relazione a distanza
Illustrazione di Mai Ly Degnan.

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Sei persone parlano delle loro relazioni a distanza

Stare con una persona non è mai facile, ma stare con una persona che di fatto non è con te lo è ancora di meno. Eppure tutti ci abbiamo provato, con risultati diversi, e tutti ne siamo usciti convinti di avere il diritto di sentenziare sul tema.

L'amore è drammatico in tutte le sue forme, e a tutte le età. Non c'è relazione che si salva da questa realtà. Ma nel caso delle relazioni a distanza, fatte di attese lunghissime e ritrovamenti, in cui si ha tempo di costruirsi nella testa l'altra persona e di scegliere quale parte di sé mostrare, in cui le gelosie sono amplificate e dubbi e paranoie possono proliferare indisturbati, l'amore è ancora più tragicomico.

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Insomma, se stare con una persona non è mai facile, stare con una persona che di fatto non è con te lo è ancora di meno. Eppure tutti ci abbiamo provato, con risultati diversi, e tutti ne siamo usciti convinti di avere il diritto di emettere le nostre sentenze sul tema. Abbiamo quindi raccolto le nostre considerazioni sul tema, e le storie che le hanno edificate.

DISTANZE COLMABILI

Oggi, il fatto che la mia prima relazione stabile e duratura con una persona si sia sviluppata "a distanza" mi sembra sintomatico della persone che ero e sono stata durante quei due anni, ma ai tempi la vedevo come una condizione come tante altre. È nato tutto con modalità strane: l'ho conosciuto tramite la sua ex, e sì, sul momento è stata una circostanza infelice esattamente come può sembrare.

La famigerata distanza, come dicevo prima, non era niente più che un allegato della nostra relazione, qualcosa di imprescindibile, neanche da addomesticare perché c'era sempre stata e sempre sarebbe rimasta. Ai tempi era normalissimo e calibravo tutte le mie settimane in funzione dei nostri incontri, che erano naturalmente idilliaci in ogni loro istante. Vivevo in una casa tutta per me a Milano, lui con i suoi nella bassa veronese, ma ci spostavamo continuamente. Io mi muovevo da lui, lui da me a Milano, ma pure da me ad Arezzo, con grandissima gioia dei miei. Per tutto il resto del tempo che non ci vedevamo ci telefonavamo. All'epoca era tutto perfettamente normale.

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I problemi sono cominciati quando lui per qualche motivo—uno di questi, scoperto di recente, il fatto di doversi sempre spostare—dopo un anno mi ha mollato per telefono mentre stavo prendendo un aereo. La "distanza" credo voglia dire anche questo, abusare di mezzi come le telefonate e spendere ore della propria giornata dietro ad esse, nel bene e nel male. Si creano aspettative altissime su tutto, e se non vengono rispettate si cade nel panico.

Ci siamo rimessi insieme poco dopo, e nonostante fossimo di nuovo presissimi l'uno per l'altra, un germe di malessere era già stato diffuso. È imploso tutto quando questo germe—mio stavolta—si è rivelato incompatibile con gran parte di quelle formule e aspettative di cui sopra. Ecco, un altro aspetto positivo della distanza, nella mia esperienza, è stata la più facile cicatrizzazione degli eventuali malanni post-breakdown. È andato tutto liscio e ora siamo diventati quegli esseri umani che un tempo stavano insieme e adesso sono grandi amici. Odio le catalogazioni e gli stereotipi che si confermano tali, ma praticamente sono diventata come quella ex che a suo tempo me lo fece conoscere. Mi fa strano ogni volta fare questo paragone, ma dura un secondo. Poi ne sono solo felice.
—Sonia

AMORE IN PIXEL

Ero andato in vacanza in un villaggio turistico con mio papà e la famiglia della sua compagna per due settimane. Sai com'è, nei villaggi la gente arriva di giovedì e riparte di venerdì o qualcosa del genere. Il primo venerdì ero molto triste perché partiva una ragazza con cui non ero stato perché ero "troppo piccolo." Quindi la settimana dopo ho aggiunto un paio d'anni alla mia età e ho finto di averne diciannove.

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Così ho conosciuto Erica e abbiamo deciso di stare insieme anche se lei abitava a Roma e io a Milano. La cosa più importante che ricordo della nostra relazione è l'odio per Trenitalia e il primo giorno in cui sono andato a trovarla, ma siccome ero minorenne non potevo stare in albergo e mi sono inventato di aver dimenticato a casa i documenti (lei non ha mai saputo della mia età e spero non lo scopra ora). Alla fine ho dormito sui lettini di una spiaggia di un suo amico a Ostia. Era molto umido.

