Alla maggior parte il numero 5341 non dirà nulla, ma per chi è cresciuto nella zona di Milano tra Chiesa Rossa e Gratosoglio, può essere tutto. Lo sanno bene i fotografi Denny Mollica e Hugo Weber, che oltre ad aver bazzicato per anni la zona hanno deciso di dedicare un libro a via Boifava, il cui codice burocratico è appunto 5341. Tra scatti, editing e tutto il resto, ci hanno messo circa un anno e mezzo per mandarlo in stampa, ma ora è tutto pronto.
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“5341 è il codice comunale della via dove sono nati, cresciuti e dove tutt’ora escono i ragazzi [che abbiamo ritratto]. Per loro è il simbolo di una ‘seconda famiglia’: è il nome che hanno dato alla piazza e al gruppo. Funge da collante tra le generazioni che crescono in quartiere,” mi spiegano i fotografi. “Alby, uno dei protagonisti del libro e simbolo della vecchia scuola in zona, è stato il primo a tatuarsi 5341 identificando così il codice come simbolo della via.”Nel libro sono stati ritratti diversi abitanti della via, ma in particolare si narra la storia di cinque ragazzi—il sopracitato Alby, Pippo, Dalu, Orfe e Messico—che hanno letteralmente aperto per circa sei mesi le porte delle loro case, rendendo possibile l’intero progetto. “Andavamo a scuola nel quartiere accanto, alcuni dei soggetti ritratti li avevamo conosciuti anni prima, ma non avevamo il rapporto che si è creato poi nell’ultimo anno. La scelta di raccontare nello specifico le storie di alcuni si è creata spontaneamente, in base al tipo di intimità, al loro rapporto con l’essere fotografati e, più in generale, al rapporto con la ‘piazza’,” continuano i fotografi.
Il rapporto empatico con i soggetti maggiormente coinvolti è riscontrabile nelle lunghe testimonianze rilasciate ai fotografi e inserite all’interno del libro: tra chi cita qualche ragazzata e chi si è aperto completamente raccontando l’ultimo ricordo della madre, si tratta di veri e propri flussi di coscienza riportati così come sono stati detti.
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A dirla tutta, la particolarità consiste nel fatto che le testimonianze, come le fotografie—raffiguranti gli esterni di case popolari, i loro interni, cani e molti tatuaggi—potrebbero ricordare molti altri luoghi. “Quando mostravamo le foto, spesso ci chiedevano in quale paese fossero state scattate," senza fare subito il collegamento con Milano. "Quello che abbiamo voluto fare con il progetto è stato parlare di una periferia con un’identità e anima forti, ma la tempo stesso emblematica delle periferie italiane e di conseguenza di quelle europee e su alcuni elementi, quelle americane,” affermano Denny e Hugo.“Secondo noi l’idea di periferia si sta modellando su una forma più europea, soprattutto a Milano. La moda e la musica (più che altro francese e americana) hanno influito molto sugli atteggiamenti dei più giovani,” continuano. “La zona è cambiata molto a livello urbanistico, soprattutto dall’apertura del capolinea della metropolitana in piazza Abbiategrasso 19 anni fa. Di conseguenza alcune vie sono state rivalutate e altre ancora sono tuttora in fase di rinnovo. Via Boifava, invece, è quella di prima.”Il libro 5341, grazie al supporto di IUTER, uscirà l'8 maggio—e a questo link puoi preordinarne una copia. Per l'occasione, lo stesso giorno, in Santeria Toscana 31 dalle ore 19:30, festeggeremo tutti insieme! Vieni a trovarci anche tu!
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