lutzerath protesta cambiamento climatico
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Attualità

Testimonianze da Lützerath, una delle più grandi proteste contro la crisi climatica

“Non ho più speranza, ma sono qui a chiedere il conto,” Joachim, 63 anni, dottore.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
Giulia Trincardi
traduzione di Giulia Trincardi
Milan, IT

Nel corso degli ultimi giorni, il villaggio di Lützerath, nella parte occidentale della Germania tra Aachen e Düsseldorf, è stato il palcoscenico di una delle più grandi proteste per il clima della storia recente. Il complesso di abitazioni si trova nelle vicinanze di una cava di lignite ed è abbandonato dal 2018, cioè da quando il gigante energetico tedesco RWE ha progettato un’espansione della cava che comportava la demolizione del villaggio. Ma negli ultimi due anni, attivisti e attiviste hanno occupato il paesino e il bosco circostante per impedire ai lavori di procedere.

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La situazione è precipitata mercoledì 11 gennaio 2023, quando la polizia ha lanciato un’operazione di sgombero del presidio. Nel corso del weekend, tra le 15.000 e le 35.000 persone si sono recate sul posto per manifestare il proprio dissenso all’espansione della cava. La polizia ha usato gas lacrimogeno e cannoni ad acqua per disperdere la folla, accusando i manifestanti di violenze.

Lo sgombero dell’occupazione si è concluso domenica, ma a Lutzerath e nei paesi adiacenti continuano le proteste. L’attivista svedese Greta Thunberg si è unita alla manifestazione nel corso del weekend ed è stata anche fermata dalla polizia mentre partecipava a un corteo.

Lützerath è diventato uno dei simboli del movimento ambientalista tedesco, che ha una lunga storia di opposizione al carbone. I partecipanti si sentono in gran parte abbandonati dal partito dei Verdi, che governa la regione della Renania Settentrionale-Vestfalia insieme al partito neoliberal FDP, e ha approvato l’espansione della RWE. Il partito ha giustificato la decisione dicendo che permetterà allo stato di smettere di usare il carbone a partire dal 2030, otto anni prima del previsto. Ma molti attivisti la considerano una mossa ipocrita e miope.

Ma Lützerath non è soltanto un simbolo, è anche un posto molto reale da cui si sta progettando di estrarre grandi quantità di lignite e rilasciare i suoi fumi nell’atmosfera. In una lettera aperta indirizzata al governo della Renania Settentrionale-Vestfalia da parte dell’associazione Scientists for Future, un gruppo di esperti ha dichiarato che la lignite nel sottosuolo di Lützerath non è necessaria ad assicurare le riserve di energia della Germania per i prossimi anni.

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Per di più bruciare carbone—in particolare lignite, che non produce abbastanza energia e inquina—renderà ancora più difficile per la Germania mantenere le sue promesse sulle emissioni per evitare un riscaldamento globale superiore a 1,5 gradi, in contraddizione con gli impegni presi dal Paese nell’accordo di Parigi del 2015 e con le direttive sul clima dell’Unione Europea.

Sembra che per il movimento di protesta a Lützerath non ci sia molta speranza. Eppure, le proteste non si fermano e la gente vi partecipa ogni giorno. Sono stata sul posto a parlare con alcuni degli attivisti delle loro speranze per il futuro della cava, del movimento ambientalista in Germania e del clima in generale.

“Sempre più gente partecipa alla lotta per il clima.”

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Jakob, 33 anni.

“Ho seguito gli avvenimenti di Lützerath da casa mia a Colonia e sono venuto qui anche domenica scorsa. Ho speranza nel fatto che c’è ancora davvero tantissima gente qui anche oggi. Anche in una situazione che tutti sappiamo sia ormai condannata ad andare male, le persone non smettono di lottare. E c’è sempre più gente che partecipa alla lotta per il clima.

Se dovessero davvero estrarre il carbone da sotto Lützerath e bruciarlo, mi verrà più difficile mantenere viva la speranza. Lützerath non è soltanto un simbolo, è anche un posto che emana CO2 nell’aria e contribuisce alla distruzione della vita sul pianeta.

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Ma penso che ci sia una componente caratteristica del movimento ambientalista che è stata descritta nel libro Arts of Living on a Damaged Planet: non crediamo che andrà tutto bene, ma ci opponiamo a questa crisi in solidarietà gli uni con gli altri per mantenere una versione diversa del mondo. Ciò mi dà coraggio. Ma, sfortunatamente, la crisi è sempre lì.” – Jakob, 33 anni, studente di storia e filosofia

“È importante lottare per dare un futuro sano ai nostri figli e nipoti.”

