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Musica

Recensione: Acchiappashpirt - GeneratA

Se mi aveste detto che avrei trovato un ponte tra Antonin Artaud e la trap, non ci avrei mai creduto.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

Qualcosa in me aveva qualche riserva nell’approcciarsi a un disco di poesia sonora per questa recensione perché, a differenza degli altri generi musicali, contiene l’intimidatorio termine “poesia”, che di primo acchito fa sembrare tutto halto, haulico e hinaccessibile. Ma poi mi è venuta in mente una cosa che ho letto qualche tempo fa: che nell’Unione Sovietica i poeti erano come rockstar e i giovanissimi si scambiavano poesie ricopiate come dal nostro lato si scambiavano i mixtape e si ritrovavano per declamare i loro versi come dal nostro lato si facevano i concertini nei garage. E quindi, ho detto, magari anch’io sono in grado di spiegarvi GeneratA degli Acchiappashpirt.

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Acchiappashpirt è un duo di Roma composto dalla poetessa di origine albanese Jonida Prifti e da SDT, uno dei mille pseudonimi del nostro Demented Burrocacao. Il loro concetto di poesia sonora, sviluppato in dieci anni di esperimenti, ha un carattere caotico e rituale, e si ispira all’idea delle tavole Ouija, usate dai medium per comunicare con l’aldilà. La voce di Jonida si scontra con i suoni elettronici prodotti da SDT e i due input si influenzano a vicenda, dando vita a una materia sonora ultraterrena che alterna quiete, echi, puro rumore, pura musica e pura recitazione.

Mentre il loro lavoro dell’anno scorso Tola, uscito per l’etichetta Canti Magnetici (gestita da Donato Epiro, Gaspare Sammartano e Andrea Penso), aveva una dimensione narrativa e più classicamente autobiografica (una ragazza che trova una via d’uscita dal terrore di uno stato totalitario tramite una piccola radio gracchiante), questo nuovo GeneratA è un lavoro più stratificato e complesso, che fa anche un passo avanti nella cronologia della narrazione del duo.

GeneratA è un altro concept album, questa volta ispirato ai lavori del fotografo statunitense Julius Eb dallo stesso titolo. La Generazione A è individuata da Eb come la popolazione nata dopo il collasso della dittatura comunista in Albania, nel 1990. Le sue immagini ritraggono giovani che non hanno memoria del regime, alla felice scoperta del capitalismo in un mondo di marchi di lusso, colori sgargianti e consumismo sfrenato. Il trucco estetico di Eb è di manipolare pesantemente le foto, fino a farle grondare opulenza, esagerazione e luminosità. In maniera simile, gli Acchiappashpirt immergono la loro musica nel fluorescente liquame radioattivo della musica più attuale che c’è.

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Autotune, staffilate di synth in alta definizione, brandelli di testi in libera associazione: se non stessimo parlando di una cosa che, dal punto di vista della composizione, suona come se i CCCP avessero fatto un disco di cover dei Throbbing Gristle prodotto da Aphex Twin, potrebbe essere la perfetta descrizione di un album di Soundcloud Rap. Le prime tre canzoni sono recitate in albanese e contengono quella che è decisamente la hit del disco, “Ari I Ajrit”, che ha un beat marziale da discoteca punitiva. Su quello che chiamerei il lato B se non si trattasse di un’uscita digitale, troviamo la composizione più lunga di tutte, “Artigli”: sono 16 minuti che potrebbero tranquillamente rappresentare un’uscita a parte, soprattutto considerato il fatto che dal punto di vista sonoro sembrano un passo indietro rispetto agli altri pezzi e anche dal punto di vista testuale presentano una caduta di stile, quasi come se Jonida stesse improvvisando. Le altre due canzoni in italiano invece sposano perfettamente il tema del disco, con “Cuore Urbanizzato Mantra del Canale” a creare fantasie di zucchero filato sciolto sui marciapiedi del centro e “Oro nell’Aria” che tramite un beat ambiguo e una voce indolente comunica una strana e a tratti inquietante atmosfera di sensualità.

Per essere il primo esperimento di poesia sonora trap, possiamo dirci soddisfatti. Se mi aveste detto che avrei trovato un ponte che collegasse Antonin Artaud e la Dark Polo Gang (per di più passando per Tirana), non ci avrei mai creduto. E invece, guarda qua.

GeneratA è uscito in streaming e download gratuito il 12 giugno per UpItUp. Scaricalo liberamente dal sito della web label.

Ascolta un estratto di "Ari I Ajrit" su YouTube:

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