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Porno

Perché Sasha Grey continua a essere una delle pornostar più cercate in Italia?

A dieci anni dal ritiro, Sasha Grey è ancora nella top five delle pornostar più cercate dagli italiani su Pornhub.
Niccolò Carradori
Florence, IT
Sasha Grey
Foto via Instagram.

Le statistiche del 2018 di Pornhub che la vedono tra le cinque pornostar più cercate dagli italiani lo testimoniano: la leggenda di Sasha Grey non tramonta. E a quasi dieci anni dal momento del ritiro—l'annuncio ufficiale è stato dato nel 2011, ma l'ultima scena girata risale al 2009—e con soli tre anni di attività, si tratta di una notizia peculiare.

Specie se la cosa non riguarda solo l'Italia—Sasha Grey è ai primi posti della classifica anche in altri paesi, come la Russia, l'Ucraina, e la Bielorussia—e soprattutto se si considera che il porno è un settore in cui le performer si avvicendano a ritmo quasi industriale: la durata media della carriera di una pornostar è tre anni, e va costantemente calando (negli anni Settanta la media era di nove anni).

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Gli unici performer attivi all'epoca in cui Sasha Grey dominava il mercato e che ancora oggi resistono nell'immaginario fanno tuttora parte del giro—Rocco Siffredi, Lisa Ann, Tori Black, Jenna Jameson—mentre le altre grandi "scoperte" dell'epoca che si sono ritirate, vedi ad esempio Faye Reagan, sono completamente scomparse dalle classifiche. È difficile capire quali siano i talenti e le caratteristiche che rendono così iconica una pornostar, e non basta dire che "ha segnato un'epoca del porno" per spiegarlo (viste le migliaia di pornostar "regine del settore" che sono state dimenticate).

Oltre a questo c'è un altro fattore interessante, che ha a che fare con le caratteristiche fisiche di Sasha Grey: non possedeva nessuno degli standard che hanno reso celebri altre pornostar. Ha un seno piccolo, è esile, e i tratti del suo viso non richiamano quell'ammicco lascivo e smaccatamente sessuale tipico di una star del porno.

E così arriviamo alla domanda principale: perché Sasha Grey è ancora oggi un'icona? I motivi potrebbero essere due.

Partiamo dal primo: Sasha Grey aveva un piano preciso per entrare nell'industria pornografica.
Nata da una famiglia modesta il 14 marzo 1988 nella contea di Sacramento—il suo vero nome è Marina Ann Hantzis—Sasha Grey fin dall'adolescenza ha visto il porno non solo come una passione, ma anche come un business capace di generare rapidamente reddito, e ha fatto di tutto per entrare a farne parte. Il che di per sé non ha niente di speciale: è comprensibile che molte performer finiscano o rimangano nel porno anche per il denaro facile. Ma è proprio il "metodo cosciente" che differenzia Sasha Grey: non è stata spinta da una situazione causale, non è stata notata da nessuno, non ci è capitata "malgrado qualcosa".

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Prima ancora di compiere 18 anni aveva già capito quali dovevano essere i passi da fare per entrare nel giro. Appena uscita dal liceo iniziò a lavorare in una steakhouse per risparmiare e trasferirsi a Los Angeles e contattare Mark Spiegler, il più importante agente dell'industria pornografica. Una volta diventata maggiorenne, con 7mila dollari da parte, Grey si presentò davanti all'agente per tentare di attirare la sua attenzione in mezzo a un nugolo di aspiranti pornoattrici con seni giganti e sguardi lascivi. Per entrare nella ristretta cerchia di Spiegler—che notoriamente non gestisce più di 25 ragazze per volta—Grey puntò tutto su determinate caratteristiche che la differenziavano dalle normali pornostar: scelse il suo primo nome d'arte, Anna Karina, citando la moglie del regista Jean-Luc Godard, e quello definitivo unendo il nome della cantante Sascha Konietzko e il cognome camuffato di Dorian Gray. Con Spiegler al primo colloquio parlò di Werner Herzog, della sua passione per Antonioni e al contempo di porno, citando come punti di riferimento Rocco Siffredi e Belladonna.

