Attualità

Il 'Pablo Escobar di Silk Road' racconta la sua storia

Maikel Slomp non aveva paura della polizia olandese. Poi è stato arrestato dall'FBI.
Tim Fraanje
Amsterdam, NL
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
Maikel Slomp
Immagine dall'intervista via Zoom con Maikel Slomp.

Per un breve periodo compreso tra il 2012 e il 2013, Cornelis Jan “Maikel” Slomp è stato molto ricco. Esperto di computer, ad appena 22 anni l’olandese Slomp aveva guadagnato diversi milioni in bitcoin vendendo MDMA e altre sostanze su Silk Road, l’ormai defunto sito del dark web.

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Il suo account SuperTrips era così di successo da essergli valso l’appellativo di “Pablo Escobar di Silk Road.” Dopo soli 15 mesi dall’inizio della sua carriera criminale, però, è stato arrestato in un’operazione sotto copertura dell’FBI e condannato a dieci anni di prigione negli USA. Silk Road è stato smantellato nello stesso anno.

A Slomp è stato recentemente concesso il rilascio anticipato. Era stato in terapia intensiva per il COVID-19, ma ora si è pienamente ristabilito. Nuovamente nella casa di famiglia a Woerden, una cittadina di 50.000 abitanti, ha voluto raccontare a VICE la sua versione dei fatti.

La vita di Slomp sembra quella di un film, quindi non stupisce particolarmente scoprire che sta cercando di vendere la sua storia a qualche studio cinematografico.

“Sono conosciuto e se posso guadagnarne qualcosa mi sta benissimo,” dice. Non sarebbe la prima volta che viene rappresentato sullo schermo: nel 2017, infatti, si era ritrovato come riluttante protagonista del film per la tv Silk Road, trasmesso dalla rete pubblica olandese NPO. I suoi avvocati avevano poi denunciato il network televisivo per averlo ritratto sotto una cattiva luce.

Ironia della sorte, era stata proprio l’NPO a ispirare Slomp a compiere la sua incursione nel mondo dello spaccio di droga. “Avevo scoperto dell’esistenza di Silk Road da un episodio di Spuiten en Slikken,” racconta Slomp, riferendosi a un popolare e controverso talk show dedicato al sesso e alle droghe, e andato in onda sulla televisione pubblica olandese dal 2005 al 2018. L’episodio incriminato spiegava a dovere come trovare il sito di Silk road e come usare i bitcoin per i pagamenti.

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“Volevo comprare dell’MDMA, ma nessuno ne vendeva, così ho iniziato a farlo io stesso,” ricorda Slomp.

I Paesi Bassi sono uno dei più grandi produttori mondiali di MDMA. E ciò significa in sostanza che Slomp poteva comprare direttamente a Amsterdam, e relativamente a basso costo, per poi rivenderle online e guadagnare dai prezzi più alti riscontrabili nelle altre nazioni. “Compravo le custodie dei DVD in blocco e poi inserivo al loro interno le droghe sigillate sottovuoto,” racconta. Successivamente, imbustava le custodie da spedire all’estero.

All’epoca Slomp lavorava come programmatore e questo per lui era soltanto un secondo lavoro. Ma, dopo aver guadagnato 15.000 euro al suo primo mese, decise di licenziarsi immediatamente. Con più tempo a disposizione, Slomp ingrandì la sua operazione, raccontando ai curiosi il suo improvviso successo come il risultato di un ottimo momento vissuto dalla sua azienda di software. Slomp sostiene che ai quei tempi non spendeva troppi soldi, benché ammetta di aver comprato “qualche macchina”, inclusa una Bentley, due Audi e una Mercedes Benz. Un fatto che aveva attirato un po’ l’attenzione dei vicini.

