Tecnologia

C'è un esperimento che ha permesso di comunicare con persone durante i sogni lucidi—ed è incredibile

La scienza ha fatto un enorme passo in avanti nell'esplorazione del mondo onirico—e dei sogni lucidi in particolare.
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
Immagine: Tara Moore via Getty Images​
Foto di Tara Moore via Getty Images.

La specie umana è stata in grado di raggiungere la Luna, le profondità oceaniche e le lande desolate ai due poli del pianeta Terra. Ora, gli scienziati stanno compiendo passi in avanti nell’esplorazione di una frontiera del tutto diversa: quella dei sogni.

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Nello specifico, un team internazionale di studiosi e ricercatori è stato in grado di conseguire dialoghi in tempo reale con alcune persone colte nel pieno dei loro sogni lucidi: si tratta di un fenomeno che prende il nome di “sogno interattivo”, come riportato nello studio pubblicato su Current Biology a febbraio del 2021.

I partecipanti alla ricerca sono stati in grado di rispondere correttamente a diverse domande, tra le quali figurano alcuni semplici calcoli matematici, mentre erano nella fase profonda e spasmodica del sonno: quella REM, il “Rapid-eye Movement”. Lo studio rivela un “canale di comunicazione relativamente poco sondato” che potrebbe permettere “una nuova strategia per l’esplorazione empirica dei sogni”.

“Esistono degli studi su sognatori lucidi in grado di comunicare al di fuori dei sogni e di ricordarsi compiti specifici,” spiega Karen Konkoly, una dottoranda presso la Northwestern University che è anche prima autrice del paper. “Ma le ricerche relative agli stimoli esterni che entrano nel sogno lucido sono piuttosto scarse e limitate.” 

“Una cosa che ci ha sorpresi, è che puoi semplicemente pronunciare una frase, e chi ascolta può capirla così com’è,” ha aggiunto.

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Konkoly e i colleghi hanno selezionato 36 partecipanti, riunitisi rispettivamente in laboratori ubicati negli Stati Uniti, in Francia, Germania e nei Paesi Bassi, con lo scopo di entrare in uno stato di sogno lucido e la consapevolezza di essere proprio in un sogno. Lo studio ha incluso diversi sognatori esperti, comprensivi di un soggetto narcolettico, ma anche altre persone molto meno familiari con questo tipo di sogno.

I ricercatori hanno poi verificato che i partecipanti fossero entrati nel sonno REM grazie a elettrodi piazzati in prossimità degli occhi, sul cuoio capelluto e sul mento. Misurando attività quali le onde cerebrali e i movimenti dei globi oculari, gli esperti sono riusciti a determinare se una persona era entrata in uno stato di sonno profondo. Ad alcuni dei partecipanti è stato poi chiesto di confermare se si trovavano in un sogno, grazie a una risposta oculare pre-definita nella quale muovere gli occhi in un andamento specifico da sinistra a destra.

Questi segnali oculari, insieme alle contorsioni del viso, sono stati usati come sistemi di comunicazione durante le sessioni. Ad esempio, i ricercatori hanno chiesto a un partecipante americano di 19 anni, in uno stato di sogno lucido, di calcolare 8 - 6 (domanda a cui ha risposto correttamente, segnalando la risposta “due” grazie a due movimenti oculari compiuti da sinistra a destra). A domanda ripetuta, è stata confermata anche la risposta corretta.

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Circa il 18 percento dei test ha avuto come risultato questo stesso livello di chiara e accurata comunicazione da parte del sognatore, mentre il 17 percento si è prodotto in risposte indecifrabili, il 3 percento in risposte scorrette e il 60 percento in assenza di risposte.

“È fantastico sedere in un laboratorio a fare una manciata di domande e ad attendere una vera risposta, in potenza,” dice Konkoly. “È un tipo di esperimento che ti gratifica immediatamente. Non devi aspettare di analizzare i dati. Lo vedi con i tuoi occhi, mentre loro stanno ancora dormendo.”

Molti partecipanti sono stati in grado di ricordarsi le interazioni con i ricercatori anche dopo essersi svegliati, e diversi hanno segnalato che le istruzioni somigliavano a una voce narrante fuori campo, oppure a uno speaker radiofonico, qualcosa chiaramente proveniente dal di fuori del sogno.

Abbiamo fatto tutti esperienza di risvegli da sogni particolarmente vividi solo per accorgerci che i dettagli già incerti sfuggono sempre più rapidamente, fino a scomparire del tutto.

In questo senso, dopo il risveglio alcuni individui hanno dimostrato di ricordare domande e risposte diverse rispetto a quelle effettivamente ricevute o date in sogno, sottolineando così la difficoltà del ricostruire accuratamente i sogni una volta che la persona si è svegliata.

Il team di ricercatori ha quindi in programma di aggiungere esperimenti allo studio, per sondare le possibilità della comunicazione bidirezionale con i sognatori lucidi.

“Abbiamo pensato a tantissimi esperimenti che possiamo trarne,” dice Konkoly. “Un aspetto su cui stiamo lavorando è: come possiamo ottimizzare il procedimento? Come possiamo far sì che accada più spesso? Come possiamo spingere le persone ad avere più sogni lucidi? Come possiamo comunicare in maniera più affidabile?”

“Abbiamo un sacco di idee diverse,” conclude, “e siamo ansiosi di testarle.”