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Musica

Guarda il nuovo cortometraggio di Fantastic Negrito, "In the Pines"

L'artista di Oakland attacca la cultura della violenza negli USA tramite una commovente cover di Lead Belly e un breve film in b/n su una madre che ha perso suo figlio.

Fantastic Negrito, alias del musicista di Oakland Xavier Dphrepaulezz, crea composizioni che fondono insieme blues, soul e rock nel nome della celebrazione globale della cultura nera. Cresciuto in una famiglia musulmana ortodossa nel Massachusetts rurale, si trasferì con tutta la famiglia a Oakland quando aveva 12 anni, età in cui lasciò la casa dei genitori e si ritrovò a vivere per le strade della città, imparando da autodidatta a suonare vari strumenti nel corso dell'adolescenza. Negli anni Novanta finì per firmare un contratto alla Interscope Records con il suo nome di battesimo, Xavier, ma la label non fu in grado di trovare un mercato che gli assicurasse un po' di successo. Nel 1999, Dphrepaulezz ebbe un incidente d'auto da cui si salvò per un soffio, dopo un coma di tre settimane. Comprensibilmente, scomparse dalla circolazione per un po', riemergendo anni dopo come Fantastic Negrito.

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Qualche mese fa, Negrito ha pubblicato il suo album di debutto con il nuovo nome, The Last Days Of Oakland, e oggi vi presentiamo questo attualissimo videoclip-documentario, ​In The Pines​, nato dall'impatto diretto che la violenza da armi da fuoco ha sulle vite delle donne di colore. La canzone faceva parte del repertorio dell'artista blue e folk Lead Belly negli anni Quaranta. Il cortometraggio in bianco e nero, diretto da Rashidi Natara Harper, è ambientato proprio a Oakland ​e segue la storia di Renee Moncada, una mamma il cui giovane figlio è stato brutalmente ucciso dalla polizia. Sconfitta e abbattuta, incontra un uomo anziano che si offre di pregare con lei, dandole un po' del conforto e della speranza di cui ha tremendamente bisogno. È una storia in cui realtà e finzione si intrecciano, considerato l'attuale clima di tensione razziale e di violenza della polizia negli Stati Uniti. Per capire qualcosa di più sull'ispirazione e la missione di questo film, abbiamo intervistato Fantastic Negrito:

Noisey: Come mai hai scelto proprio questa canzone di Lead Belly? Che cosa ha mosso dentro di te? E qual è secondo te il collegamento tra la canzone e la parte visiva del video?
Fantastic Negrito: Adoro il fatto che la canzone inizi con "Black girl". Il verso "where did you sleep last night" simboleggia la solitudine e la forza di questa donna. Questa canzone mi ha colpito profondamente, in un certo senso. Ha rappresentato un'opportunità per esprimere la mia profonda ammirazione per le donne nere che seppelliscono i propri figli a causa delle armi da fuoco, e per tutte le madri del mondo che tengono insieme il tessuto sociale.

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Ho esperienza diretta di questa tragedia, avendo passato la giovinezza a Oakland, dove tantissimi giovani muoiono prematuramente per mano delle armi da fuoco. Ho tenuto le loro mani e li ho visti in faccia. Ci sono moltissime madri single che devono crescere i propri figli da sole, e li devono seppellire da sole. Non ho mai visto così tanta forza e capacità di recupero. Ho cambiato leggermente il testo perché riflettesse lo stato attuale del nostro Paese.

Hai lavorato all'idea e alla realizzazione del video insieme al regista Rashidi Harper? Puoi parlarci un po' di come avete sviluppato questo corto?
Ho spiegato a Rashidi qual era la mia intenzione dal punto di vista lirico della canzone. Lui ha fatto tutta la parte più dura del lavoro, dando vita a questa visione. È stato davvero semplice. Ci sentivamo guidati da qualcosa di più grande di noi. Non soltanto io e Rashidi, ma acnhe l'operatore, il cast, il montatore. Noi eravamo i messaggeri, ma la canzone e il video hanno una vita propria.

Credi che la musica possa ispirare il cambiamento?
Credo che ogni forma d'arte e ogni forma di espressione personale contribuisca a dare forma al mondo in cui viviamo. La musica è molto potente. Può ispirare il meglio e il peggio in noi. Molto, molto potente! Usata con un intento puro, la musica è una medicina per l'anima… la forma di comunicazione più vera e più pura che trascende lingua e cultura.

Guardando il mondo di oggi, penso che sia il momento degli artisti. Dobbiamo usare la nostra piattaforma pubblica per dirigere l'attenzione del pubblico verso le ingiustizie.

Hai avuto delle esperienze dirette con gli effetti tragici delle armi da fuoco e, se sì, puoi dirmi che impatto hanno avuto su di te come persona e come artista?
Le ho avute. Ho perso un fratello di quattordici anni, un cugino di sedici anni e il mio migliore amico al primo anno di superiori, tutti vittime di armi da fuoco. La mia versione di ​"In the Pines" e il video sono cose molto personali per me. Spero che sia un contributo alla famiglia umana. Questo è sempre il mio obiettivo: dare un contributo che abbia valore.

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