A parte questo credo che le relazioni a distanza consistano in un sacco di noia (quando non ci si vede e, per qualche ragione, ci si sente in dovere di passare ore su Skype) e sesso fantastico (quando ci si vede e ci si sente in dovere, per qualche ragione, di scopare tutto il tempo). Le cose migliori della mia relazione a distanza nascono dall'unione di queste due cose.
—Mattia

ISTERIA A GOGOL

Sono andata a fare un pezzo di università all'estero e giustamente qualche mese prima di partire mi sono innamorata di un ragazzo come non mi succedeva da tempo. Ho cominciato a uscirci, stavamo sempre insieme, e non sapevo come avrei fatto senza di lui perché effettivamente eravamo attaccati come la colla. Ma io sono partita e lui dopo tre giorni mi ha lasciato perché "vaffanculo non posso stare con te e tu non ci sei." Due ore dopo avermi lasciato il tutto si era trasformato in "l'idea di essere senza di te mi fa impazzire."

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Ecco, prendi questa conversazione, moltiplicala per circa una o due volte alla settimana, mettici che lui non voleva venire a trovarmi perché pensava (l'ha ammesso dopo) che se fosse arrivato a sorpresa mi avrebbe trovato a letto con chissà quale studente internazionale appassionato di Gogol e se non fosse arrivato a sorpresa—be', in quel caso potevo continuare a prenderlo per il culo e far sparire in tempo l'appassionato di Gogol. Non la vivevo benissimo, anche perché stavo a latitudini non proprio soleggiate ed era pieno inverno, ma è stato l'abisso della mia vita da cui ho capito che 1. era venuto il momento di smetterla di essere una persona dipendente e ossessionata 2. ho bisogno di climi miti. Siamo stati ancora insieme un bel po' quando sono tornata, ma solo perché il punto 1 non mi era ancora così chiaro.

Ripensandoci ora, credo che nessuno dei due avesse la maturità per una relazione a distanza. Non che io in generale pensi che le relazioni a distanza siano il male—credo che in termini di relazioni ogni coppia abbia un equilibrio che non funzionerebbe per altre. Diciamo che penso che una relazione a distanza debba avere forti basi di fiducia, volontà di condivisione e speranza di successo e di durabilità nel futuro. Tutte cose con cui la mia coppia aveva una relazione a distanza di anni luce.
—Elena

LEZIONI DI VITA

La mia prima relazione a distanza è anche quella che sto vivendo adesso, a 27 anni e con 1800 km di mezzo. La premessa necessaria è che se non ho mai avuto una vera relazione di questo tipo prima di oggi è perché non ci ho mai provato sul serio: il timore di trasformarla in una specie di amicizia con il vantaggio di potermi fingere single e tutti gli svantaggi del non esserlo veramente ha sempre fatto sì che preferissi semplicemente interromperla.

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Come ci siamo conosciuti invece non è così importante, perché non cambia nulla da come mi sono conosciuta con altri ragazzi che ho poi frequentato. Oltre a essere amico di amici e poi il mio ragazzo, però, era anche uno con un posto da assegnista in un'università inglese. Così, finito il suo periodo di ricerca qui in Italia, non ci sono stati dubbi: lui sarebbe tornato a casa. Ora siamo in quella fase della relazione in cui facciamo continui progetti per il futuro (uno dei quali prevede il mio trasferimento lì), ma non voglio ridurre il nostro rapporto alla speranza di un domani più felice.

Perché quello che ho imparato in questi mesi è che una relazione a distanza ha i suoi lati positivi, con qualche accorgimento. La regola numero uno è non farsi paranoie e fidarsi di quello che ci si dice. E la regola numero due è vedersi una volta al mese, spostandosi alternativamente: così ci sono due mesi per risparmiare per il biglietto, e non si finisce per odiarsi per il salasso del comprare i voli.

È ovvio che ritrovarsi a litigare a distanza non sia mai il massimo, e quando succede si rischia di farsi prendere dall'ira e dallo sconforto. Ma il corollario della regola numero uno, non farsi paranoie, è che si litiga meno. Non so come ci sto riuscendo, essendo una persona paranoica e litigiosa. Forse è davvero arrivato quel momento della vita in cui faccio le cose come si deve, o forse semplicemente sto capendo che è molto bello avere degli spazi, e che per la prima volta in vita mia avere degli spazi non significa non avere una persona a fianco.
—Carla

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AMORE NERD

La mia prima "relazione" è stata una relazione a distanza. Eravamo adolescenti e la cosa è andata avanti diversi mesi (non ricordo più quanti di preciso), anche se effettivamente ci saremo visti due o tre volte. Lei non è mai venuta a Milano, sono sempre sceso io, anche perché in quel periodo mio padre scendeva spesso a Roma per lavoro e quindi potevo andare con lui.