Non erano due nomi casuali di note pornostar: nel 2006 Siffredi e Belladonna rappresentavano, insieme a Nacho Vidal, le punte di diamante del porno hardcore. Due fenomeni del sesso estremo—anche se non propriamente o classicamente sadomaso, o perverso—completo di doppie penetrazioni, umiliazioni, dirty talking, sputi etc. Era insomma quello il posizionamento che Grey aveva studiato per se stessa all'interno del porno: una outsider un po' indie e acculturata, ma con una smodata passione per il sesso violento.

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Spiegler si era convinto, e fin dalla prima scena Sasha cercò subito di autoesaltarsi: a pochi minuti dall'inizio delle riprese del suo primo ingaggio— Fashionistas Safado di John Stagliano—chiese esplicitamente a Rocco Siffredi di tirarle un pugno nel ventre. Se andate a rivedere il video, noterete che lo stesso Siffredi rimase spiazzato per qualche secondo. Almeno prima di acconsentire felicemente. Era un'improvvisazione piuttosto singolare per una ragazza alla prima esperienza che si trovava catapultata in mezzo a professionisti navigati, ma la scena ottenne il suo effetto. Gli addetti ai lavori cominciarono subito a parlarne, e lei evidenziò l'accaduto in varie interviste: "Il sesso violento a volte è doloroso, ma è proprio questo il punto: è allora che entrano in azione le endorfine, e io godo." La sua carriera esplose immediatamente.

Oltre alla costruzione del suo personaggio, poi, Sasha Grey poteva contare su una presenza scenica piuttosto forte, che in poco tempo l'aveva messa in risalto come una delle migliori attrici del settore. Aveva la capacità di sembrare autentica durante le scene, non si prestava soltanto a umiliazioni e penetrazioni brutali: in ogni singolo fotogramma non risultava mai passiva, era sempre al centro della scena, e nonostante il suo fosse un ruolo di sottomissione dava sempre l'impressione di comandare l'atto sessuale. Era irridente, spesso cinica nei dialoghi, ma il fatto che poi si facesse sputare in bocca non risultava poco credibile. Aveva poi una serie di talenti tecnici che non è il caso di vedere nel dettaglio, dato che per lei parlano gli AVN vinti.

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Mentre si metteva in evidenza come una delle perfomer più incisive, continuava a far crescere il suo personaggio. Ed è proprio questo il secondo punto che le ha consentito di resistere al tempo e diventare un'icona: è stata la prima "pornostar-non-solo-pornostar" che io ricordi. Un personaggio interessante e fico non soltanto per gli appassionati di porno: intervistata da riviste underground su temi filosofici e culturali, e fotografata per la sua coolness. Una pornostar che poteva finire nelle pubblicità di un noto brand non solo per provocazione, ma perché ormai era già un personaggio, un'icona. È stata la prima, forse, a far capire che il porno non è un ambiente frequentato esclusivamente da tizi e tizie superficiali con tette e piselli enormi.


Guarda il nostro video:


E lo dimostra il fatto che è stata una delle rarissime pornoattrici a ottenere successo anche in altri ambiti: una volta finito con il porno ha girato diversi film "normali", scritto libri, e iniziato una carriera come DJ. Neanche a Rocco Siffredi in Italia è riuscita l'operazione di trasbordare al di fuori del porno—può fare un programma televisivo come L'isola del Famosi, ma alla fine torna sempre alla sua matrice.

In questo senso il suo personaggio ricorda un po' quello di Valentina Nappi—che allo stesso modo sognava di entrare nel porno fin dall'adolescenza, e allo stesso modo si pone in modo "intellettualmente alternativo" rispetto ai canoni del porno. Ma fra le due esiste una differenza sostanziale. Nappi voleva entrare nel porno per passione e "vocazione", al di là del mercato, mentre Grey il mercato lo teneva bene a mente, e sapeva come sfruttarlo per avere successo.

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