
Ci siamo quindi rivolti a chi potesse spiegarci come i semi della musica hardcore e tutto l’immaginario gabber siano arrivati e abbiano attecchito nel nostro Paese. Ad oggi, troppo poco tempo era passato perché qualcuno potesse pensare un’epopea gabber alla This is England, una visione complessiva e definitoria del fenomeno, sicché abbiamo sentito la necessità di fare i bravi storici e rivolgerci direttamente alle fonti. Che fortunatemente sono ancora vive e attive nella suburbia milanese.La nostra Bibbia è stato Maxx Monopoli, producer e DJ col nome di Stunned Guys (quelli di “Io sono vivo”, tra le altre cose) e fondatore di Traxtorm Records, forse quello che più di tutti ha lavorato per tirare su le mura dell’edificio hardcore italico—muri di casse. Per dire: quando ci ha fatto da apripista sul dancefloor del Florida abbiamo assistito a vere e proprie scenette idolatriche tipo Alice Cooper in Wayne’s World. Oltre alle danze del Florida, Maxx ci ha aperto le porte dell’ex fabbrica di bottoni in cui sono gli uffici e gli studi della sua label.Già di per sé l’idea che un'etichetta indipendente italiana campi serenamente senza venire gestita come progetto-cameretta da qualcuno che di lavoro fa altro è una rarità assoluta, figuriamoci nel caso di un genere musicale che è ancora percepito come estremo e riservato a un pubblico di nicchia. Il loro ufficio somiglia a un serio luogo di lavoro molto più di quello di VICE, e gli studi farebbero sbavare chiunque sappia perlomeno cos’è una 909. Sono usciti dall’underground, insomma, per affermarsi in un giro che, in Olanda e Belgio, ha raggiunto i connotati di un business solido e serio senza perdere, ci ha detto Maxx, in credibilità.
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