Un po' di tatuatori italiani raccontano la storia del loro primo tatuaggio
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Un po' di tatuatori italiani raccontano la storia del loro primo tatuaggio

"L'ho fatto con una macchinetta cinese di merda con degli aghi letali."

L'International Tattoo Show di Riccione è una convention che raduna più di 200 tatuatori, oltre a espositori e performer. Siamo andati lì a farci un giro.

La maggior parte dei tatuatori è comprensibilmente piena di tatuaggi, e come per ogni persona molto tatuata uno quasi fatica a immaginare sia esistito un prima—un momento in cui la loro pelle era completamente visibile e l'unico tatuaggio era nascosto da capelli, mutande o altro, magari fatto secoli prima di iniziare a tatuare o direttamente da sé, come esperimento di inizio carriera. Perché da qualche parte bisogna pur iniziare, no? Durante l'International Tattoo Show di Riccione ho passato un po' di tempo a girare tra gli stand dell'evento per rispondere a questo interrogativo, chiedendo a diversi tatuatori—con nessun altro criterio di scelta se non che fossero disposti a parlarmi—di raccontarmi dei loro primi tatuaggi, di come li hanno fatti e del perché.

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VICE: Da quanto tempo tatui?
Lorenzo Anzini: Sono cinque anni che lavoro nel settore. Al momento lavoro a Cattolica, in uno studio che si chiama Nero di Seppia.

Ti va di raccontarmi del tuo primo tatuaggio?
È una pantera tutta storta sulla coscia. Ha un significato particolare?
È legata alla questione dell'organizzazione rivoluzionaria afroamericana delle Pantere Nere, per cui nutro una certa simpatia. E come mai è storta?
Perché avevo 17 anni quando me la sono fatta. Comunque non me ne sono mai pentito. FRANCO CECCONI, 58 anni

VICE: Da quanto tempo sei nel mondo dei tatuaggi?
Franco Cecconi: Tatuo da circa 30 anni, sempre a Roma. Ho iniziato a lavorare a livello amatoriale nel 1974 e il primo studio l'ho aperto nel 1990. Qual è stato il primo tatuaggio che ti sei fatto fare?
I tatuatori di una volta, senza alcun tipo di saccenza ma per una semplice questione cronologica, il primo tatuaggio se lo facevano da soli. Anche io ho fatto così. All'epoca lavoravo al mare, facevo il bagnino: mi sono fatto il primo tatuaggio al mare, con degli aghi rubati a mia madre e dell'inchiostro di china. Che tatuaggio era?
Era un tatuaggio della malavita. Adesso è finito sotto tre coperture. Comunque erano concetti che non ci appartengono più. RUDY DE AMICIS, 44 anni

VICE: Dove lavori?
Rudy De Amicis: Lavoro tra Termoli e Milano. O meglio, ho uno studio a Termoli e mi appoggio a Milano. Mi racconti del tuo primo tatuaggio?
Il mio primo tatuaggio è stato un teschio, che riprendeva una fanzine di skate. Avevo 17 anni, ed è stato anche l'anno in cui ho iniziato a tatuare. Te ne sei pentito?
No. Ormai è tutto sbavato e sbiadito ma mi piace ancora. FABIO SCALA, 38 anni

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VICE: Come hai iniziato a tatuare?
Fabio Scala: Un mio amico aveva comprato la macchinetta e sapeva che disegnavo bene, mi diceva sempre che era questo quello che avrei dovuto fare nella vita. Tutti continuavano a ripetermi che ero un artista, che dovevo fare l'artista e così mi è scattato qualcosa. Poi mi sono trasferito a Londra e ho iniziato a tatuare per lavoro.

Qual è la storia dietro al tuo primo tatuaggio?
Un giorno mio fratello è tornato a casa con il tatuaggio di una tartaruga Maori. Io, che sono il fratello maggiore, ero un po' invidioso del fatto che lui si fosse fatto un tatuaggio e io non ne avessi ancora. Così sono andato nello stesso studio dove l'aveva fatto lui e me lo sono fatto.

Che tatuaggio era?
Un geco maori. Non me ne sono pentito, anche se dico sempre che mi sono fatto un tatuaggio da tronista della De Filippi.

MARCO LEONI

VICE: Da quanto tempo fai il tatuatore?
Marco Leoni: Ho iniziato a lavorare in Italia negli anni Settanta ma il mio primo studio l'ho aperto in Brasile, a San Paolo.

Com'è stato lavorare là?
Guarda, a differenza di quello che si può pensare i clienti non erano quasi mai turisti. Era sempre gente del posto. Lavori ancora in Brasile?
No, sono tornato in Italia nel 1993 e ho aperto uno studio a Bologna. Adesso lavoro lì, insieme a dei tatuatori brasiliani. Qual è stato il tuo primo tatuaggio?
Sai che non me lo ricordo? Era una roba fatta con l'ago, mi pare fosse un rinoceronte. GABRIELE PAIS, 30 anni

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VICE: Come hai iniziato ad avvicinarti al mondo dei tatuaggi?
Gabriele Pais: Ho sempre disegnato, ma col tatuaggio ho iniziato un po' casualmente. Un bel giorno mi hanno regalato un kit e mia sorella, che era già molto tatuata, ha voluto che le facessi un tatuaggio. Dopo due anni ho iniziato ad appassionarmi e ho chiesto in qualche tattoo shop se ci fosse spazio per un apprendista. Così ho iniziato a lavorare. Adesso sto aprendo un mio studio a Cagliari.

Com'è la scena del tatuaggio là?
C'è molto abusivismo ma ci sono anche molti artisti davvero bravi.

Qual è stato il tuo primo tatuaggio?
È stata questa scritta: "Più pesante del cielo."

Cosa significa?
È riferito ad alcuni scritti di Baudelaire che mi sono tatuato anche da altre parti, e anche a Kurt Cobain.

FEDERICA STEFANELLO, 32 anni

VICE: Come sei finita nel mondo dei tatuaggi?
Federica Stefanello: Ho studiato fashion design e a cinque esami dalla laurea mi hanno messo una macchinetta in mano. E ho sfanculato un po' tutto. Adesso lavoro nel settore da sei anni.

Mi racconti del tuo primo tatuaggio?
Mi ha fatto malissimo. Te lo sei fatta da sola?
Sì. Con una macchinetta cinese di merda con degli aghi letali. Di che si tratta?
Di una calla. È anche colorata. Ci sono andata pesante. Perché l'hai fatto?
Perché volevo provare e l'interno del piede era il punto più raggiungibile. Te ne sei pentita?
Ho in programma di rifare tutta la gamba quindi verrà coperto, ma comunque non me ne sono mai pentita—anche perché non me lo vedo quasi mai.

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