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Birgid, 70 anni.

“Se rinunci alla speranza, rinunci anche al futuro. Perciò è importante lottare per dare un futuro sano ai nostri figli e nipoti ed essere presenti, anche sapendo che nemmeno la nostra lotta in Germania basterà. Deve andare oltre.

Ma in Germania possiamo dare l’esempio. Se c’è un’altra protesta a Lutzerath, il pubblico la vedrà, anche se il presidio viene sgomberato—questo sembra inevitabile. L’esempio è comunque importante qui e abbiamo speranza e fiducia che questo movimento contro il cambiamento climatico continuerà a crescere sempre di più.” – Birgid, 70 anni, Omas for Future (Nonne per il Futuro)

“Il mondo non dovrebbe essere distrutto.”

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Ruben, 8 anni (al centro), con sua madre Karen, 48 anni, e il fratello Samuel, 11 anni. I cartelli dicono: "Stop all'escavazione" (sinistra); "Lasciate Lützerath in pace!" (centro) e "L'ambiente è il nostro futuro" (destra).

Samuel: Ho ancora speranza per Lützerath. Ovvio, non so cosa succederà. Ma non credo che la miniera sarà ampliata, perché ci sono tante persone qui.

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Ruben: Volevo partecipare alle proteste perché la lignite distrugge il mondo e il mondo non dovrebbe essere distrutto.

Samuel: Ci tenevo tanto anch’io ad essere qui.

“Le connessioni sui social media mi danno speranza.”

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Leon, 26 anni.

“Sono venuto perché ho visto quante persone si stavano riunendo qui e cosa sta succedendo a Lützerath in questo periodo. Ho seguito la situazione sui social media, soprattutto Instagram e Telegram. I social mi motivano sempre molto a partecipare. Ma in questo caso è stata anche la ricerca, che si oppone chiaramente all’espansione della miniera a Lützerath.

Ecco perché è assurdo per me che l’amministrazione locale continui a rispettare gli accordi con RWE. Specialmente perché, credo, gli accordi sono una fregatura. Ecco perché sono felice di essere qui. Vedere così tante persone unite è commovente.

Non so se coltivo speranze in senso stretto per Lützerath. Nel mio cuore certo, e lotterò. Ma razionalmente, credo che la probabilità che le proteste funzionino sia 50/50.

Sono ottimista, però, e speranzoso per il clima. Non rinunciare alla speranza ci rende umani, perché ci spinge avanti e ci unisce. Quando penso a cosa è successo negli ultimi anni, penso che il modo in cui creiamo connessioni attraverso i social media sia una buona cosa per il clima. Anche questo mi dà speranza.”  — Leon, 26, studente e lavoratore autonomo in una azienda che produce cacao

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“Non ho più speranza, ma sono qui a chiedere il conto.”

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Joachim, 63 anni.

“È ovvio che Lützerath sarà trasformata in una cava. I politici hanno firmato un contratto vincolante con RWE e si sono fatti coinvolgere in questi accordi ridicoli. Ma per me, il punto è dimostrare che non accettiamo la cosa come se niente fosse, e che faremo in modo che il prezzo che i politici dovranno pagare sarà il più alto possibile. Per fargli capire: non così. Non a noi. Puoi fare queste cose, certo, ma perderai chi ti sostiene, partito Verde. O ci saranno proteste, un’eco internazionale devastante. Non ho speranze, sono qui a chiedere il conto.

Realisticamente, non ho più speranze per il movimento ambientalista o per il clima in generale. Mentre il pianeta va a fuoco, i politici guidano a tutto gas contro un muro di cemento, come al solito. Sarebbe stato possibile compiere la transizione dal carbone già anni fa, la miniera di Lützerath non è per nulla necessaria. È semplicemente un accordo con una grande azienda e alle aziende interessano solo i profitti, non cosa succederà al mondo tra 30, 40 o 50 anni.

Ciononostante, sono qui per unirmi alla resistenza. Faccio attivismo da 40 anni e non vedo perché dovrei ritirarmi ora. Non posso stare a casa e guardare cosa sta succedendo alla TV, mi si spezzerebbe il cuore. Penso sia importante dimostrare che siamo la vecchia generazione, quella che ha distrutto la politica, che non è riuscita a combattere contro la distruzione dell’ambiente in tempo. Abbiamo l’obbligo morale di sostenere i giovani ora—non possiamo fare più di questo. — Joachim, 63, dottore