittura sfiorare le due ore).

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Secondo le visioni più ottimistiche, in realtà, la nuova stagione potrebbe essere mandata in onda, se tutto procederà senza intoppi, già tra ottobre e novembre 2018. Ma per adesso—visto che di concreto c'è solo lo script (già leakato)—HBO non ha né smentito né confermato che potremmo vedere Emilia Clarke e tutti gli altri esclusivamente sui loro profili Instagram almeno per un bel pezzo in più.

(A proposito, il profilo Instagram di Emilia Clarke è una bomba:)

C'è da dire che non è la prima volta che una stagione di Game of Thrones si fa attendere, e che queste attese non sono mai state prese bene, storicamente. Ma credo proprio di parlare a nome di molti quando dico che stavolta stiamo davvero varcando un limite. Ok, magari andrà bene, magari non ci toccherà davvero attendere due anni, magari il corvo con tre occhi mi apparirà in sogno per comunicarmi che siamo quasi in audiomix—ma queste sono tutte incerte possibilità. L'unica cosa che mi sento di affermare con assoluta certezza al momento è la seguente: non so se avrò la forza di aspettare tutto questo tempo per vedere la stagione finale di Game of Thrones.

E non è solo un mio problema di attaccamento perché ho appena finito di vedere (sì, in ritardo, scusate, ho un lavoro e fingo di avere una vita adulta quando non guardo GoT) "The Dragon and the Wolf". Basta vedere gli stati d'animo che circolano su Twitter:

Ragazzi, sono un sacco di sentimenti per una serie TV: qualcosa mi ha impedito di uscire di casa per andare in ufficio oggi, e qualcosa ha immediatamente catapultato, dopo la scena finale di questa stagione, me, il mio gruppo d'ascolto e tutti gli altri gruppi d'ascolto come il nostro, nel vivo di una sindrome dell'abbandono che avrà probabilmente—scusate ma ho bisogno di ripeterlo per esorcizzare—la durata della gestazione di un pachiderma o giù di lì. Al che per consolarmi mi ripeto, dai, è solo una serie tv, no?

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Insomma. La comune affezione per GoT è cresciuta esponenzialmente negli ultimi sette anni. Lo comprovano diversi fattori (non sempre positivi) legati alla serie: innanzitutto le targhe di "Most Pirated TV Program" e "Largest TV drama simulcast" attribuitele; le lamentele di chi sostiene abbia creato negli ultimi anni un turismo eccessivo e malsano nei luoghi delle riprese assaliti dai fan; i ciclici cali delle utenze di Pornhub durante la messa in onda delle puntate; e infine il fatto che "The Wolf and the Dragon" sia già la puntata più vista della storia della serie.

Per non parlare, poi, dell'impatto addirittura su chi nemmeno la guarda, la serie: gente costretta ad ascoltare discussioni praticamente incomprensibili sul perché un tizio di nome Hodor pronunci solo la parola "hodor", costretta a imparare per osmosi che il mantello di Jon Snow è stato ricavato da un tappeto dell'Ikea, costretta a pupparsi meme e articoli sulle differenze d'altezza del cast inviati a catena su Whatsapp. Dove, nonostante queste povere vittime retrograde, un po' tutti ci siamo messi d'accordo per improvvisare un gruppo d'ascolto per un finale di stagione pieno di momenti nonostante tutto apicali.

Momenti a cui probabilmente avremmo assistito tra decine e decine di puntate, se in mezzo al divario generazionale che intercorre tra George Martin e gli sceneggiatori ci fosse stata tutta l'intera saga dei libri pubblicata. Non sto dicendo che il fatto che il padre di GoT si rifiuti di fare il suo lavoro abbia portato solo vantaggi, ma devo ammettere che non mi è affatto dispiaciuto vedere "l'impossibilità plausibile" del sesto episodio, quando una richiesta d'aiuto dalla Barriera a Dragostone arriva in uno schiocco di dita.

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Del resto abbiamo pazientato abbastanza, no? Solo sette anni per vedere finalmente la maggior parte dei protagonisti—ok, quelli ancora rimasti in vita—tutti riuniti a Fossa del Drago. Volevate davvero ancora aspettare? E checché se ne dica, mi sembra che "The Wolf and the Dragon"—continue battute sul cazzo comprese—abbia reso giustizia alle sfumature dei vari personaggi ormai tutti schierati, e le cui mosse si annunciano meno scontate del previsto.

Infatti, sebbene la maggior parte delle scene dell'ultima stagione fossero piuttosto prevedibili, sono anche successe cose inaspettate: per esempio il momento in cui la Barriera viene spazzata via da un drago zombie.

E sono stati dati anche indizi che aprono infinite possibilità. Possibilità che troveranno realizzazione solo.tra.due.anni: Jamie si è davvero affrancato da Cercei? Avremo un momento fanservice tra lui e Brienne? Cersei è davvero incinta? Quanto si prenderà male Daenerys appena scoprirà che Jon Snow non è soltanto suo nipote ma anche il vero erede al Trono? Il mio timore che lo scontro finale durerà a stento una puntata si deve fare sempre più fondato?

C'è solo una certezza: in una recente intervista a Deadline, Kit Harington (aka Jon Snow) ha dichiarato che la stagione finale di GoT sarà "un bagno di sangue". Non che ci volesse una dichiarazione ufficiale per immaginare uno scenario di questo tipo, ma almeno è rincuorante per chi non è stato contento del drastico calo nelle morti dei personaggi principali nell'ultimo periodo. Dal canto mio, spero solo che a Varys—che ormai riscalda solo la sedia ai meeting—gli facciano dire almeno una battuta, prima di farlo fuori.

Nel frattempo facciamoci forza: sarà l'inverno più lungo di sempre.

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