Attualità

Non ci è mai interessato così tanto della politica, e non ci abbiamo mai capito così poco

Ieri, nel programma In Onda, la sondaggista Alessandra Ghisleri ha spiegato il perché.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
meloni.
Immagine via Facebook.

Dati Auditel alla mano, sembra che l’attenzione dei cittadini italiani per la politica non sia mai stata così alta: la diretta in Senato del 20 agosto scorso che ufficializzava la crisi di governo è stata seguita da un terzo di quelli che erano davanti la tv. In quel pomeriggio la Rai ha ottenuto il 21% di share, La7 il 12%. Poi ci sarebbero i tweet, le stories Instagram e tutto il resto—ma di quello ve ne sarete accorti da soli.

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Come ha ricordato su Il Fatto Quotidiano lo storico della tv Giandomenico Crapis un’attenzione di tale portata, a livello televisivo, non si ripeteva dal 2 agosto 1994: ovvero dall’interesse suscitato dal’”infuocato dibattito parlamentare”—dal 35 percento di share—scaturito dal fatto che “Silvio Berlusconi da pochi mesi al governo aveva tentato il colpo di spugna su Mani Pulite.”

Di base le dirette parlamentari non sono mai la prima cosa che sceglieremmo di guardare, ma dato il finale inaspettato e mutevole di una soap opera durata 14 mesi, è comprensibile. Nelle ultime ore, per esempio, continua il confronto tra PD e M5S per un possibile prosieguo della legislatura—probabilmente un Conte-bis; qualcuno parla già di governo giallo-rosso. Vedremo.

Secondo però quanto suggeriscono gli ultimi sondaggi e la raccolta di oltre 50mila firme di Fratelli d’Italia, molti degli elettori che stanno seguendo con interesse gli sviluppi di questa parte di Terza repubblica vorrebbero tornare al voto. Ma staranno capendo davvero cosa sta succedendo? E perché, come succede spesso, la legislatura potrebbe proseguire?

Ieri sera a In onda la sondaggista Alessandra Ghisleri, partendo dai dati in suo possesso, ha messo a fuoco alcuni punti sul comportamento dell'elettorato. Innanzitutto, ha spiegato che la parola d’ordine al momento è “confusione”: “l’elettorato è molto confuso, anche perché non ha capito l’origine di questa crisi,” soprattutto perché nessun politico si sarebbe premurato davvero di spiegarglielo. “La politica in questa pausa estiva ha parlato di sé stessa per se stessa e degli uomini politici,” ha continuato.

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Per Ghisleri, inoltre, bisognerebbe non solo rimettere al centro del dibattito il cittadino, ma “la politica per il cittadino: far capire il senso delle istituzioni, far comprendere che si vuol cambiare realmente.” Questo perché l’italiano medio, in soldoni, "non sta tutto il giorno a guardare i giornali, a capire quali sono i compromessi.”

A tal proposito, Ghisleri ha ricordato anche che “siamo in una repubblica parlamentare” ma che la gente tende a dimenticarselo o proprio non lo sa “a causa del fatto che si è votato sempre verso un uomo forte, che comandava.”

E sembra proprio che l’ultimo video in cui Giorgia Meloni riesuma la scatoletta di tonno giochi ancora una volta sulle dimenticanze degli italiani, gli stessi che magari commentano sui social con frasi fatte. A proposito: nel caso in cui il governo giallo-rosso diventi realtà, dove andranno a finire tutti quei “pidioti,” “dilettanti allo sbaraglio,” "E allora Renzi?" e “partito di Bibbiano”?

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