Ci eravamo conosciuti su internet, quando era ancora possibile conoscere gente su internet solo grazie alle cose che ti piacevano. Non ricordo come si siano svolte le cose, ma dev'essere andata più o meno così: abbiamo iniziato a parlare su MSN Messenger, lei era molto romantica, ero sceso per la prima volta per conoscerla, ci eravamo piaciuti e messi insieme. In generale, di quella relazione mi ricordo soprattutto le lunghissime telefonate (interurbane e, una volta, internazionali: lei era mezza polacca ed era andata a trovare i nonni in Polonia per le vacanze di Natale) e le lunghe notti passate a parlare in chat.

Quando stavo a Milano senza di lei non mi sembrava di essere fidanzato. Nel senso che andavo in giro, facevo le mie cose, dicevo a tutti di avere una ragazza a Roma, ma in realtà la mia vita era in tutto e per tutto uguale a quando non ero fidanzato. In pratica ero fidanzato solo quando le telefonavo e ci raccontavamo le nostre vite o quando passavamo le notti a parlare su Messenger. Quando andavo a trovarla, passavamo le giornate in giro per Roma o a Villa Borghese, e le serate con i suoi amici a San Lorenzo. Con lei ho fumato la prima canna e ho imparato a rollarle. Non abbiamo mai fatto sesso né niente, più che altro perché ci mancava un posto dove andare.

Non mi ricordo perché è finita né chi ha lasciato chi, mi ricordo che è avvenuto per telefono per ovvi motivi di distanza. Mi ricordo anche che dopo il nostro rapporto è continuato: per un periodo lei mi assillava dicendo che non poteva stare senza di me e che voleva che tornassimo insieme, per un periodo io ho continuato a volerle bene perché non avevo il coraggio di tirarla giù dall'altare su cui l'avevo messa. Alla fine siamo rimasti amici per anni, anche mentre avevamo entrambi altre relazioni con altre persone, finché i nostri rapporti non si sono deteriorati sempre di più e abbiamo smesso definitivamente di sentirci.

In generale non mi sento di dare un'opinione definitiva sulle relazioni a distanza, perché nel mio caso c'erano in gioco troppi altri fattori—come la giovane età e l'inesperienza. Per come sono fatto io, credo che non sia possibile stare con una persona senza starci fisicamente. Non dico un attaccamento morboso, ma almeno vedersi una volta alla settimana: stare insieme a livello intellettuale e parlarsi tutti i giorni per ore vale poco se non si sta insieme anche a livello fisico. Ma da un certo punto di vista la distanza è utile, perché mette alla prova la profondità dei sentimenti. Quindi direi che il mio giudizio è questo: a meno che non si tratti di un grande amore, secondo me le storie a distanza non hanno senso.
—Mattia

BRUTTE STORIE

Odio la Spagna, ma non per gli spagnoli. Lei si era trasferita in lì e mi aveva lasciato solo, e le cose su Skype non andavano molto bene. Poi in una notte alcolica cascai in tentazione e finii a letto con un'altra ragazza. Per un po' di tempo non le dissi niente e cercai di tenere la cosa per me. Ma il rimorso non smetteva di crescere. Un giorno decisi di affrontare la situazione e mi comprai un biglietto aereo. La prima sera che la rividi fu bellissimo e non riuscii a dirglielo.

Glielo dissi solo due giorni dopo quando non ne potevo più di tenere il segreto. Sapevo che sarei stato giudicato, ma speravo che potesse comprendere. L'unica cosa che comprese fu che ero stato un testa di cazzo. Mi buttò fuori casa e per mancanza di soldi (avendo dovuto comprare un biglietto di ritorno anticipato) ho dormito due notti per strada. Fu su quella panchina spagnola, con accanto una coppia che consumava il suo amore dietro ad un chioschetto, che capii che le relazioni a distanza non vanno. Le tecnologia, i piani e le lettere altro non sono che un trasposizione di un amore che non c'è—o lontano, appunto. Portano con sé tradimenti, piccole bugie, sensi di colpa e tante ore passate su Pornhub.
—Leon