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Arrivato al 2013, Slomp aveva accumulato 380.000 bitcoin, valutati in quel momento sui 3 milioni di euro. Secondo i documenti del tribunale, aveva venduto circa 104 chilogrammi di MDMA, 566.00 pillole di ecstasy, 4 chili di cocaina e “ingenti quantitativi” di anfetamine, LSD, erba, ketamina e Xanax.

Slomp aveva raggiunto sin troppo successo. “È stato a quel punto che ho mollato, era una situazione troppo stressante,” racconta. “Trascorrevo 16 ore al giorno a lavorare, pur avendo un po’ di gente con me.” Ma era troppo tardi per tirarsene fuori e a sua insaputa gli agenti dell’FBI stavano seguendo il suo caso da un po’ di tempo, dopo aver trovato le sue impronte digitali sulle custodie dei DVD. Secondo Slomp, qualcuno si era offerto di comprare il suo account per subentrare nell’attività del sito, ma si trattava di una trappola. Dopo essere volato negli Stati Uniti per concludere la transazione, ha finito per lasciare l’aeroporto in una macchina della polizia invece della Lamborghini che aveva prenotato.

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Slomp era stato interrogato dalla polizia olandese, in precedenza, ma non era mai stato accusato ufficialmente. “Mi faceva sentire un intoccabile,” rivela. In un’occasione era stato arrestato a una festa ma, poiché aveva solo una piccola quantità di droga addosso, aveva passato in galera solo una settimana. “Avrebbero potuto perquisire casa mia, ma non lo fecero,” ricorda, “e arriva un momento in cui pensi che la polizia olandese sia piena di dilettanti. In quel periodo stavo già guadagnando un sacco di soldi.”

Nonostante questi scontri con la legge, Slomp sostiene che non si aspettava di essere arrestato. Aveva giusto messo in conto, nella peggiore delle ipotesi, di dover avere a che fare con il sistema giudiziario olandese, e di andare incontro a una pena di massimo uno o due anni. “Ma sono folli, negli USA,” ribatte. Negli Stati Uniti è stato condannato a 40 anni di prigione, sebbene abbia ricevuto una riduzione di pena dopo aver consegnato alle autorità i suoi bitcoin. “A cosa serve avere qualche centinaio di milioni di euro se poi sei in prigione?”, chiede.

Ross Ulbricht, un cittadino americano che ha fondato Silk Road, non ne è uscito così facilmente: si è ritrovato con due condanne a vita, più ulteriori 40 anni. “Più anni di El Chapo,” sottolinea Slomp. All’interno del carcere, Slomp è rimasto sorpreso dal constatare quante persone lo trattassero come un eroe. “Alla gente interessa solo quanti soldi sei riuscito a guadagnare,” dice. “Le persone in prigione di solito non incappano in simili cifre. Vengono condannate per pochi grammi.”

Nonostante il suo status, tuttavia, il tempo passato in prigione non si è rivelato facile. Dice di essere stato trasferito continuamente da una parte all’altra del paese e spesso tenuto all’oscuro della destinazione. Per contenere il sovraffollamento, infatti, i prigionieri in America vengono spesso mandati nelle prigioni di altri stati senza prima essere avvertiti. Slomp sostiene anche di essere finito in isolamento per quattro mesi, per aver contrabbandato delle lenti a contatto per suo uso personale.

Eppure, nonostante tutto il tempo passato in carcere, Slomp non pensa che quello che ha fatto sia sbagliato. “La gente farà comunque uso di droga, nonostante tutto. Ma su Silk Road sapevano di ottenere roba di buona qualità. Facevo testare ogni cosa,” dice. Come ogni altra piattaforma di acquisti online, Silk Road permetteva ai clienti di recensire i servizi dei vari venditori. 

Ora che è fuori, Slomp si sta costruendo una carriera come consulente in prigione, per aiutare i detenuti ad affrontare il sistema. “Sarebbe strano tornare in un qualche ufficio e ricominciare a programmare,” dice. “I miei datori di lavoro mi cercherebbero online e vedrebbero soltanto i miei reati.”