Tecnologia

Quanto inquini davvero viaggiando in aereo

Se parlare di emissioni di CO2 è troppo astratto, potete calcolare l'impatto delle prossime vacanze intercontinentali in metri quadri di ghiaccio sciolto.
Giulia Trincardi
Milan, IT
quanto inquinano gli aerei
Foto di Yu Kato, via Unsplash

Viaggiare in aereo inquina. È una frase che sentiamo ripetere spesso—in Italia c’è addirittura da anni un messaggio sul retro dei biglietti del treno di “congratulazioni” per aver scelto il mezzo che comporta le minori emissioni di CO2 nell’ambiente, se paragonato ad aerei e auto—eppure continuiamo a usare gli aerei, volando oggi il 300 percento dei km che volavamo negli anni Novanta.

In due parole, la CO2 è un problema perché soffoca l’ambiente. Nella giusta quantità è ok e necessaria, se è troppa è un disastro. E noi ne stiamo producendo decisamente troppa: nel 2016 abbiamo superato le 400 parti per milione di CO2 nell’atmosfera, un valore che, secondo la comunità scientifica, rappresenta un punto di non ritorno. Questa settimana, ci segnala gentilmente il Mauna Loa Observatory, quel numero è salito a 411.41 ppm. Il peggior picco dell’anno è stato a maggio, con un 415 ppm assolutamente senza precedenti.

Pubblicità

Il problema è che parlare di emissioni di CO2 è spesso un modo un po’ oscuro o astratto per spiegare perché volare così tanto è un problema. Per questo, è fondamentale visualizzare in modo molto pratico il significato di questi valori, paragonandoli a cose più tangibili, come il consumo di un paese (o di più paesi) o, anche meglio, come il ghiaccio che si sta sciogliendo ai poli del pianeta.

La settimana scorsa, il Guardian ha pubblicato un calcolatore di emissioni di CO2 relativo al settore dei trasporti via aerea, dove per ogni tratta inserita compaiono i paesi in cui un abitante medio consuma meno CO2 in un anno. Facciamo un esempio: per volare da Roma a Londra, un aereo in media produce 234 kg di CO2. In 17 paesi, un cittadino medio consuma meno CO2 in un anno, di un singolo volo Roma-Londra. Poiché Roma-Londra è una tratta relativamente breve, questi paesi sono paesi dell’Africa centrale, un continente che è responsabile solo del 2 percento delle emissioni di gas serra globali dovute al consumo di energia e alle industrie—ma è a prescindere piuttosto impressionante.

guardian calcolatore emissioni co2 aerei e cittadini

Screenshot via: Guardian

Se invece selezioniamo una tratta intercontinentale—come da Milano a Seoul, in Corea del Sud—il numero di paesi dove le emissioni di CO2 pro capite annuali sono inferiori ai 1.633 kg CO2 prodotti dall’aereo per arrivare a destinazione sale a 72. In altre parole, andare a visitare la terra che ha donato al mondo il K-pop inquina quanto vivere per un anno in Colombia o in Nepal, consumando tutto quello che consuma una persona in media lì e che produce CO2 equivalenti.

Pubblicità

Un altro paragone efficace per visualizzare la portata del traffico aereo—che è stimato, solo per l’Europa, in crescita del 42 percento entro il 2040—è il ghiaccio. Per la precisione: i metri quadrati di ghiaccio artico che si scioglie man mano che le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera aumentano. Sul sito ShamePlane basta inserire le coordinate di partenza e destinazione per ottenere la superficie artica compromessa.

Facciamo un esempio anche qui: un viaggio in aereo da Torino a New York equivale a 7,5 metri quadri di ghiaccio artico in meno. Può non sembrare chissà cosa—ma se consideriamo che solo oggi le tratte previste con scalo a Torino che arrivano da New York sono oltre 15, i metri quadri di ghiaccio messi a rischio non sono pochi, a cui vanno aggiunti ovviamente il resto dei voli: in questo istante—e in qualsiasi dato momento—è circa un milione il numero di persone che sta volando, per circa 14.000 aerei in volo.

shameplane

ShamePlane. In rosso, a destra, la quantità di emissioni prodotte da un volo Torino-New York. A sinistra, la colonna di attività necessarie per compensare quelle emissioni in un anno.

ShamePlane offre però anche un tool per calcolare quali comportamenti dovremmo assumere per “pareggiare” le emissioni di CO2 causate dal volo selezionato, e rientrare nei limiti di emissioni procapita che sono state stabilite dagli Accordi di Parigi del 2015. Per esempio, il volo Torino-New York, che produce un totale di CO2 equivalenti di 2.5, può essere pareggiato, in un anno, mangiando solo cibo a km zero, usando solo luci LED, riciclando tutto il riciclabile, diventando vegetariani e riducendo lo spreco alimentare del tutto. Ma compensare del tutto richiederebbe anche rinunciare all’uso quotidiano della macchina.

Sono un sacco di compromessi per un volo solo, ma è proprio questo il punto: ripensare al modo in cui viaggiamo per essere consapevoli che prendere un volo low-cost all’ultimo minuto per farsi il weekend a Lanzarote non è un’azione priva di conseguenze per l’ambiente.

1564140846209-DOTDOTDOT_SIMPOSIO2019_VIAGGIPARADISO_04

L'installazione Viaggi Paradiso di dotdotdot. Immagine per gentile concessione di dotdotdot e Simposio 2019.

Ispirandosi proprio a ShamePlane e a un’altra serie di progetti artistici, di analisi dati e di ricerche, lo studio milanese dotdotdot ha realizzato una mostra interattiva intitolata Viaggi Paradiso per il festival Simposio—che si è tenuto sulle Dolomiti dal 4 al 7 luglio 2019. L’installazione-gioco invitava ciascuno a pianificare un viaggio intercontinentale e constatarne l’impatto ambientale, si concentrava sulla connessione diretta tra trasporto aereo e cambiamento climatico, oltre a stimolare un discorso “sui modi in cui comunichiamo” il problema. (Nonostante l’argomento sia noto da tempo, molte delle persone che hanno giocato erano decisamente sorprese dei risultati dei loro viaggi.)

Dobbiamo quindi smettere di volare? Be’, di sicuro aiuterebbe. Se non altro, per le prossime vacanze, possiamo scegliere una meta raggiungibile in altro modo e, di certo, insistere perché viaggiare in treno, almeno dove possibile, sia sempre più vantaggioso da un punto di vista economico, efficiente e sicuro.