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L'ossessione per il degrado nelle città italiane ha appena raggiunto un nuovo picco

Ovvero: a Parma hanno trasformato delle panchine in 'gabbie' per evitare 'il bivacco'.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Immagine via Facebook/Lorenza Dodi.

Negli ultimi anni si è registrata una vera e propria ossessione delle amministrazioni locali italiane per il degrado. Basta inserire una query con il nome di una delle più grandi città a caso del nostro paese + la parola degrado su Google, per intenderci. Ci sono i casi delle ordinanze a Torino, Roma, Foggia, Firenze, eccetera eccetera.

Ma per quanto i presupposti siano per lo più corretti e nobili, capita sempre più spesso che a usare troppo olio di gomito, le amministrazioni si sbrodolino da sole. È successo recentemente a Pisa, dove una ‘circolare antidegrado’ ha praticamente reso—per dirla come gli studenti pisani—‘il vostro deretano ILLEGALE’ nel centro storico della città. In sostanza, l’unico posto in cui potersi sedere (ma, attenzione, non sdraiarsi) in zona Torre e dintorni ormai, sono le panchine.

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Ma c’è chi ha deciso addirittura di eliminare, o meglio trasformare le panchine in grandi opere di design gabbie. È successo a Parma, precisamente con le panchine di Piazza Ghiaia, uno dei luoghi storici della città, la cui riqualificazione va a rilento, e in cui viene organizzato il mercato alimentare.

Come ha riportato ParmaPress24, le panchine ‘ingabbiate’, e che dovrebbero fungere da fioriere, sono state installate all’inizio dell’estate, ma è solo nelle ultime ore che hanno destato l’internet e l’ironia e lo stupore annessi, grazie a una primissima segnalazione il 5 ottobre di una utente alla pagina "di satira e umorismo sul piccolo mondo parmense" ParmaNonLoSa, poi rimbalzata un po' ovunque.

"Cittadini, perché stupirsi? Qui a Parma abbiamo già ingabbiato i cestini dei rifiuti per impedire di buttarci i rifiuti,” ha scritto, in seguito, l’utente Lorenza Dodi su Facebook. “Ingabbiare le panchine, da tempi immemori utilizzate per sedersi, per impedire di sedersi è un concetto talmente alto che Calvino vi avrebbe potuto costruire tranquillamente uno dei racconti più surreali: la città ingabbiata o la città in carcere o il carcere della cittadinanza o come l'ideologia ti ingabbia l'ideale."

La trasformazione delle panchine è stata rivendicata dalla società che si occupa della piazza, Progetto Ghiaia, e dagli stessi commercianti della zona che si erano lamentati venissero utilizzate anche dai clochard.

A dirla tutta, non è nemmeno la prima volta che a Parma le panchine sono il soggetto preferito nella lotta al degrado. Nel 2016, per esempio, ne sono state rimosse una ventina in granito nel piazzale Dalla Chiesa di fronte alla stazione ferroviaria della città. Nel 2017 sono state rimosse quelle in Parco Falcone e Borsellino, ma solo per ‘manutenzione’ e per essere reinstallate dopo le contestazioni dei residenti. Si tratta sempre di provvedimenti presi dall’amministrazione Pizzarotti, che si sono susseguiti all’“Ordinanza contro il bivacco e la movida” del 2013.

Adesso: io non so se di ‘sto passo in un futuro distopico—come un po’ suggerisce lo scrittore Fredrik Edin in Exclusionary Design: You Can’t Sit Down in Modern Cities—non ci si potrà più sedere o verranno addirittura trasformate in qualcos’altro tutte le sedute libere. Ma i clochard non svaniscono nel nulla se gli togli un posto in cui sedersi.