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cannabis light

Cosa sono quei manifesti ultracattolici comparsi a Roma contro la cannabis light?

“Qui si vende morte per i tuoi figli. Boicotta i negozi che vendono marijuana!”, recitano i manifesti.
Foto via Facebook.

Negli ultimi giorni in giro per Roma sono apparsi alcuni manifesti dalla grafica corsara che anticipano morte a chi fa uso di cannabis legale (e in particolare alla loro prole).

Le affissioni in bianco e nero raffigurano un teschio con le due tibie incrociate—simbolo di sostanze potenzialmente letali e della bandiera Jolly Roger dei pirati—con il claim “Qui si vende morte per i tuoi figli” e conseguente esortazione: “Boicotta i negozi che vendono marijuana!” Infine la firma, in realtà piuttosto oscura: Rinascita nazionale cristiana, quella che sembrerebbe una new entry nel panorama delle associazioni civetta che fanno capo a organizzazioni politico-religiose della destra ultracattolica.

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Alcuni quotidiani, con una frettolosa ricerca su Google, ha rintracciato nella firma l’organizzazione Rinascita Cristiana, la quale però sembra non saperne assolutamente nulla.

Lo stile grafico si discosta parecchio dal gusto più mimetico e patetico dei manifesti ProVita comparsi—e poi rimossi—nei mesi scorsi. È chiaro, invece, l’oggetto polemico: la cosiddetta cannabis light (o cannabis legale), quella cioè con bassissimo contenuto di THC (il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi) ma che mantiene una buona percentuale di CBD (cannabinoide dagli effetti sedativi e ansiolitici).

La legge 242 del 2016, nata per incentivare la produzione di canapa in Italia—con un po’ di confusione normativa su cui abbiamo provato a fare chiarezza—ha aperto la strada a smartshop, produttori e tabaccherie interessati al commercio di cannabis light. Ed è contro di loro che si scaglia il monito della fantomatica Rinascita cattolica nazionale, che invita a boicottare i punti vendita che trattano il prodotto.

I manifesti sono stati avvistati soprattutto a Roma Est e segnalati da diverse pagine Facebook, con relativi commenti sdegnati di consumatori e antiproibizionisti e accuse di bigottismo nei confronti della misteriosa associazione. Per ora sembrano concentrati nella sola capitale. Attendiamo un’eventuale—e più chiara—rivendicazione.

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